Francesco Doria
Responsabile Centro Studi Mapei
L’edilizia italiana ha evidenziato lo scorso anno alcuni segnali di ripresa, conseguendo nel complesso una crescita degli investimenti che alcuni istituti di analisi stimano compresa tra l’1 e il 2%.

L’edilizia italiana ha evidenziato lo scorso anno alcuni segnali  di ripresa, conseguendo nel complesso una crescita degli investimenti  che alcuni istituti di analisi stimano compresa tra l’1  e il 2%. Dopo la grave  fase recessiva del periodo 2007-2014, la fine della caduta del  mercato delle costruzioni si è concretizzata già nel 2015. Secondo  Cresme, la crescita moderata che ha caratterizzato il  2016 dovrebbe verificarsi anche nel il biennio 2017-2018. I tre  drivers dello sviluppo del mercato sono identificati nel rinnovo  residenziale, nelle infrastrutture e nel settore dell’edilizia non  residenziale privata.  In base alle stime formulate, nel 2016 la performance del settore  edilizio è stata migliore a rispetto a quella complessiva  dell’economia: il PIL italiano è cresciuto infatti dello 0,8%.  Nel 2017, secondo le previsioni formulate da Cresme e Prometeia,  il settore costruzioni continuerà a svilupparsi più dell’economia  nazionale, conseguendo un incremento previsto in  circa il 2%, a fronte di una crescita del PIL valutata nello 0,9%.  Le stime Ance sull’andamento dell’edilizia italiana indicano, invece,  per il 2017 una crescita più modesta, pari allo 0,8% e  quindi in linea con quella del PIL.  Il comparto residenziale assume una forte prevalenza nella  destinazione degli impieghi, assorbendo circa la metà degli  investimenti. Il settore del genio civile incide per circa 1/5 del  valore del mercato, mentre si stima che l’incidenza dell’edilizia  non residenziale sia di poco superiore al 30%.  Seguendo un trend comune a molte economie mature, l’edilizia  italiana tende ad essere sempre più legata al settore recupero.  Gli investimenti in nuove costruzioni hanno ulteriormente  ridotto il loro peso nel mix dell’edilizia italiana, che è oggi stimato  nel 26%. 

 

NUOVE COSTRUZIONI RESIDENZIALI 

Anche nel 2016 si è verificata una forte flessione degli investimenti  in nuove abitazioni, che è stimata in circa il 4%. La  crisi del settore e potrebbe arrestarsi solo nel 2017 ma alcuni  osservatori ipotizzano che per una ripresa degli investimenti  si debba attendere il 2018. Nel 2016 vi sono stati alcuni timidi  segnali di ripresa del mercato abitativo. Le stime  relative al 2017 indicano un’ulteriore crescita nel numero delle  transazioni immobiliari residenziali.  Anche i dati relativi al 3° trimestre 2016 sull’erogazione di credito  per investimenti in abitazioni evidenziano un incremento  sullo stesso periodo del 2015. Nonostante alcuni indicatori  evidenzino una dinamicità del settore, altri elementi quali l’esistenza  di un ampio patrimonio di invenduto e l’elevata tassazione  sugli immobili – che scoraggia gli investimenti speculativi  in case – hanno frenato il rilancio della nuova edilizia abitativa.  Il perdurante stato di crisi dell’edilizia residenziale è testimoniato  dai numeri sulle nuove abitazioni ultimate e immesse sul  mercato. Cresme stima che nel 2016 le housing completions  saranno 106.000, in flessione del 3,6% rispetto al 2015.  Le nuove unità immobiliari immesse nel mercato lo scorso  anno sono inferiori del 69% ai numeri record del 2007, quando  furono edificate 338.000 abitazioni. 


RINNOVO RESIDENZIALE 

Gli investimenti nel rinnovo delle abitazioni hanno evidenziato  nel 2016 un andamento positivo, con una crescita che i principali  enti previsori stimano in media nel 3%.  Sulla crescita del comparto ha inciso in modo determinante il  sistema degli incentivi. Si stima, infatti, che circa il 60% degli  investimenti nel rinnovo residenziale, siano stati “incentivati”. È  di fondamentale importanza quindi che anche per il 2017 si siano  confermati gli “ecobonus” e i “bonus per le ristrutturazioni”  e che sia stato introdotto il nuovo “bonus sisma”, che prevede  la possibilità di detrarre una percentuale Irpef per le spese di  adeguamento antisismico. 


