Il 27 maggio, presso l’Hotel Le Robinie di Solbiate Olona (Va), si è svolto il 7° convegno Mapei Sport dal titolo “Allenamento, recupero e infortunio: la trilogia della performance sportiva”, un evento importante e un atteso appuntamento annuale per il mondo della ricerca scientifica specializzata nello sport.

Il 27 maggio, presso l’Hotel Le Robinie di Solbiate Olona (Va), si è svolto il 7° convegno Mapei Sport dal titolo “Allenamento, recupero e infortunio: la trilogia della performance sportiva”, un evento importante e un atteso appuntamento annuale per il mondo della ricerca scientifica specializzata nello sport.

A organizzare il convegno è stato il Centro Ricerche Mapei Sport, cuore sportivo pulsante di Mapei che è sempre stata molto legata a vari sport, con l’attuale fiore all’occhiello rappresentato dal Sassuolo Calcio, che ha come patron Giorgio Squinzi. Proprio per sua iniziativa, Mapei Sport è nata nel 1996 e, in sintonia di pensiero con il Professor Aldo Sassi (co-fondatore scomparso prematuramente nel dicembre del 2010) si è caratterizzata per un approccio basato su principi etici e di razionalità scientifica messi al servizio del Professional Cycling Team Mapei.

Dopo un decennio di dominio sul panorama ciclistico mondiale, la struttura ha allargato i propri settori di intervento dedicandosi anche ad altre discipline quali calcio, pallacanestro, podismo, golf, sci alpino e sport motoristici.

Proprio nel ricordo della figura e dell’attività scientifica del Professor Aldo Sassi - e con l’intento di finanziare nuovi progetti di ricerca inerenti le “Scienze dello Sport” - Mapei ha promosso l’istituzione di un assegno di ricerca “Aldo Sassi”, giunto alla sesta edizione, da assegnare annualmente a un giovane laureato in Scienze Motorie. L’assegno di ricerca, del valore di 10.000 euro, viene erogato tramite un bando pubblico diffuso attraverso canali di comunicazione concordati tra il Centro Ricerche Mapei Sport e la Fondazione Giuseppina Mai.

Quest’ultima opera in stretta sinergia con Confindustria ed è sostenuta da imprese attive nella promozione della ricerca e dell’innovazione in particolare nel campo medico, della salute e della qualità della vita, stimolando la collaborazione tra università, enti pubblici di ricerca e il mondo delle imprese.

 

La chiara consapevolezza di Mapei e della Fondazione Mai è che nel nostro Paese sia necessario che impresa e accademia collaborino per aiutare i giovani a soddisfare il proprio talento. Perché quando il rapporto tra università e imprese funziona migliora la mobilità sociale e la partecipazione dei giovani alla crescita del Paese. Si educano le nuove generazioni alla competizione e al merito. Si incoraggiano i cervelli a non restare chiusi e isolati nelle accademie, ma ad affacciarsi al mondo produttivo. Sono questi i motivi che hanno portato oltre 250 persone - in gran parte giovani universitari e addetti ai lavori, praticanti o semplicemente appassionati di sport - a partecipare al 7° Convegno Centro Ricerche Mapei Sport, per un’edizione record in fatto di presenze.

Insieme a tanti studenti e preparatori atletici, anche campioni del calibro di Gianni Bugno hanno ascoltato gli interessanti interventi in programma.

 

LA RICERCA AL PRIMO POSTO

Dopo i saluti iniziali del Direttore Responsabile e Direttore Sanitario Claudio Pecci, che ha ricordato che Mapei quest’anno festeggia gli 80 anni di attività e da oltre 20 sostiene il Centro Ricerche Sport di Olgiate Olona, e della dottoressa Gaela Bernini, che è intervenuta in rappresentanza di Diana Bracco, presidentessa della Fondazione Mai di Confindustria, si sono susseguite tre sessioni di lavoro.

La prima, moderata da Ermanno Rampinini, ha presentato le ricerche di Luca Mondazzi, responsabile del servizio di nutrizione per lo sport e del servizio di dietologia per il wellness di Mapei Sport (“Biologia molecolare e dietologia nello sport: l’inizio di una nuova era?”), di Damiano Scolari della Federazione Italiana Sport Invernali (“Sci alpino: forza muscolare al femminile”), di Maurizio Fanchini dell’US Sassuolo Calcio (“Carico di allenamento e infortuni nel calcio: rapporto di causa-effetto?”) e di Davide Ferioli dell’Università degli Studi di Milano (“Determinanti fisiologiche per la prestazione nella pallacanestro”).

Tre interventi che hanno centrato il bersaglio, gettando nuove luci in un ambito, come quello sportivo, nel quale la ricerca scientifica riveste oggi un ruolo determinante nell’ottimizzare le prestazioni dell’atleta.

