Le grandi e medie imprese di costruzione e i distributori di materiali edili sono i partner privilegiati di Mapei. La crescita di Mapei e la notorietà del suo marchio in tutto il mondo sono in gran parte il risultato dei rapporti sempre più stretti che nel tempo si sono consolidati con questi pilastri del mondo dell’edilizia. La politica commerciale di Mapei ha sempre seguito un orientamento preciso, scegliendo i rivenditori di materiali edili come partner privilegiati per la vendita dei suoi prodotti.

Le grandi e medie imprese di costruzione e i distributori di materiali  edili sono i partner privilegiati di Mapei. La crescita di Mapei  e la notorietà del suo marchio in tutto il mondo sono in gran  parte il risultato dei rapporti sempre più stretti che nel tempo si  sono consolidati con questi pilastri del mondo dell’edilizia. La  politica commerciale di Mapei ha sempre seguito un orientamento  preciso, scegliendo i rivenditori di materiali edili come  partner privilegiati per la vendita dei suoi prodotti.  In pochi casi Mapei deroga da questa regola, come quando  si forniscono grossi cantieri direttamente con prodotti che  normalmente non transitano dalla rivendita. Oppure quando  l’entità della fornitura è tale, come importo, che il rivenditore  preferisce, per l’alta esposizione, restarne fuori. Ci riferiamo  così alla costruzione o al ripristino di una diga, di un viadotto  o di un ponte dove la fornitura può valere qualche decina di  autotreni di materiale. Nei grandi lavori sono dunque le imprese  di costruzioni a scegliere Mapei per i prodotti ma anche per i  servizi di assistenza tecnica e di ricerca, e sono i tecnici qualificati  dell’azienda a confrontarsi con i professionisti delle imprese  per trovare le soluzioni migliori e garantire il miglior risultato  possibile.  

 

Questo rapporto diretto e costante con le grandi imprese di  costruzione che operano a livello internazionale oltre ad essere,  a volte, l’unica strada percorribile per entrare in mercati non  ancora esplorati, è anche un efficace mezzo di comunicazione  per far conoscere a livello globale l’evoluta tecnologia di Mapei  e le molteplici problematiche di cantiere risolte con i suoi sistemi  di prodotto. Mapei cresce facendo tesoro delle conoscenze  e delle relazioni, dentro e fuori l’impresa.  Questi principi trovano una loro applicazione quotidiana nel  rapporto diretto e costante con i rivenditori che promuovono  e vendono i prodotti dell’azienda sul territorio. Ed è un legame  strettissimo quello che lega Mapei alla distribuzione edile. Un  legame che si alimenta di reciproci scambi d’informazioni e di  conoscenze per poter essere vincenti su un mercato in continua  trasformazione.  La crescita di Mapei coincide spesso con la crescita dei rivenditori  che negli anni hanno scelto di promuovere i prodotti e  un marchio che è diventato sinonimo di qualità, affidabilità e  sicurezza.  Per alimentare questo rapporto, l’impegno della forza vendita  di Mapei trova validi sostegni anche dall’impegno del Marketing  Operativo Mapei, che fornisce ai distributori tutte le informazioni  tecniche relative ai prodotti.  In questo senso, i nodi strategici del rapporto sono, da un lato  la preparazione del personale tecnico-commerciale che con la  rivendita si relaziona quotidianamente, insieme a un capillare  programma di formazione; dall’altro lato, il materiale informativo,  cartaceo e multimediale, predisposto per illustrare le caratteristiche  dei prodotti e le loro modalità di impiego.  Seguendo questa via, in occasione dell’80° anniversario il nuovo  sito internet di Mapei amplificherà la mission aziendale che  da sempre è informare, supportare, coinvolgere e facilitare nelle  scelte progettuali, costruttive e applicative.  Dal costante scambio di esperienze e d’idee con i propri clienti  e con le rivendite edili, Mapei recepisce le indicazioni per orientare  l’innovazione e ampliare la gamma delle linee e delle referenze.  Sono anche queste le leve di una crescita costante,  confermata anche dagli ultimi dati di bilancio.  Mentre per una classifica relativa alle prime aziende italiane del  comparto dei “prodotti chimici per l’edilizia” (i dati sono relativi  ai bilanci del 2015) rimandiamo alla tabella pubblicata in questa  pagina, il mese di dicembre 2016, per il Gruppo Mapei,  si è chiuso con un incremento del 4,2% sullo stesso mese  dell’anno precedente; in evidenza le Americhe (+17,4%), l’Europa  dell’Est (+10,3%) e l’Asia (+9,0%). Il fatturato consolidato  dell’intero 2016 evidenzia, inoltre, un incremento del fatturato  mondiale del Gruppo Mapei di oltre il 4%.  Ed è prendendo spunto dagli ultimi dati di bilancio pubblicati  che abbiamo deciso, all’inizio del nuovo anno, di fare un punto  sull’andamento e sulle previsioni di crescita, per il 2017, delle  imprese di costruzioni italiane e del comparto della distribuzione  edile. Il loro stato di salute, per quanto abbiamo detto sopra,  ci interessa direttamente, perché Mapei non è un semplice fornitore  ma un partner attento e disponibile per tutti gli operatori  del settore. 

