L’evento "1-1 Parole al Centro. Contro la violenza sulle donne", tenutosi al Mapei Stadium di Reggio Emilia, ha affrontato il tema della violenza sulle donne attraverso lo sport come linguaggio universale. Atlete e istituzioni hanno discusso di parità di genere, diritti e inclusività, evidenziando sfide come la rappresentanza femminile e la lotta agli stereotipi. L’iniziativa ha ribadito il ruolo dello sport come strumento educativo e sociale per una società più equa e rispettosa.
Lo stadio di Reggio Emilia cambia veste per una sera e da luogo di sport si trasforma in un palcoscenico per affrontare una delle questioni più urgenti della società: la violenza contro le donne. Nella giornata di martedì 19 novembre, nella casa del Sassuolo e della Reggiana Calcio si è svolta l'iniziativa "1-1 Parole al Centro. Contro la violenza sulle donne", organizzata da Mapei Stadium, Comune di Reggio Emilia e Associazione Nondasola, che ha coinvolto atlete, istituzioni e il pubblico in un dialogo aperto su inclusività, diritti e rispetto nello sport e nella vita quotidiana.
L’evento ha rappresentato la naturale prosecuzione del progetto inaugurato a settembre con l’installazione dell’opera “Parole, Parole, Parole” dell’artista Elena Mazzi, una carta da parati dalla texture grafica forte posta in diverse scuole del territorio e alcuni luoghi simbolo della città di Reggio Emilia, come anche il Mapei Stadium, per sensibilizzare al tema della violenza sulle donne attraverso il linguaggio dell’arte.
Da sinistra: Annalisa Rabitti, Simona Giorgetta, Rachele Somaschini, Elena Mazzi, Alessandra Campani, Valentina Pigmei, Antonella Bellutti, Lara Lugli, Milena Bertolini.
L’incontro si è aperto con i saluti delle assessore Annalisa Rabitti, Assessora a cura delle persone, insieme a Simona Giorgetta, amministratrice unica del Mapei Stadium. “Lo sport è un linguaggio universale che può essere veicolo di rispetto e inclusività”, ha sottolineato Rabitti, evidenziando l’importanza di un lavoro educativo condiviso tra istituzioni e società sportive.
Il momento clou della serata è arrivato poco dopo con le testimonianze delle quattro ospiti: Antonella Bellutti (Medaglia d’oro alle Olimpiadi 1996 e 2000 nel ciclismo su pista), Milena Bertolini (Allenatrice di calcio), Lara Lugli (Pallavolista) e Rachele Somaschini (Pilota di rally). Con la giornalista Valentina Pigmei a fare da moderatrice dell’evento, ciascuna di loro ha portato il proprio vissuto, offrendo spunti di riflessione su temi fondamentali come la parità di genere, i diritti delle atlete e il potenziale dello sport come strumento di emancipazione sociale.
Le quattro atlete relatrici del convegno.
Antonella Bellutti: “La rappresentanza è la sfida principale”
Antonella Bellutti, due volte medaglia d’oro olimpica nel ciclismo su pista, ha messo in luce le sfide strutturali che le atlete affrontano in Italia.
“Per oltre 40 anni il professionismo sportivo è stato esclusivamente maschile”, ha dichiarato, ricordando che solo di recente una riforma ha aperto al professionismo femminile, anche se l’applicazione pratica resta limitata.
Bellutti ha sottolineato l’assenza di rappresentanza femminile nei quadri tecnici e dirigenziali, un aspetto che frena il riconoscimento dei diritti.
Lara Lugli: “maternità e sport, una battaglia ancora aperta”
Lara Lugli, pallavolista di lungo corso, ha portato la sua esperienza di denuncia contro le clausole anti-maternità nei contratti sportivi. “La riforma del 2023 non ha ancora risolto il problema della maternità nello sport”, ha affermato, sottolineando la necessità di introdurre contratti subordinati che garantiscano tutele adeguate alle atlete. Per Lugli, il professionismo e il rispetto dei diritti lavorativi sono passi indispensabili per il progresso dello sport italiano.
Milena Bertolini: “Il linguaggio è educazione”
Milena Bertolini, ex CT della Nazionale Femminile di Calcio, ha evidenziato l’importanza del linguaggio nel plasmare una cultura rispettosa delle pari opportunità. “Un linguaggio corretto definisce pensieri e azioni”, ha spiegato, sottolineando la necessità di educare fin dall’infanzia. Bertolini ha anche sottolineato il ruolo delle quote rosa come strumento temporaneo ma necessario per garantire una maggiore presenza femminile nei ruoli decisionali e tecnici.
Rachele Somaschini: “basta stereotipi”
Rachele Somaschini, campionessa di rally, ha parlato del suo impegno per abbattere stereotipi di genere nel mondo dello sport. “Bisogna imparare a difendersi dagli stereotipi e dalle violenze psicologiche e dimostrare il proprio valore con i fatti”, ha dichiarato, portando un messaggio di resilienza. Per Rachele, i valori dello sport sono un’arma potente per superare le barriere e costruire consapevolezza.
Il Mapei Stadium: Uno Spazio per la Comunità
Simona Giorgetta ha chiuso la serata ribadendo l’impegno del Mapei Stadium come luogo di cultura e partecipazione. “Abbiamo trasformato lo stadio in un punto di riferimento per il territorio, aperto non solo al calcio ma anche a eventi sociali e culturali”, ha dichiarato. L’obiettivo è rendere lo sport uno strumento di inclusione e riflessione, capace di parlare a tutta la comunità.
Lo sport, un linguaggio universale
“1-1 Parole al Centro” è stato un momento di confronto prezioso, in cui lo sport ha dimostrato ancora una volta di essere un linguaggio universale capace di unire e sensibilizzare. Le storie condivise dalle atlete e il dialogo con le istituzioni hanno offerto uno spunto importante per costruire una società più equa e rispettosa, partendo dai valori fondanti dello sport.