La stagione 2017-18 è la prima con Cristian Bucchi sulla panchina del Sassuolo. L’inizio di Campionato non è stato dei più facili per il club emiliano, anche perché dopo le prime due partite c’è stata la sosta per le partite delle Nazionali.

La stagione 2017-18 è la prima con Cristian Bucchi sulla panchina del Sassuolo. L’inizio di Campionato non è stato dei più facili per il club emiliano, anche perché dopo le prime due partite c’è stata la sosta per le partite delle Nazionali. “La mia squadra – dice Cristian, romano, 40 anni, ex centravanti di Modena e Napoli – era ancora sperimentale, in fase di rodaggio. Ci serviva ancora qualche partita prima di trovare l’assetto giusto”.   

 

Cristian, lei ha iniziato ad allenare col calciomercato ancora in pieno svolgimento. La campagna acquisti aperta fino alla seconda giornata di Campionato crea problemi a un club pieno di giovani di notevole prospettiva come il Sassuolo?

“Ho giocatori che sono grandi professionisti e i nostri dirigenti hanno forza e personalità. Però anch’io la penso come il collega Max Allegri: il mercato andrebbe chiuso prima, poiché le voci di trattative ai giocatori un po’ di turbative le creano”.

 

Com’è stato l’impatto con l’ambiente del Sassuolo?

“Emozionante. Sassuolo è una piacevole realtà tutta da scoprire. Spesso le società ambiziose si creano anche un’atmosfera da stress attorno. Ho la fortuna di essere in un club ambizioso, di grande stile, dove lo stress invece non c’è e il gruppo evidenzia notevole affiatamento. Lavorare nel Gruppo Mapei è una fortuna, patron Squinzi ha molto entusiasmo”.

 

 

Però il dottor Squinzi è stato categorico: non gli interessa giocare solo per partecipare. A medio termine vorrebbe vedere il Sassuolo in Champions League. Ciò la inquieta?

“Il dottor Squinzi ha una squadra che, seppur giovane come storia ai massimi livelli, si è già cimentata in Europa League. E prima del Sassuolo aveva uno squadrone che stravinceva nel ciclismo. È normale e giusto che sia ambizioso, stimolandoci. So perfettamente che la partecipazione all’Europa League 2016-17 ha rappresentato solo il primo tassello”.

 

In genere chi allena una squadra che non ha sede in una metropoli è un difensivista. Lei cosa si ritiene?

“Sicuramente un offensivista. Come minimo gioco sempre con due punte, anche tre, e il trequartista. Nel mio credo l’avversario lo si aggredisce senza andare allo sbaraglio”.

 

Nelle scorse stagioni il Sassuolo aveva Defrel davanti. Adesso il ruolo di attaccante centrale è ricoperto da Falcinelli o Matri. C’è differenza?    

“Sì: Defrel ha maggiore abitudine a spaziare sulle fasce laterali, mentre Falcinelli e Matri sono più attaccanti da profondità, uomini d’area di rigore”. 

 

Matri vanta trascorsi in squadre blasonate e per questo motivo già lo scorso anno i tifosi neroverdi si attendevano da lui gol a raffica.

“Alessandro ha fatto la sua bella parte nello scorso Campionato segnando 8 gol. È andato bene e, classifica cannonieri a parte, ha notevole importanza per il suo carisma. Magari Matri non si sbraccia platealmente e non urla, però sa trasmettere carica ai compagni. Lo sa fare anche con dei piccoli gesti. Alessandro è importante”.

 

Berardi ha 23 anni; è ancora sulla rampa di lancio?

“A soli 23 anni non può più avere l’etichetta da giovane. È già alla quinta stagione in Serie A. Giovane lo era alla prima o seconda stagione, adesso deve dare il 100 % di sé, deve assumersi piene responsabilità”.  

 

Questa per il Sassuolo è una stagione interamente italiana. Lei coi giocatori parla spesso della Coppa Italia?

“Ritengo importantissima per noi la Coppa Italia. Negli anni scorsi il Sassuolo in Coppa Italia non è stato molto fortunato.

Quest’anno ci impegneremo al massimo: è esaltante partecipare a un torneo a eliminazione diretta”.

 

Vuole dare qualche suggerimento a Ventura, ct dell’Italia?

“Ventura è bravo come allenatore e commissario tecnico, le sue saranno sicuramente le scelte migliori. Qui al Sassuolo abbiamo per esempio Politano e Berardi che sono delle certezze, potrebbero essere utili anche alla Nazionale. E Ventura sicuramente stima Francesco Acerbi, che in Nazionale ha già giocato ed è un simbolo della nostra squadra. So che alcune squadre gli hanno fatto offerte importanti e Francesco ha preferito rimanere qui a Sassuolo. Sa che il nostro progetto gli si adatta perfettamente e ha firmato un contratto di 5 anni”.

 

Era molto richiesto anche il portiere Andrea Consigli.

“Anche lui ha sposato la nostra filosofia. Ritengo Andrea un professionista eccezionale con una grande voglia d’imporsi. È sempre uno spettacolo”. 

 

Il centravanti Gianluca Scamacca, classe ’99, in febbraio è stato determinante per il successo del Sassuolo nella Viareggio Cup Primavera. È pronto per essere la rivelazione della stagione?

“È veloce, acrobatico, forte nel gioco aereo. E soprattutto sa che gravitare nella prima squadra in Serie A non significa essere arrivato. È consapevole che deve dimostrare ancora molto per essere la rivelazione o imporsi in Serie A”.

 

Bucchi, lei a centrocampo ha la “diga” Alfred Duncan di scuola Inter. Sta dando il massimo?  

“Lui all’età di 24 anni deve ancora crescere: certe volte sembra uno che gioca col freno a mano tirato. Il vero Duncan finora l’abbiamo visto a sprazzi: deve superare l’ultimo decisivo step per esplodere definitivamente”.

 

Il centrocampista Stefano Sensi è un “piccolo Pirlo”?

“Non sta a me dirlo se è il nuovo Pirlo o un piccolo Pirlo. Posso solo garantire che Sensi ha qualità e dinamismo per essere uno dei migliori giocatori sulla tre quarti di campo. In tema di giovani vorrei esaltare, tra gli altri, l’esterno Claud Adjapong per la sua velocità. E abbiamo in rosa altri giovani importanti ed emergenti”.

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