Con la convinzione più volte espressa dal suo amministratore unico, Giorgio Squinzi, che “il lavoro non possa mai essere separato dall’arte e dalla passione”, Mapei sostiene da anni importanti iniziative legate all’arte e alla cultura in generale. È proprio seguendo questa strada che Mapei ha scelto di sostenere la mostra “Art Déco. Gli anni ruggenti in Italia” - in programma a Forlì, Musei San Domenico, dall’11 febbraio al 18 giugno – e organizzata dalla Fondazione Cassa dei Risparmio di Forlì, in collaborazione con il Comune di Forlì. Dopo essere già stata partner, sempre in questa sede, nel 2016, della mostra “Piero della Francesca. Indagine su un mito”, Mapei è ancora una volta vicina alla terra di Romagna e orgogliosa di partecipare a un evento che ha tra i suoi scopi anche quello di aiutare i bambini più bisognosi. Una parte del ricavato della vendita dei biglietti della mostra sarà, infatti, devoluto dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì a Mediafriends per sostenere i progetti della Fabbrica del Sorriso, in favore della ricerca, prevenzione e cura dei tumori infantili. Mapei ha recentemente confermato il suo impegno inattività di responsabilità sociale proprio a Forlì, con il sostegno al premio “Cresco Award Città Sostenibili”, promosso da Fondazione Sodalitas e ANCI. L’iniziativa ha premiato i comuni più sostenibili coinvolgendo diverse aziende leader nel proprio settore di riferimento, tra cui Mapei. In tale occasione è stato selezionato il progetto forlivese “Rigenerazione dell’ex deposito delle Corriere”, sostenuto da Mapei con prodotti e consulenza tecnica specialistica.

Con la convinzione più volte espressa dal suo amministratore unico, Giorgio Squinzi, che “il lavoro non possa mai essere separato dall’arte e dalla passione”, Mapei sostiene da anni importanti iniziative legate all’arte e alla cultura in generale. È proprio seguendo questa strada che Mapei ha scelto di sostenere la mostra “Art Déco. Gli anni ruggenti in Italia” - in programma a Forlì, Musei San Domenico, dall’11 febbraio al 18 giugno – e organizzata dalla Fondazione Cassa dei Risparmio di Forlì, in collaborazione con il Comune di Forlì. Dopo essere già stata partner, sempre in questa sede, nel 2016, della mostra “Piero della Francesca. Indagine su un mito”, Mapei è ancora una volta vicina alla terra di Romagna e orgogliosa di partecipare a un evento che ha tra i suoi scopi anche quello di aiutare i bambini più bisognosi. Una parte del ricavato della vendita dei biglietti della mostra sarà, infatti, devoluto dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì a Mediafriends per sostenere i progetti della Fabbrica del Sorriso, in favore della ricerca, prevenzione e cura dei tumori infantili. Mapei ha recentemente confermato il suo impegno inattività di responsabilità sociale proprio a Forlì, con il sostegno al premio “Cresco Award Città Sostenibili”, promosso da Fondazione Sodalitas e ANCI. L’iniziativa ha premiato i comuni più sostenibili coinvolgendo diverse aziende leader nel proprio settore di riferimento, tra cui Mapei. In tale occasione è stato selezionato il progetto forlivese “Rigenerazione dell’ex deposito delle Corriere”, sostenuto da Mapei con prodotti e consulenza tecnica specialistica.

 

 

GLI INTENSI ED EFFIMERI ANNI VENTI

Con la direzione di Gianfranco Brunelli e un comitato scientifico presieduto da Antonio Paolucci, “Art Déco. Gli anni ruggenti in Italia” racconta, attraverso 440 opere d’arte, di uno stile che si è espresso attraverso l’arte e l’artigianato artistico e che ha grandemente influenzato il vivere e la cultura, dal cinema, alla musica ,al teatro, alla letteratura. È la prima mostra italiana a svilupparsi prevalentemente intorno a proposte italiane, con l’obiettivo di mostrare il legame - sotto un alto profilo qualitativo - fra le arti decorative, l’architettura ,la pittura e la scultura. Un gusto, una fascinazione, un linguaggio che hanno caratterizzato la produzione artistica italiana ed europea negli anni Venti, con esiti soprattutto americani dopo il 1929. Ciò che per tutti corrisponde alla definizione Art Déco fu uno stile di vita eclettico, mondano, internazionale. Il successo di questo momento del gusto va riconosciuto nella ricerca del lusso e di una piacevolezza del vivere, tanto più intensi quanto effimeri, messa in campo dalla borghesia europea dopo la dissoluzione, nella Grande guerra, degli ultimi miti ottocenteschi e la mimesi della realtà industriale, con la logica dei suoi processi produttivi. Dieci anni sfrenati, “ruggenti”, della grande borghesia internazionale, mentre la storia disegnava l’inaudito scontro armato fra i popoli. La relazione con il Liberty, che lo precede cronologicamente, fu dapprima di continuità, poi di superamento, fino alla contrapposizione. La differenza tra l ’idealismo dell’Art  Nouveau e il razionalismo del Déco appare sostanziale. L’idea stessa di modernità, la produzione industriale dell’oggetto artistico e il concetto di bellezza nella quotidianità mutano radicalmente: la spinta vitalistica delle avanguardie storiche e la rivoluzione industriale sostituiscono al mito della natura lo spirito della macchina, le geometrie degli ingranaggi, le forme prismatiche dei grattaceli, le luci artificiali della città. 

ALLE SORGENTI DEL “MADE IN ITALY”
Il gusto Déco fu lo stile delle sale cinematografiche, delle stazioni ferroviarie, dei teatri, dei transatlantici, dei palazzi pubblici, delle grandi residenze borghesi: si trattò, soprattutto, di un formulario stilistico, dai tratti chiaramente riconoscibili, che ha influenzato a livelli diversi tutta la produzione di arti decorative, dagli arre-di alle ceramiche, dai vetri ai ferri battuti, dall’oreficeria ai tessuti alla moda negli anni Venti e nei primissimi anni Trenta, così come la forma delle automobili, la cartellonistica pubblicitaria, la scultura e la pittura in funzione decorativa. La mostra ha soprattutto una declinazione italiana, dando ragione delle biennali internazionali di arti decorative di Monza del 1923, del 1925, del 1927 e del 1930, oltre naturalmente dell’Expo di Parigi 1925 e 1930 e di Barcellona 1929. Il fenomeno Déco attraversò con una forza dirompente il decennio 1919-1929 con arredi, ceramiche, vetri, metalli lavorati, tessuti, bronzi, stucchi, gioielli, argenti, abiti impersonando il vigore dell’alta produzione artigianale e protoindustriale e contribuendo alla nascita del design e del“Made in Italy”. Obiettivo dell’esposizione è mostrare al pubblico il livello qualitativo, l’originalità e l’importanza che le arti decorative moderne hanno avuto nella cultura artistica italiana connotando profondamente i caratteri del Déco anche in relazione alle arti figurative: la grande pittura e la grande scultura. E non mancarono influenze e corrispondenze col cinema, il teatro, la letteratura, le riviste, la moda, la musica: da Hollywood (con le Parade di Lloyd Bacon o i divi come Greta Garbo, Marlene Dietrich o Rodolfo Valentino) alle pagine indimenticabili de Il grande Gatsby (1925) di Francis Scott Fitzgerald, ad Agata Christie, a Oscar Wilde, a Gabriele D’Annunzio.

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