Dialogo con Roberto Bolle: il debutto alla Dubai Opera e la sfida di avvicinare il pubblico alla danza
Un debutto che unisce eccellenza artistica e dialogo culturale, grazie alla collaborazione tra Mapei, l’Ambasciata d’Italia e la Dubai Opera
Abbiamo intervistato Roberto Bolle, una delle più grandi stelle del balletto della sua generazione, in occasione del suo debutto alla Dubai Opera grazie alla sponsorizzazione di Mapei e al supporto dell'Ambasciata d'Italia negli Emirati Arabi Uniti.
Alla Dubai Opera è andato in scena per la prima volta negli Emirati Arabi Uniti il gala di danza classica di fama mondiale Roberto Bolle and Friends. Sul palco, Roberto Bolle – étoile del Teatro alla Scala e primo ballerino dell’American Ballet Theatre – ha guidato un cast di artisti internazionali in una produzione capace di unire maestria, eleganza e innovazione.
L’iniziativa, presentata dalla Dubai Opera in collaborazione con ARTEDANZA Srl, ha visto la sponsorizzazione di Mapei e il supporto dell’Ambasciata d’Italia negli Emirati Arabi Uniti, a testimonianza di un impegno condiviso nel promuovere il dialogo culturale e l’eccellenza artistica tra le due nazioni. Partecipando a questo debutto, Mapei ha confermato come il sostegno all’arte e alla cultura sia parte integrante del suo modo di fare impresa: un impegno che contribuisce alla crescita delle comunità, valorizzando creatività, talento e collaborazione internazionale.
In questa intervista, Roberto Bolle ripercorre le emozioni di salire per la prima volta sul palco della Dubai Opera, riflette sull’importanza del sostegno di aziende e istituzioni nella diffusione della cultura e racconta la sfida di avvicinare le nuove generazioni alla danza.
È la sua prima volta sul palco della Dubai Opera. Che emozioni prova nel portare la danza in un contesto così prestigioso e cosmopolita?
L’evento è sostenuto da Mapei e dall’Ambasciata d’Italia negli Emirati. Quanto è importante per lei il ruolo delle aziende e delle istituzioni nel promuovere la cultura?
Lei ha sempre cercato di avvicinare il grande pubblico alla danza. Qual è la sfida più grande oggi per rendere questa forma d’arte accessibile e amata dalle nuove generazioni?
La sfida più grande è parlare ai giovani con autenticità, far capire che la danza non è un mondo distante o elitario, ma un linguaggio vivo che parla di emozioni, di libertà, di espressione personale. Bisogna portarla fuori dai teatri, nelle scuole, negli spazi urbani, nei luoghi dove i ragazzi vivono. Solo così possono riconoscersi in essa e scoprire che la danza è anche un modo per conoscersi, per crescere, per imparare la disciplina e la bellezza del costruire insieme. Io cerco di farlo in ogni modo; con gli spettacoli del gala Roberto Bolle and Friends, con i programmi televisivi. Inoltre, due anni fa ho creato la Fondazione Roberto Bolle, che ha come focus la formazione e l’educazione: obiettivi che perseguiamo anche tramite OnDance, la grande festa della Danza aperta a tutti, e che rappresenta a pieno lo spirito della Fondazione.