Davide Drei
Sindaco di Forlì
Intervista al Sindaco di Forlì Davide Drei: "La sinergia pubblico-privato rilancia il territorio"

Ancora prima di aprire, la mostra in corso - “L’Eterno e il Tempo tra Michelangelo e Caravaggio” - è stata prenotata da oltre 35.000 visitatori. Quali sono le basi di questo “successo annunciato”?

La grande Mostra che viene ospitata nei suggestivi spazi del complesso museale del San Domenico e, eccezionalmente in questa occasione, nell’annessa chiesa di San Giacomo, è espressione di un progetto artistico che nasce dalla volontà di compiere un ulteriore salto di qualità, accompagnando il visitatore in una riflessione che investe allo stesso tempo la dimensione estetica e le dimensioni storiche, filosofiche, etiche, religiose, politiche, richiamando l’attenzione su una delle fasi più controverse e articolate della storia e della storia dell’arte. Da qui le ragioni di un successo annunciato, per il quale molto si deve alla positiva sinergia e al sodalizio tra l’investimento pubblico - col suo patrimonio di storia nel polo del San Domenico - e il fermento creativo del capitale privato, con gli straordinari risultati che sono sotto i nostri occhi e che divengono occasione di sviluppo economico, culturale, sociale che si riverbera sull’intero territorio, nel panorama regionale e nazionale.

 

Negli ultimi quindici anni la città di Forlì ha attribuito un peso e un’attenzione molto più ampia che in passato alla dimensione culturale. La prima tappa di questo processo è iniziata nel 2005 con l’apertura al pubblico dei Musei di San Domenico, che hanno ospitato la prima di una lunga serie di mostre ed eventi culturali. A distanza di quindici anni com’è cambiata la città?

Quando una comunità si trova a essere depositaria di un patrimonio artistico e architettonico ricco come quello forlivese, diventa titolare anche di una missione imprescindibile, che è quella di conservare, valorizzare e trasmettere questo patrimonio alle nuove generazioni. È una missione, ma prima di tutto un dovere morale e un investimento, perché la cultura è il bene più prezioso da consegnare a chi, seguendo in parte le nostre orme, intraprenderà un nuovo cammino. Partendo da queste considerazioni, ci si può rendere conto dell’importanza di alcuni passi compiuti nella nostra città in questi ultimi 20 anni, come il disegno e poi la realizzazione di un nuovo assetto della mappa cittadina delle occasioni culturali, con interventi mirati sui contenitori e sui contenuti. 

In questo quadro ha giocato e gioca senza dubbio un ruolo di primo piano il sistema dell’avvicendarsi di grandi esposizioni presso il complesso del San Domenico, un’articolata unità architettonica ripristinata con la massima attenzione alla sua storia e al suo carattere originario. Questo sistema è stato in grado di inserire Forlì nel circuito dei grandi flussi di quello che comunemente viene definito “turismo d’arte”, sempre più frequentato e strategico in un’ottica di crescita culturale e anche economica su scala nazionale. Così, quella che a partire dalla grande mostra sul Palmezzano poteva essere considerata una scommessa, ha guadagnato nel tempo il credito e l’attenzione che ormai ogni nuova esposizione inserita nella programmazione del San Domenico e della chiesa del San Giacomo è in grado di generare.

 

 

Nell’ultimo decennio anche in Italia si registra una significativa crescita dell’interesse privato negli investimenti in arte. In che misura Forlì ha beneficiato di mecenatismo e sponsorizzazioni culturali da parte di privati e aziende?

La cultura, desidero ribadirlo, è asse fondamentale delle politiche di questa Amministrazione comunale e il volano articolato e pluripartecipato per il rilancio economico e sociale di una comunità, secondo un modello che vede convergere sui concetti di bellezza, di conoscenza e di critica, l’investimento pubblico e l’humus ideativo dei privati. Ed è anche la cornice, per gli attori del privato e del privato-sociale, nella quale esprimere il proprio valore e la propria vocazione attraverso azioni di grande respiro e crescita.

