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Davide Bandera
Product Manager Linea prodotti per il risanamento di edifici in muratura, Mapei Spa
La salvaguardia dell’architettura contemporanea presuppone un'indagine sull'edificio da un punto di vista storico, materico e costruttivo: la proposta Mapei.

Chiariamo subito il tema: cosa si intende per restauro del “moderno” e quali sono le differenze con un intervento di ripristino del calcestruzzo?

Se per restauro intendiamo “ogni intervento su monumenti, architetture, opere d’arte e altri oggetti di valore artistico, storico o antropologico successivo al completamento dell’opera” si può affermare che l’approccio metodologico nell’affrontare il restauro di un edificio moderno è lo stesso che abbiamo quando ci troviamo di fronte a un immobile di riconosciuto valore storico e architettonico. La vera differenza è solo “tecnologica”, intesa come metodi costruttivi e materiali impiegati nella costruzione di un edificio moderno dove i materiali impiegati sono soprattutto il calcestruzzo armato e non, e gli elementi costitutivi, che molto spesso sono laterizi forati. Quando il degrado coinvolge le armature, le prestazioni strutturali decadono velocemente con gravi rischi per la stabilità dello stesso edificio o della struttura. Quando il degrado interessa invece la superficie del cemento faccia a vista - si pensi per esempio a un cemento decorativo composto da aggregati colorati - qualsiasi intervento di ripristino ne cambierà l’aspetto estetico. Problematiche che non si trovano negli edifici storici dove le murature sono state realizzate con laterizi pieni, pietre e/o tufo, oppure erano ricoperte da intonaci cosiddetti di “sacrificio” che “invecchiavano” insieme all’edificio, ma allo stesso tempo proteggevano la struttura dalle intemperie e dalle aggressioni atmosferiche. Con i primi del ‘900 il cemento armato cambia le regole del gioco unitamente alla realizzazione di strutture sempre più snelle in cui il calcestruzzo diventa faccia a vista, in grado di mettere in risalto la tessitura dei casseri, a volte in legno. Si scopre più tardi che il materiale, pensato inizialmente come inattaccabile e duraturo, se non protetto sufficientemente, è facilmente degradabile principalmente per l’ossidazione dei ferri di armatura. Ed ecco che si incomincia a pensare a interventi di ripristino del calcestruzzo armato – concepiti come reintegrazione e protezione delle parti degradate e, al contempo, di restauro del moderno – là dove le strutture sono state progettate da illustri architetti e ingegneri. Il restauro del moderno però non può più basarsi sulle ricette tramandatesi dai restauratori in quanto i materiali sono differenti. Non si hanno più malte a base calce, bensì materiali cementizi che implicano metodologie di intervento e applicative differenti. Il comun denominatore resta ad ogni modo sempre quello di preservare l’esistente, indipendentemente che si tratti di patrimonio storico, oppure di edilizia moderna vincolata.

Quali le regole da seguire per elaborare una corretta metodologia d'intervento?

Indipendentemente che si tratti di un edificio storico o di recente costruzione, quando si parla di riqualificazione, i principali interventi riguardano il consolidamento strutturale, il ripristino e risanamento, anche conservativo, nonché restauro. Se con il restauro dell’antico ci si poteva affidare, come ho già indicato, alle ricette tramandate da vecchi restauratori, con il restauro del moderno si passa dall’artigiano al tecnico di laboratorio che, come facciamo già da moltissimi anni in Mapei, formula prodotti specifici certificati che garantiscano l’adesione in spessori minimi, materiali a base di resine e primer organici che garantiscono protezione alle armature interne, che creino un potente incollaggio delle nuove malte di riparazione alle strutture cementizie originarie in spessori anche di pochi millimetri. Le linee guida da seguire, che influenzano anche lo studio e la scelta dei materiali da utilizzare, sono anche estetiche e si differenziano da quelle dell’edilizia storica. Il segno del tempo che dona poesia e autorità agli edifici storci negli edifici moderni è segno invece di degrado e di cattiva manutenzione. Nel restauro del moderno la forma e l’aspetto originario prevalgono sul segno del tempo. Per questo, anche la manutenzione e la specializzazione di tecnici e imprese diventa un argomento fondamentale nel momento in cui si deve intervenire su un edificio moderno vincolato.