 

 

I DISTRIBUTORI DI MATERIALI EDILI 

IL VOLTO DI UN MERCATO CHE “RESISTE” E ORA VUOLE CRESCERE 

Il numero 73 di YouTrade – rivista sulle tendenze e l’attualità  della distribuzione edile – uscito nel mese di ottobre dello  scorso anno, ha presentato la classifica Top 350 delle aziende  della distribuzione edile italiane sulla base di dati Cresme.  Dall’analisi dei bilanci 2015 emergono alcuni dati interessanti:  una su quattro è in perdita, ma diminuisce il numero di quelle  che registrano un calo del fatturato. Ai primi posti si piazzano  Bauexpert (posizione invariata) e salgono Orsolini Amedeo e  Zanutta. Soffrono di più i piccoli, tengono le grandi, ma c’è  chi guadagna.  In un contesto economico che ancora deve trovare un assestamento  positivo ed equilibrato, “resistere” sembra la parola  d’ordine alla quale si stanno conformando le imprese della  distribuzione edile, secondo le dinamiche aziendali che traspaiono  da questo comparto indagato dal report di YouTrade.  Ci si riferisce a un sistema economico che, nell’analisi delle  sole società di capitali, ha prodotto nel 2015 un fatturato  superiore ai 2,3 miliardi di Euro, per un utile netto di oltre 22  milioni di euro.  Dimensioni ragguardevoli per un comparto che è riuscito a  limitare i danni e a tornare quasi in territorio positivo in un  anno che si potrebbe definire di stabilizzazione  per l’economia, anche se  non per il settore delle costruzioni. 

UN PROBLEMA DI DIMENSIONI 

La variazione del fatturato registrata  rispetto al 2014 è, infatti, pari allo  -0,2%, il dato migliore da quattro anni  a questa parte.  Un dato di fatto è che la distribuzione edile italiana è caratterizzata  da una notevole eterogeneità di andamenti in relazione  alla dimensione aziendale, intesa come fatturato complessivamente  prodotto.  I primi 50 distributori di materiale edile hanno prodotto nel  2015 oltre 1 miliardo e 200 milioni di fatturato, ovvero il 54%  dell’intero volume di fatturato dei distributori Top 350, in crescita  di 16 milioni rispetto al 2014 (+1,3%), che vuol dire ritornare  ai volumi a cavallo della ripresina del 2011.  Le ultime 50 aziende della Top 350 - distributori  con fatturato al di sotto di 1,7  milioni di Euro - sono invece quelle che  vanno peggio. Il 40% di queste, infatti, è  risultato in perdita nel 2015, contro appena  il 14% (ovvero 7 aziende) nel caso  delle Top 50.  Di contro, le prime dieci aziende del  settore della distribuzione edile italiana,  secondo la ricerca YouTrade, hanno prodotto nel 2015 oltre  556 milioni di Euro di fatturato, ovvero quasi un quarto del  fatturato complessivo dei primi 350 distributori nazionali, per  un totale netto di 6,1 milioni di Euro.  Le aziende nella Top 10 sembrano viaggiare su un altro binario  rispetto alle altre, dato che il fatturato (cumulato) nel 2015  è aumentato del 2,6%. 

DIFFERENZE REGIONALI 

Una lettura territoriale dei dati di bilancio racconta come le  aziende del Nord Est e in particolare Veneto, Friuli Venezia  Giulia ed Emilia Romagna, ma anche quelle del Sud e in particolare  Molise, Campania, puglia, Basilicata e Calabria abbiano  vissuto un 2015 in crescita di fatturato. Tuttavia, secondo  il report di YouTrade, vi è una forte differenza nella crescita  del fatturato delle aziende del Nord Est rispetto a quelle del  Sud per la dimensione media d’impresa che, per esempio  in Veneto e soprattutto in Friuli Venezia Giulia, ma anche in  Emilia Romagna supera la media nazionale di 6,6 milioni di  euro di fatturato, mentre nelle regioni del Sud questo valore  scende anche a circa la metà della media nazionale. Questo  vuol dire, in sintesi, che le aziende con capacità strutturale e  organizzativa adeguata sono in grado di competere anche in  un mercato stagnante in ambiti territoriali nei quali la competizione  è comunque molto elevata. 