È stato quindi dato spazio alla presentazione del 6° assegno di ricerca “Aldo Sassi” per laureati in scienze motorie, con gli interventi dei professori Amilcare Collina, Paola Vago dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, della moglie dell’indimenticato Aldo Sassi, Marina, e di Andrea Bosio del Centro Ricerche Mapei Sport che ha illustrato il progetto di ricerca “Effetto acuto dell’allenamento con restrizione del flusso ematico periferico nel calcio e nel ciclismo” su cui lavorerà il vincitore del bando.

Ha completato la seconda fase di lavori, introdotta da Andrea Morelli, la relazione di Federico Donghi, vincitore del 5° assegno di ricerca “Aldo Sassi”: «”Delayed potentiation”, l’effetto in diverse discipline sportive: calcio e ciclismo».

 

LA TAVOLA ROTONDA

L’ultima sessione è stata dedicata alla tavola rotonda, moderata dalla giornalista sportiva Federica Lodi, alla quale hanno partecipato Giorgio Squinzi, Eusebio Di Francesco (mister dell’US Sassuolo Calcio fino alla stagione 2016/2017), Sofia Goggia (bronzo mondiale nello slalom gigante e detentrice del record nazionale di podi e punti segnati in una singola edizione di Coppa del Mondo), Giacomo Nizzolo (campione italiano di ciclismo su strada), Massimo Rinaldi (direttore sportivo delle squadre di sci alpino azzurro), Luca Guercilena (team manager della formazione di ciclismo Trek Segafredo) ed Emanuele Tibiletti (preparatore atletico della Pallacanestro Reggiana), confrontandosi sulle due facce dell’allenamento, vale a dire carico e scarico.

Giorgio Squinzi ha esordito sottolineando l’importanza della preparazione e del lavoro di squadra, sulla stessa linea gli interventi di Guercilena, Rinaldi e Tibiletti abituati a lavorare con atleti diversi per un obiettivo comune.

Per Squinzi “non possono esserci grandi risultati se al talento l’atleta non unisce la tenacia di eccellere in ogni situazione insieme alla capacità di riconoscere l’importanza di essere parte di una squadra”.

Il mondo dello sport è costellato di storie di atleti talentuosi che hanno visto interrompere bruscamente i propri sogni per via di infortuni o problemi fisici di ogni tipo. Ma tra questi, c’è anche chi ce l’ha fatta a sconfiggere la sfortuna, trovando un meritato posto nell’albo d’oro della propria disciplina.

È il caso della venticinquenne sciatrice bergamasca, Sofia Goccia che, insieme ai componenti delle squadre maschili e femminili di sci alpino impegnati nella prossima Coppa del Mondo di Sci, ha iniziato in questo periodo, presso il Mapei Sport, i test atletici di valutazione.

“Il mio sport richiede molto impegno e mi porta a stare a lungo lontano da casa. Ho una vita intensa e per otto mesi sono in giro per il mondo. Ora sono nella fase di preparazione fisica, sto mettendo fieno in cascina, in vista dei grandi appuntamenti dell’anno olimpico. La popolarità mi ha travolto, ma non mi ha fatto perdere di vista le mie priorità” ha raccontato la sciatrice azzurra.

“A causa di un infortunio non ho potuto prepararmi a dovere nel periodo invernale ed essere al via del Giro d’Italia con la maglia tricolore è stato un grande traguardo; ora sono fiducioso per il prosieguo della stagione, che sono convinto mi riserverà delle belle soddisfazioni” ha aggiunto il ciclista Giacomo Nizzolo.

Alla vigilia dell’ultima partita del Campionato di Serie A e della sua ultima uscita ufficiale come allenatore del Sassuolo, Di Francesco ha affermato con convinzione quanto il lavoro svolto dal Centro Ricerche Mapei Sport abbia contribuito in modo rilevante anche alla sua crescita professionale oltre che a quella della squadra neroverde.

“Oltre alla tecnica e alla preparazione fisica, sono fondamentali i riscontri scientifici che ci forniscono i test sul campo a cui si sottopongono gli atleti. Il metodo di Mapei Sport, insieme alle nostre capacità, ci ha permesso di crescere e raggiungere traguardi importanti” ha concluso Di Francesco.

L’appuntamento con il prossimo Convegno Centro Ricerche Mapei Sport è per l’anno prossimo, con l’ambizione di coinvolgere sempre più professionisti appassionati e giovani scienziati dello sport nello spirito enunciato nella mission del Mapei Sport che è quello di “agire sempre mantenendo un rigoroso approccio scientifico e un assoluto rispetto degli irrinunciabili valori etico-sportivi, contribuendo in tal modo alla diffusione di una corretta cultura sportiva in ogni settore della società”.

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