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Dopo 30 anni di chiusura, un intervento di restauro costato 12 milioni di euro e 8 anni dalla consegna dei lavori, all’inizio dello scorso febbraio è stato riaperto il Teatro Apollo di Lecce alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del Ministro dei Beni Culturali e del Turismo Dario Franceschini. La serata inaugurale, con direttore artistico Katia Ricciarelli e regia di Pierluigi Pizzi, ha preso l’avvio con l’Inno di Mameli e l’Inno alla Gioia della Nona Sinfonia di Beethoven, eseguiti dall’ Orchestra Sinfonica Tito Schipa di Lecce diretta dal Maestro Gianluigi Gelmetti e dal Coro Lirico di Lecce diretto dal Maestro Emanuela Di Pietro. Ospite d’onore l’attore Giancarlo Giannini, che ha raccontato la storia del Teatro Apollo.

Dopo 30 anni di chiusura, un intervento  di restauro costato 12 milioni di euro e  8 anni dalla consegna dei lavori, all’inizio  dello scorso febbraio è stato riaperto il  Teatro Apollo di Lecce alla presenza del  Presidente della Repubblica Sergio Mattarella  e del Ministro dei Beni Culturali e  del Turismo Dario Franceschini.  La serata inaugurale, con direttore artistico  Katia Ricciarelli e regia di Pierluigi Pizzi,  ha preso l’avvio con l’Inno di Mameli  e l’Inno alla Gioia della Nona Sinfonia di  Beethoven, eseguiti dall’ Orchestra Sinfonica  Tito Schipa di Lecce diretta dal Maestro  Gianluigi Gelmetti e dal Coro Lirico  di Lecce diretto dal Maestro Emanuela Di  Pietro. Ospite d’onore l’attore Giancarlo  Giannini, che ha raccontato la storia del  Teatro Apollo. 


UNA STORIA LUNGA UN SECOLO 

Situato nel centro storico di Lecce, il Teatro  Apollo è considerato uno dei monumenti  più importanti della città pugliese.  La sua struttura attuale risale ai primi anni  del ‘900 quando il proprietario Vincenzo  Cappello, ottenuta la concessione di un  terreno lungo via Trinchese, vi volle realizzare  un teatro. Fino agli anni 80 - quando  fu definitivamente chiusa - la sala fu utilizzata  per concerti, opere, spettacoli di  varietà e proiezione di film.  Nel 2007 il Comune ha indetto una gara  di appalto per avviare i lavori e, dopo circa  100 anni dall’inaugurazione del 1912,  il Teatro Apollo è tornato a nuova vita.  Esternamente il teatro si caratterizza per  il prospetto in stile neoclassico con un  architrave che poggia su un’imponente  serie di colonne. L’interno è decorato in  stile ellenistico, con lampadari e applique  in vetro di Murano e capitelli in pietra leccese.  Il Teatro Apollo, durante le rappresentazioni  liriche, orchestrali ed altro, potrà  ospitare al suo interno 719 spettatori,  di cui 477 in platea, 184 nei due ordini  di palchi e 58 sul loggione. A livello del  piano loggione è presente una sala conferenze  che può ospitare fino a 90 persone.  Il palcoscenico è mobile ed è dotato  di una torre scenica alta 25 m, mentre  la buca d’orchestra arriva ad ospitare 60  orchestrali.  I progettisti hanno privilegiato per gli arredi  tonalità tenui giocate sul marrone, il  grigio, il bianco e il beige e hanno preferito  eliminare il sipario rosso.  È stato inoltre deciso di recuperare la caratteristica  cupola in zinco, che all’inizio  del secolo scorso era dotata di un’apertura  centrale, in corrispondenza della  “lanterna” che fungeva da evacuatore  di fumi. Nella parte alta del foyer è stato  allestito anche un percorso archeologico  dove sono esposti i reperti rinvenuti durante  i lavori. 

 

TECNICHE ALL’AVANGUARDIA E MATERIALI COMPOSITI 

L’Assistenza Tecnica Mapei ha effettuato  una serie di visite tecniche in cantiere,  seguite da una successiva analisi approfondita  dei problemi riscontrati.  Gli interventi sono iniziati con il consolidamento  statico di tutti i pilastri realizzati  in pietra leccese presenti al piano terra  e al primo ordine e dei pilastri in pietra  carparo (entrambe pietre calcaree tipiche  della Puglia) del secondo ordine,  fino a coinvolgere i pilastri in calcestruzzo  dell’ultimo ordine.  Sui pilastri in pietra leccese e in pietra  carparo, che durante le visite tecniche  avevano evidenziato problemi di carattere  strutturale, è stato proposto ed eseguito  -tra i vari interventi - il confinamento  statico con un sistema formato da PLANITOP  HDM MAXI - malta cementizia a  base di leganti a reattività pozzolanica,  fibrorinforzata a elevata duttilità - e da  MAPEGRID G 120 - rete in fibra di vetro  alcali resistente per il rinforzo armato  locale di supporti in muratura e in calcestruzzo.  La scelta di utilizzare materiali compositi  si è dimostrata decisiva dal punto di vista  strutturale per una serie di motivi: un incremento  di peso decisamente modesto  e - di conseguenza - una massa fondamentalmente  immutata, la sostenibilità  di questa tecnica di rinforzo, che non  è invasiva ed è compatibile con la conservazione  e la salvaguardia di un bene  storico-monumentale, l’utilizzo di materiali  durevoli nel tempo caratterizzati da  elevate prestazioni meccaniche e infine  l’affidabilità del sistema di rinforzo, con  la malta PLANITOP HDM MAXI semplice  da applicare e da lavorare. 