 

IMPRESE DI COSTRUZIONI 

IN CRESCITA IL FATTURATO ESTERO DELLE IMPRESE ITALIANE: NEL 2015 +14,5% RISPETTO AL 2014  
Continua a crescere il fatturato all’estero delle grandi e medie  imprese di costruzione italiane, per l’11° anno consecutivo.  Da sottolineare, in particolare, il forte aumento della presenza  delle imprese italiane di costruzione sui mercati più sviluppati:  7 miliardi di commesse acquisite in 21 Paesi Ocse, che rappresentano  circa la metà del totale dei contratti sottoscritti nel  2015. E la crescita accelera: nel 2015 i cantieri all’estero hanno  portato ricavi per 10,99 miliardi di Euro, +14,5% sul 2014, contro  i +10,2%, +8,6% e +11,1% dei tre anni precedenti. Nel frattempo,  sempre nel 2015, il fatturato in Italia delle stesse imprese  è calato a 5,137 miliardi, -12,2%, arrivando a rappresentare  solo il 30% dei ricavi dei grandi costruttori. È quanto emerge  dal Rapporto Ance 2016 sulla presenza delle imprese italiane  di costruzione all’estero (dati 2015), presentato il 5 ottobre dello  scorso anno alla Farnesina congiuntamente con il Ministero  degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.  L’indagine Ance si svolge, come ogni anno dal 2004, sulle 38  imprese grandi e medie con forte presenza sui mercati esteri,  campione che “rappresenta – secondo l’Ance - la quasi totalità  delle attività internazionali dell’industria delle costruzioni civili  italiane”. “È chiaro – spiega Giandomenico Ghella, presidente  del Comitato permanente lavori all’estero di Ance – che dai  numeri dello studio emergono soprattutto le dinamiche internazionali  delle maggiori imprese; ma è anche significativa la  presenza di imprese di medie e piccole dimensioni, che hanno  imboccato decisamente la via dell’internazionalizzazione”. Undici  anni fa il fatturato estero del medesimo campione d’imprese  era di 3,1 miliardi di euro, il 31,4% del loro fatturato, nel 2015  11,99 miliardi, il 70% del totale.  La crescita cumulata 2004-2015 è stata del 286%, il 14,5%  medio annuo, mentre il fatturato in Italia è sceso da 6,786 a  5,137 miliardi (-24,3%). 

CONTRATTI DA 87 MILIARDI DI EURO 

Alla fine del 2015 le imprese italiane di costruzione erano titolari  di 627 contratti per un valore di oltre 87 miliardi di Euro  (+13 miliardi rispetto al 2014) e un portafoglio lavori di 46,5  miliardi. Nel solo 2015, i nuovi cantieri aperti sono stati 231  per un totale di 17,2 miliardi di Euro (+30% rispetto alla media  degli ultimi 8 anni) e un portafoglio ordini di 10 miliardi. I  contratti di concessione sono 22, per quasi 34 miliardi. Le  imprese italiane sono presenti in 89 Paesi (+5 mercati rispetto  al 2014) e hanno creato, o controllano, oltre 280 società di  diritto estero, a testimonianza che l’attività estera rappresenta  ormai un business stabile. In forte aumento la presenza delle  imprese italiane sui mercati più sviluppati: i 7,3 miliardi di nuove  commesse nei 21 Paesi Ocse rappresentano il 42% del  totale dei contratti sottoscritti nel 2015, mentre i 16 Paesi del  G-20 costituiscono il 33% del portafoglio lavori complessivo  (28 miliardi di euro). 

SALINI IMPREGILO AL TOP PER FATTURATO 

Secondo una ricerca del Cresme, infine, il contributo dell’attività  estera delle costruzioni sul Pil italiano è significativo: nel  2014, i 10,94 miliardi prodotti all’estero dalle imprese italiane  hanno generato un impatto diretto sul nostro prodotto nazionale  di 3,8 miliardi; la ricaduta complessiva, invece, oscillerebbe  intorno allo 0,7-0,8%.  A guidare la lista dei “campioni dei lavori all’estero” è Salini  Impregilo, con 4.028 milioni di fatturato fuori confine nel 2015  (l’85% del totale), seguito da Astaldi (2.357 milioni, 82,5%),  Condotte (772 milioni, 58%), Bonatti (729,7 mln, 78%), Cmc  di Ravenna (612,2 mln, 52%), Rizzani (546,3 mln, 82%), Trevi  (536,7 mln, 89%), Ghella (474 mln, 66%), Sicim (327,3 mln,  99%), Icm (294,2 mln, 61%).  I risultati dell’indagine Ance 2016 testimoniano come l’attività  estera per le imprese delle costruzioni rappresenti ormai un  business stabile, grazie anche all’intenso lavoro di diplomazia  economica, che vede al centro l’azione della Farnesina insieme  al Ministero dello Sviluppo Economico, all’Agenzia Ice  (Istituto Nazionale per il Commercio Estero), alla Sace (Servizi  assicurativi per Export e Internazionalizzazione), alla Simest  (Società Italiana per le Imprese all’Estero) e al sistema bancario,  sempre al fianco delle imprese nelle missioni all’estero. 

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