Per quanto riguarda in particolare le grandi mostre, nel tempo si è consolidata la collaborazione tra il Comune di Forlì e la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, che ha avviato un circuito virtuoso, all’interno del quale il contenitore ha mutuato dignità dai contenuti e questi hanno tratto respiro dal pregio del contenitore.

Non solo le mostre, anche altre iniziative culturali e artistiche hanno goduto e godono del contributo fattivo di importanti realtà private del nostro territorio, e tutte con esiti molto positivi.

 

Forlì, da sempre città agraria con numerosissime piccole e medie imprese, ma anche grandi industrie, non è mai stata considerata una meta turistica. Attraverso questa forte attenzione all’arte e alla cultura le cose stanno cambiando. Oltre agli indubbi effetti sull’economia locale, quali altre positive ricadute vi sono state per la città e i suoi abitanti? Come stanno vivendo i forlivesi questa positiva trasformazione?

Il nostro territorio si caratterizza per la presenza di importanti realtà industriali, conosciute in tutte il mondo, che hanno saputo attraversare la crisi economica di questi anni grazie alla capacità di innovazione e alla forte spinta all’internazionalizzazione. In questo tessuto produttivo si è innestato e ha trovato favore e sostegno una politica culturale che, a partire dalla riscoperta e dalla valorizzazione del patrimonio esistente, ha aperto una nuova visione prospettica, dalla quale scaturisce anche un evidente ricaduta sul piano economico e turistico.

Una visione che i cittadini forlivesi hanno potuto cogliere e apprezzare, alla quale guardano con attenzione e partecipazione e di cui sono i primi protagonisti.

 

Quale direzione sta prendendo la valorizzazione del patrimonio culturale della città e quali sono i progetti futuri per proseguire questo virtuoso processo? La fase nuova che si è aperta non può rappresentare un’occasione per una riqualificazione della città anche da un punto di vista urbanistico e residenziale?

La nostra Amministrazione ha intrapreso fin dal suo insediamento una politica di rigenerazione dell’intero centro storico, attraverso un ridisegno urbanistico e l’erogazione di contributi a chi collabora a questa azione di recupero sotto il profilo edilizio. Più in generale, la valorizzazione del patrimonio culturale rientra in una strategia di rigenerazione urbana che si ispira a un principio di sostenibilità culturale, sociale e ambientale, di cui il nuovo Campus Universitario è un esempio emblematico. È di pochi mesi fa l’inaugurazione del parco, cui è seguita quella del Padiglione centrale e del nuovo collegamento urbano con il centro storico che, per la prima volta nella storia di Forlì, consente di attraversare l’area dell’ex-ospedale mettendola in collegamento diretto con la città contemporanea. Con questi interventi abbiamo realizzato un progetto che molto ci sta a cuore e che ci ha visti impegnati in questi anni nella rigenerazione di un’area strategica, con l’obiettivo di fare dell’Università, anche dal punto di vista urbanistico, un ponte tra tradizione e innovazione, tra presente e futuro, sempre più incardinata nella vita culturale e sociale della nostra città.

 

Cultura, ma non solo. Di recente Forlì è stata infatti insignita del titolo di “Città Europea dello Sport 2018”.

Il prestigioso riconoscimento attribuito da Aces Italia è un grande onore e una opportunità che ci premia come città vocata allo sport, nel suo significato più ampio. Questo importante risultato è stato conseguito anche grazie agli investimenti compiuti in questi anni per la crescita del nostro patrimonio infrastrutturale, ed è il coronamento di una tradizione sportiva che affonda le radici nella storia del territorio, come testimoniano i tanti concittadini che nel passato e nel presente si sono distinti nelle più diverse discipline e che sono esempio e stimolo per le giovani generazioni. Forlì Città dello Sport e allo stesso tempo Città Europea, un doppio riconoscimento ottenuto grazie all’impegno nella promozione dei valori più autentici collegati all’attività sportiva: senso di appartenenza, solidarietà, inclusione sociale, spirito di squadra, cultura del rispetto, educazione alla salute. Valori che permeano la comunità nelle sue diverse componenti sociali e che sosteniamo con grande convinzione e determinazione.

 

 

Davide Drei
Sindaco di Forlì
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