 

INTERVENIRE SU UN EDIFICIO  STORICO 

Per i lavori di restauro l’impresa ha utilizzato  diversi materiali da costruzione,  tra cui speciali profilati a U in acciaio,  che sono stati saldati alle travi anulari in  acciaio esistenti nei primi tre ordini e sui  quali è stata applicata MAPEFILL, malta  premiscelata di cementi ad alta resistenza  e speciali additivi tra cui un agente  espansivo, che permette una totale assenza  di ritiro sia in fase plastica che in  fase indurita.  Per il riempimento di tutte le fessure,  vuoti e cavità interne - anche di dimensioni  ampie - riscontrati tra gli elementi in  pietra leccese e in pietra carparo, e per il  consolidamento dei pilastri in pietra leccese  al piano terra e al primo ordine e  dei pilastri in pietra carparo del secondo  ordine, è stato consigliato l’utilizzo del  legante idraulico fillerizzato superfluido a  base di calce ed Eco-Pozzolana MAPEANTIQUE  I. Il prodotto è stato proposto  perché le boiacche confezionate con  MAPE-ANTIQUE I una volta indurite,  presentano caratteristiche molto simili, in  termini di resistenza meccanica, modulo  elastico e porosità, a quelle delle malte a  base di calce, calce-pozzolana o calce  idraulica, utilizzate in origine nella costruzione  degli edifici storici. 

 

L’IMPORTANZA DEL CONSOLIDAMENTO

Il consolidamento statico della trave sotto  la cupola, tra i pilastri in calcestruzzo  e la soletta di copertura della platea, è  stato effettuato con sistemi Mapei, utilizzando  nello specifico MAPEFER, malta  cementizia anticorrosiva bicomponente  per la protezione dei ferri d’armatura portati  in precedenza alla fase “metallo bianco”,  e MAPEGROUT TISSOTROPICO,  malta cementizia a ritiro compensato fibrorinforzata  per il risanamento del calcestruzzo  ammalorato.  Per il consolidamento statico delle travi  anulari tra i pilastri sono stati impiegati  MAPEFER, per passivare gli elementi  metallici, e MAPEGROUT COLABILE,  malta a ritiro compensato per il risanamento  del calcestruzzo.  Nella zona della platea, situata al piano  terra, l’Assistenza Tecnica Mapei  ha consigliato all’impresa di applicare  il sistema deumidificante composto  da MAPE-ANTIQUE RINZAFFO,  malta da rinzaffo traspirante, resi-  stente ai sali, a base di calce ed Eco-  Pozzolana, e MAPE-ANTIQUE MC,  malta per intonaci deumidificanti macroporosi  per il risanamento di murature  esistenti.  Nelle zone non interessate da fenomeni  di umidità di risalita - nel foyer, nella restante  zona della platea, nell’intradosso  dei solai della galleria - è stato utilizzato  MAPE-ANTIQUE INTONACO NHL, intonaco  di fondo traspirante a base di calce  idraulica naturale ed Eco-Pozzolana,  indicato per murature di nuova costruzioni  o esistenti, anche di pregio storico,  come in questo caso.  Nei due corpi scala per l’accesso ai  palchi con struttura in calcestruzzo, nei  sottoservizi al foyer e nei camerini sotto  il palcoscenico è stato impiegato l’intonaco  di fondo a base di calce aerea e leganti  idraulici INTOMAP R1, mentre per  le relative rasature calce-cemento sono  stati consigliati PLANITOP 530 a tessitura  civile fine per intonaci e calcestruzzi e  PLANITOP 560 a tessitura finissima per  intonaci.

 

LA POSA DI PARQUET E TESSUTO 

Anche la pavimentazione interna del  Teatro Apollo (circa 1.200 m2 che comprendono  la platea con riscaldamento a  pavimento, i 48 palchi, il loggione e tutte  le scale di collegamento), è stata oggetto  di interventi di riqualificazione.  Il progetto prevedeva per la platea un  massetto radiante con riscaldamento a  pavimento: per realizzarlo è stata scelto  TOPCEM PRONTO, malta premiscelata  a presa normale con ritiro controllato  per la realizzazione di massetti e veloce  asciugamento.  Per risanare e consolidare i massetti esistenti  dei palchi è stato utilizzato PROSFAS,  consolidante a base acquosa,  esente da solventi e ad alto potere penetrante,  scelto anche per promuovere  l’adesione tra il nuovo massetto realizzato  con TOPCEM PRONTO e il vecchio  supporto esistente. Per la sigillatura delle  fessure è stato utilizzato l’adesivo epossidico  EPORIP.  Terminata la preparazione dei supporti,  si è proceduto con la posa in opera  del parquet. Inizialmente tutte le superfici  sono state impermeabilizzate con il  primer igroindurente ECO PRIM PU 1K  esente da solventi e a bassissima emissione  di sostanze organiche volatili  (VOC). Per il rivestimento della platea  e di tutti i tre ordini compresi i palchi,  la posa del parquet in rovere (formato  22x129x1,830 mm) è stata effettuata  utilizzando ULTRABOND ECO S955 1K,  adesivo a base di polimeri sililati senza  solvente a bassissima emissione di sostanze  organiche volatili (VOC), idoneo  per pavimenti riscaldanti, mentre per il  rivestimento - sempre in rovere - di tutte  le scale, è stato preferito l’adesivo epossipoliuretanico  ULTRABOND P902 2K.  Sulle pareti di tutti i palchi il rivestimento  in tessuto di poliestere è stato incollato  con l’adesivo in dispersione acquosa per  la posa di rivestimenti murali ADESILEX  MT 32.  

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