Interviste
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10/12/2024
Da Mapei soluzioni che permettono alla mia creatività di realizzare opere uniche in marmo e granito
Dalle colonne antisismiche per il Film Archive di Los Angeles all’arte per giardini in Inghilterra: come Piero Zanella unisce maestria artigianale e tecnologie avanzate per creare opere in pietra naturale
Piero Zanella, marmista di esperienza che da quattro generazioni lavora marmo e pietra, illustra come le soluzioni Mapei abbiano reso possibile la realizzazione di opere monumentali uniche. L'azienda veronese combina tradizione artigianale e innovazione tecnologica nella lavorazione delle pietre, collaborando con artisti e architetti internazionali per progetti di prestigio.
La vostra è un’azienda familiare giunta già alla quarta generazione, la cui storia è fatta di passione, competenza, qualità e cura per tutte le fasi della lavorazione delle pietre. Come è cambiata la vostra attività negli anni e con quali esigenze del mercato avete dovuto confrontarvi ?
Siamo un’azienda specializzata nella lavorazione di marmo e granito con una storia di lunga data. La storia inizia nel 1926 quando venne fondato a San Bonifacio in provincia di Verona un laboratorio, da mio nonno Pietro, la cui attività è stata poi tramandata di generazione in generazione, mantenendo sempre viva la passione per questa attività e garantendo alti livelli di competenza. Negli anni ci siamo confrontati con un mercato caratterizzato da esigenze molto varie e complesse, in particolare quelle di architetti e ingegneri. Questo ci ha portato, negli anni ’80, ad attrezzarci con macchinari di tipo CN (Controllo Numerico) ad elevata tecnologia per potere rispondere in maniera adeguata a queste richieste ed io e mio papà Giuseppe abbiamo creato un nuovo impianto a Soave nel 1996. Perciò abbiamo anche avviato collaborazioni con partner esterni come acciaisti e serramentisti e anche con produttori di soluzioni per la posa delle pietre naturali. L’incollaggio si effettuava un tempo con ‘malte bastarde’ prima che fossero successivamente sviluppati adesivi specifici come quelli di Mapei che, con il loro ingresso nel mercato, hanno portato a una maggiore attenzione alle tematiche legate alla posa.
Quali tipo di problematiche siete riusciti a risolvere grazie ai prodotti Mapei?
Abbiamo collaborato varie volte con Mapei per risolvere problemi di tipo diverso legati alla ricerca e sviluppo di alcune delle nostre opere: ad esempio, quando ho realizzato 164 colonne in pietra di Trani, alte 5 m e dal diametro di 70 cm, per il Film Archive di Los Angeles. Le colonne dovevano avere proprietà antisismiche e all’interno di ciascuna colonna c’era un tubo di acciaio di 30 cm, dallo spessore di 1 cm, infilato attraverso un perno che la rendeva autoportante. I progettisti hanno pensato di avvolgere il tubo di acciaio usato con un tessuto-non tessuto acrilico di 3 mm di spessore per compensare eventuali dilatazioni tra i due materiali. Successivamente, per l’inghisaggio della struttura metallica interna al marmo, è stato usato l’adesivo epossidico EPORIP. Questo prodotto, caratterizzato da elevata fluidità, ha richiesto una stagionatura di alcuni giorni dopo i quali la colonna è stata posta in orizzontale e lavorata con i torni a CN per completare la decorazione esterna.
All'interno delle 164 colonne in pietra di Trani realizzate del Film Archive di Los Angeles è stato usato l’adesivo EPORIP per l’inghisaggio della struttura metallica.
Successivamente, nel 2019, l’artista Claudio Parmiggiani ha voluto realizzare una colonna tortile cava, in marmo Ombra di Caravaggio®, di 16,18 m di altezza e 90 cm di diametro da posizionare nel parco di una residenza settecentesca in stile palladiano a Houghton Hall, in Inghilterra. La colonna, chiamata “Asse del Mondo” era formata da 3 tronconi, ciascuno lungo 6 m, che, per ragioni logistiche, non erano assemblabili in verticale, ma solo in orizzontale. Anche in questo caso, un prodotto di Mapei, la malta fluida per ancoraggi MAPEFILL R, mi ha aiutato a risolvere il problema. Sfruttando il principio dei vasi comunicanti, ho fatto dei fori nella colonna ogni metro, posizionando un tubo provvisorio in ogni foro per iniettare MAPEFILL R tra il marmo e l’acciaio con l’ausilio di una pompa per la pressione.
