L’inaugurazione della stazione di Napoli Afragola ha preceduto di alcuni mesi il termine dei lavori della Torre Generali a Milano. Alto 170 m, il grattacielo è stato firmato dall’architetto Zaha Hadid, scomparsa nel 2016 a Miami, e fa parte del progetto di riqualificazione urbanistica e architettonica CityLife. Abbiamo rivolto alcune domande all’arch. Filippo Innocenti, che lavora dal 2002 presso Zaha Hadid Architects di Londra, per cui segue i progetti italiani.

L’inaugurazione della stazione di Napoli Afragola ha preceduto di alcuni mesi il termine dei lavori della Torre Generali a Milano. Alto 170 m, il grattacielo è stato firmato dall’architetto Zaha Hadid, scomparsa nel 2016 a Miami, e fa parte del progetto di riqualificazione urbanistica e architettonica CityLife.

Abbiamo rivolto alcune domande all’arch. Filippo Innocenti, che lavora dal 2002 presso Zaha Hadid Architects di Londra, per cui segue i progetti italiani.

 

Lei ha seguito fin dall’inizio la progettazione e la realizzazione dei lavori della stazione Napoli Afragola. Progettare un’infrastruttura di questo tipo che problemi comporta?

Nella gestione di complessi progetti infrastrutturali è essenziale trovare il punto di equilibrio tra interessi contrastanti: l’architetto deve al contempo delineare gli obiettivi di base del progetto e mediare tra tutte le parti interessate e le loro esigenze. Coinvolgiamo nell’ideazione i nostri clienti, collaboratori e la comunità stessa, avvicinandoli a nuovi modi di lavorare e di concepire il progetto. L’essenza della nostra filosofia consiste nell’ascoltare, collaborare e affrontare con spirito critico tutte le fasi della progettazione, traducendo le richieste dei clienti in design capaci di soddisfarne le esigenze, rompendo gli schemi convenzionali e superando le aspettative.

 

La stazione è stata definita “un ponte sopra i binari”. Perché questa particolare scelta architettonica e cosa ha significato in termini di tecnologia costruttiva?

Il concetto architettonico della stazione nasce dall’idea di favorire al meglio lo scambio dei passeggeri in transito attraverso diversi sistemi di spostamento. Per questo motivo è stata concepita come un ponte sopra i binari, ingrandendo la passerella di collegamento delle piattaforme fino a trasformarla nella galleria di distribuzione principale. L’idea di sfruttare la forma dell’edificio per favorire il flusso dei viaggiatori e l’orientamento interno è uno dei temi principali della nostra progettazione. I viaggiatori in transito tra le diverse linee ferroviarie possono facilmente accedere alle aree ristoro e raggiungere le due gallerie commerciali. Il ponte, inoltre, consente di sollevare gli spazi pubblici della stazione in una posizione privilegiata rispetto al paesaggio circostante e garantisce le migliori vedute sul panorama vesuviano.

 

 

L’arch. Zaha Hadid non ha potuto vedere terminata quest’opera, ma quanto c’è in questo progetto del suo modo di progettare e pensare l’architettura?

Nel 2003, anno della gara indetta dalle Ferrovie Italiane, vista la dimensione relativa dello Studio, Zaha Hadid era sempre coinvolta nella progettazione. Lo schema per la stazione segue le esperienze del museo MAXXI di Roma e della sede BMW a Lipsia, particolarmente importanti nel periodo dell’ampliamento del repertorio formale modernista, grazie alle nuove possibilità offerte dallo strumento digitale. Di questi progetti si può riconoscere la stessa logica formale-organizzativa, in alternativa alla contrapposizione tra verticale e orizzontale tipica dell’architettura moderna, sebbene la complessità della forma della copertura anticipi già il passaggio all’esplorazione formale degli ultimi anni.

 

All’interno dello studio Zaha Hadid lei segue i progetti dello studio in Italia. Alla luce delle sue esperienze professionali, quali sono le differenze di rapporto con le istituzioni in Italia e all’estero?

Ogni progetto ha una sua storia particolare. In Italia abbiamo avuto l’opportunità di lavorare a diversi progetti, dal MAXXI a CityLife alla Stazione Marittima di Salerno, per committenze sia pubbliche che private. Non credo che il rapporto con le istituzioni in Italia sia differente rispetto all’estero per motvi culturali. Piuttosto, i vari progetti differiscono per la procedura di appalto e di gestione. In questi anni ci siamo confrontati spesso con le difficoltà di appalti di progettazione definitiva integrata e al massimo ribasso. Sembra che recentemente le cose stiano cambiando in modo positivo, avvicinando le procedure ai migliori standard europei di riferimento.

 

Come è stato il rapporto professionale tra impresa, committente pubblico e architetti?

Negli ultimi 20 anni, il nostro studio ha avuto il provilegio di confrontarsi con opere di grande ambizione architettonica. Il successo di questi progetti è il risultato di una sinergia di forze e dell’ostinata determinazione di tutte le parti coivolte. Siamo orgogliosi di essere sempre riusciti a trasmettere a tutti gli operatori la nostra grande passione per le opere che costruiamo. In cambio, abbiamo sempre potuto contare sulla professionalità della committenza e sull’esperienza delle migliori imprese.

 

L’innovazione tecnologica nei materiali proposti vede Mapei in prima linea. Quale rapporto c’è fra imprese costruttrici e progettista per la scelta dei materiali da costruzione? E fra progettista e produttori di materiali da costruzione?

L’aspetto fondamentale della ricerca architettonica di Zaha Hadid Architects sta nella costante innovazione.

Il processo innovativo parte dalla progettazione e si estende ai processi, alla gestione e chiaramente alla tecnologia costruttiva. La scelta di materiali innovativi è un punto di forza del nostro studio e il confronto con l’esperienza specifica delle imprese è fondamentale per ampliare il nostro orizzonte tecnologico.

Da italiano residente all’estero, ormai da troppi anni, non nascondo che è sempre un motivo di orgoglio poter ricorrere all’eccellenza dei prodotti nazionali.

I dati del progetto

Cantiere
struttura portante e pavimenti interni
Località
Afragola, Italia
Sottocategoria
STAZIONE FERROVIARIA
Costruito nel
2015
Inaugurato nel
2017
Intervento
fornitura di prodotti per ripristino del calcestruzzo, la finitura e la protezione delle superfici, la realizzazione di rivestimenti in resina, l’impermeabilizzazione della copertura
Inizio e fine dei lavori
2015/2017
Tipo di intervento
Nuove costruzioni
Committente
Rete Ferroviaria Italiana
Impresa appaltatrice
Gruppo Astaldi (per il tramite di Afragola FS Scarl)
Imprese esecutrici
per i manti impermeabilizzanti Polyglass: Alpha AS srl (Carrara, MS) - per i pavimenti in resina: Prima Pavimenti Speciali S.r.l.
Progettisti
Zaha Hadid
Specialisti coinvolti nei lavori
Italferr
Direttore lavori
Italferr
Coordinatore MAPEI
Giuseppe Mastroianni, Renato Soffi, , Luca Velardo, Saces srl
Tag
#architettura #infrastrutture
Foto e Video Gallery
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