Quanto è importante comprendere l'architettura moderna e conoscerne materiali e strutture per un'efficace proposta progettuale?

Un punto imprescindibile per ogni attività finalizzata alla tutela e alla conservazione di qualunque tipologia di manufatto – antico, moderno o contemporaneo che sia – studio, ricerca crescita della conoscenza e della consapevolezza di valore e qualità, sono le basi necessarie per affrontare con successo un’attività di restauro. Nello specifico, la conservazione e il restauro del patrimonio architettonico moderno richiede una conoscenza analitica della consistenza dell’opera che, proprio nella sua materialità, incorpora valori storici artistici e culturali. Il confronto diretto con gli aspetti tecnici è oltremodo fondamentale per le opere del Novecento che spesso adottano soluzioni tecniche a volte sperimentali e non collaudate che nel tempo si sono talvolta rivelate carenti o fragili. I processi connessi alla salvaguardia delle architetture contemporanee presuppongo sempre la conoscenza dell'edificio da un punto di vista storico, materico e costruttivo e investono aspetti quali la messa a norma in relazione alla sicurezza strutturale e le esigenze di conservazione.


Qual è la proposta Mapei per il restauro
di un edificio moderno?

Come più volte ho già avuto modo di dire, non vi sono sostanziali differenze tra il restauro di un edificio in muratura antico e quelle di uno moderno. Una volta individuate con precisione le cause che hanno determinato il problema o il degrado di uno o dell’altro, la forza di Mapei è quella di avere a disposizione una vasta gamma di prodotti per aiutare il prescrittore-progettista e l’applicatore a individuare i materiali più idonei da impiegare per il risanamento conservativo e il restauro di ciascun edificio. In Mapei la Linea Risanamento e Restauro, composta da un team di persone specializzate, fornisce giornalmente consulenze tecniche, attraverso sopralluoghi in cantiere, relazioni d’intervento, analisi prezzi e voci di capitolato, a supporto del progettista prescrittore e delle imprese, anche quelle specializzate che si occupano di restauro. Last but not least, con i tecnici della Soprintendenza con i quali il team si interfaccia per aspetti prettamente tecnici. Un punto di forza di Mapei è di essere a fianco di architetti, progettisti e di imprese specializzate anche nella delicata fase diagnostica volta a indagare, non solo la composizione chimico-fisica dei materiali impiegate originariamente nella costruzione di un edificio, ma anche le cause che hanno prodotto il momentaneo stato di degrado. Dopo questa fase diagnostica, è possibile definire come operare, scegliendo i materiali e i sistemi più idonei per procedere, infine, con la loro messa in opera, indipendentemente che si debba intervenire sul patrimonio storico e moderno.

Mapei contribuisce coi suoi prodotti al restauro di edifici importanti e “iconici” in tutto il mondo. Vuole ricordarne qualcuno?

Nell'ambito delle architetture moderne e contemporanee, tra i diversi esempi di interventi realizzati con il contributo tecnologico e di assistenza di Mapei, un posto in primo piano va sicuramente assegnato alla riqualificazione del Museo Guggenheim di New York, opera di Frank Lloyd Wright del 1943, una tra le più importanti architetture del XX secolo. La milanesità di Mapei non poteva esprimersi in modo migliore nella conservazione di diversi edifici moderni della città che l’ha vista nascere nel 1937. Tra questi numerosi edifici progettati da Giò Ponti come il Grattacielo Pirelli, la Chiesa di Santa Maria Annunciata presso l’Ospedale San Carlo Borromeo, la Nave e il Trifoglio del Politecnico di Milano – secondo l’architetto Renzo Piano – “la più bella aula magna del mondo”. Sempre a Milano possiamo ricordare l’ex Padiglione 3 della Fiera, il primo “Palazzo dello Sport” della città, progettato dall’ingegnere architetto Paolo Vietti Violi e inaugurato nell’aprile del 1923, rappresentava uno spazio di raccordo tra il centro urbano e il nascente polo fieristico. Terminati nel 2010, importanti lavori di restauro e riqualificazione che hanno visto protagonisti i prodotti Mapei sono quelli eseguiti alla Stazione Centrale, inaugurata nel 1931 su progetto dell'architetto Ulisse Stacchini.
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Davide Bandera
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