NUOVE COSTRUZIONI NON RESIDENZIALI 

Gli investimenti nella nuova edilizia non residenziale - sia pubblica  che privata - hanno attraversato una lunga fase recessiva  cominciata nel 2003 e durata per 12 anni. La crisi si è  conclusa solo nel 2015 quando, a fronte di un lieve miglioramento  del quadro macroeconomico, le imprese hanno avuto  una maggiore propensione a intraprendere investimenti in  edifici ad uso industriale, commerciale, logistico e in uffici. Lo  sviluppo del settore non residenziale privato è proseguito nel  2016 e, secondo le stime, dovrebbe caratterizzare anche il  prossimo biennio, per il quale si attende una crescita media  annua compresa tra il 2 e il 3%. Le stime sono ovviamente  subordinate al non deteriorarsi del quadro macroeconomico,  sul cui andamento pesano fattori di incertezza.  Gli investimenti pubblici nella nuova edilizia scolastica e ospedaliera  dovrebbero evidenziare nel periodo 2017-2018 un  modesto incremento, stimato in circa l’1%. Anche nel caso  dell’edilizia non residenziale, le crescite ipotizzate per i prossimi  anni permetteranno di recuperare solo in minima parte i  crolli accusati durante la fase recessiva del mercato.  Lo scorso anno il numero di transazioni relative ad immobili  non residenziali ha registrato una crescita rispetto al 2015. Si  tratta di un segnale incoraggiante che fa intravedere una parziale  ripresa del settore. 


INVESTIMENTI NELLA MANUTENZIONE DI EDIFICI  NON RESIDENZIALI

Nel corso della lunga crisi del settore, il comparto del rinnovo  non residenziale ha avuto un andamento migliore rispetto alle  nuove costruzioni. Nel 2016 si stima per gli investimenti nella  manutenzione di edifici non residenziali – sia pubblici che  privati – una crescita contenuta rispetto all’anno precedente.  Gli investimenti che il Governo ha pianificato per la ristrutturazione  e messa a nuovo degli edifici scolastici dovrebbero garantire  nel biennio 2017-2018 un buon andamento del comparto  del rinnovo di edifici pubblici. Si attende una crescita  media annua di poco superiore all’1%. 


OPERE DEL GENIO CIVILE 

Secondo le stime Cresme, nel 2016 il settore delle infrastrutture  ha registrato una sostenuta crescita degli investimenti,  contribuendo allo sviluppo complessivo del mercato delle costruzioni.  Il mercato sembra quindi aver superato la lunga crisi che era  cominciata nel 2005. Nel decennio di crisi del comparto del  genio civile, il valore degli investimenti si era contratto di circa  il 40%.  Gli orientamenti strategici identificati in tema di Opere Prioritarie  si sono tradotti nell’individuazione di alcuni progetti ripartiti  in stradali, ferroviari, metropolitane e Sistema Mose, per un  costo totale di oltre 87 miliardi di Euro. L’evoluzione di questi  progetti ha guidato negli ultimi anni - e determinerà nel prossimo  futuro - lo sviluppo del mercato italiano delle infrastrutture.  Un importante contributo all’espansione del settore dovrebbe  venire, inoltre, dagli investimenti relativi alla ricostruzione del  patrimonio pubblico localizzato nelle aree danneggiate dal sisma  dello scorso anno.  Sulla base dell’analisi delle previsioni di spesa della Pubblica  Amministrazione e delle grandi aziende pubbliche, si stima  che il comparto del genio civile possa continuare a crescere  nell’anno in corso. L’incremento complessivo degli investimenti  viene stimato dai vari enti previsori compreso tra il 2%  e il 3%.  Il progresso nello sviluppo delle infrastrutture è una condizione  imprescindibile per permettere di conseguire una crescita del  mercato delle costruzioni nazionale. Vista la perdurante crisi  della nuova edilizia abitativa, è proprio il settore del genio civile  (unitamente a rinnovo residenziale e al settore non residenziale  privato) che può svolgere il ruolo di traino del mercato.  Se gli impegni di spesa del Governo fossero disattesi, infatti,  le previsioni sull’andamento complessivo dell’edilizia italiana  sarebbero inficiate e il settore costruzioni potrebbe tornare ad  accusare una modesta congiuntura.  

Francesco Doria. Responsabile Centro Studi Mapei

Francesco Doria
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