Sapendo che Mapei è in grado di fornire le soluzioni adatte alle problematiche che incontro nel mio lavoro, posso permettermi di dare libero sfogo alla creatività mia e dei miei clienti e realizzare opere uniche senza dovermi fermare di fronte a ostacoli di tipo strutturale, chimico o meccanico.
“Da Mapei soluzioni che permettono alla mia creatività di realizzare opere uniche in marmo e granito“
La malta fluida per ancoraggi MAPEFILL R è stata iniettata nei tronconi della colonna cava "Asse del Mondo" dell'artista Claudio Parmiggiani per assemblarli prima di posizionarli in verticale.
Come siete arrivati a lavorare nel settore artistico?
All’inizio ci occupavamo per lo più di opere in marmo di tipo di “tradizionale”. Poi, quasi 40 anni fa, abbiamo avuto contatti e iniziato a collaborare con aziende di eccellenza nell'architettura in genere del bagno, che sono stati attirati dalla nostra cura per i dettagli e la nostra competenza nella lavorazione delle pietre. Da allora abbiamo cominciato a dedicarci sempre di più al mondo dei progetti di architettura, del design e dell’arte, preferendo concentrarci su lavorazioni particolari che ci hanno consentito di realizzare opere uniche nel mondo. Ci dà molta soddisfazione veder “girare” nel nostro laboratorio artisti, architetti e designer, di altissimo livello che ci hanno scoperto grazie al passaparola. Quindi è stata una scelta, quella di dedicarci prevalentemente all’arredo e all’edilizia di qualità. In ogni caso lavoriamo su progetti di ogni tipo: dall’ambito residenziale ai musei, alle opere di scultura e di arte.
Come immagina che si evolverà l’attività dell’azienda in futuro?
Ci sarà sempre bisogno di continuare la ricerca in termini di materiali e soluzioni per la realizzazione di opere in pietra, per cui ci auguriamo di riuscire a trovare i partner giusti per continuare a crescere attraverso la ricerca. In questo momento storico rimanere un’azienda di piccole dimensioni può essere penalizzante: abbiamo sicuramente delle potenzialità che potrebbero essere meglio sfruttate con le giuste collaborazioni.
In che modo la vostra attività può dirsi sostenibile?
Abbiamo sempre guardato alla sostenibilità con grande attenzione. Ad esempio, riutilizziamo parte materiale lapideo che deriva dalle nostre lavorazioni assemblando alcuni frammenti (come pezzi di marmo) con resine per creare nuove opere, come pezzi di oggettistica. Si può dire che l’attenzione alla sostenibilità è quasi una tradizione di famiglia. Mio papà Giuseppe nel 1979 con il Sig. Marcello Toncelli della ditta Breton hanno fondato Stone Italiana, avevano ottenuto un brevetto per il primo impianto per il recupero della polvere del marmo a cui veniva aggiunta la resina, realizzando direttamente lastre senza passare dal blocco e dalla sua conseguente segagione. Si può dire che abbiamo “ereditato” l’idea di trovare una nuova vita ai materiali lapidei di scarto: tema attualissimo anche oggi.
E le nuove generazioni? Come affrontate la minore propensione dei giovani per i mestieri tradizionalmente legati alle pietre?
Sicuramente riscontriamo anche noi questa tendenza. Per quanto la nostra azienda sia ormai alla quarta generazione con mio figlio Carlo, abbiamo difficoltà a reperire personale dalle adeguate competenze tecniche. Sempre meno giovani scelgono questo tipo di lavoro e, anche tra coloro che lo scelgono, in pochi hanno piena consapevolezza che per imparare un mestiere ci vuole tempo, pazienza e sacrificio, anche se sostenuto dal contributo dei macchinari, rimane un mestiere artigianale e richiede passione e manualità. Alcuni dei nostri dipendenti vengono da scuole specializzate nella lavorazione del marmo. A nostra volta ci occupiamo della loro formazione direttamente in laboratorio.