Intervistata
Francesca Cassani
Graphic designer e paint artist, in arte "Nine in The Paint"
Francesca Cassani, in arte Nine in the Paint, è una talentuosa graphic designer e paint artist milanese. Con il suo progetto di street art, trasforma anonimi campi da basket in opere d’arte grazie ai prodotti Mapei, promuovendo l'aggregazione sociale e culturale.
Nata nel 1995 a Milano, Francesca Cassani è una graphic designer e paint artist che ha saputo unire la sua passione per l'arte e il basket in un progetto unico chiamato "Nine in the Paint". Il nome è un gioco di parole, tra il nove, il suo numero di maglia preferito, il "paint" che nel gergo cestistico è l'area sotto canestro, e il verbo to paint che significa dipingere, quello che fa da ormai qualche anno con ottimi risultati.
Ex giocatrice della Nazionale Italiana Under 15, Under 16 e Under 18, nel corso degli anni ha creato "Nine in the Paint", prima solo come sito internet e sua vetrina personale, successivamente come alias o nome d'arte. Grazie alla sua creatività e all'uso dei prodotti Mapei, Francesca trasforma anonimi spazi urbani, in particolare campi da basket, in vere e proprie opere d'arte, favorendo l'aggregazione sociale. Naturalmente non lavora da sola, ma è aiutata da un fantastico team a supporto tutto femminile, composto da ex compagne di basket e amiche che, come lei, hanno la passione per il basket e per i progetti creativi. Ma non solo: spesso ci sono anche tanti volontari a dare una mano, di tutte le età.
I prodotti in resina Mapecoat TNS, utilizzati per questi progetti, garantiscono elevate prestazioni di gioco, resistenza allo scivolamento e durabilità eccezionale, offrendo al contempo infinite possibilità cromatiche grazie alla tecnologia ColorMap.
Realtà Mapei Magazine ha avuto l'opportunità di fare una intervista esclusiva a Francesca, dove ci ha raccontato del suo percorso, delle sue ispirazioni e della sua esperienza con Mapei.
Qual è stato il percorso che ti ha portato a diventare l’artista che sei adesso?
Francesca Cassani: Io nasco come grafica e sono una grafica freelance, specializzata anche in progetti di street art. Questo percorso è iniziato in modo abbastanza casuale grazie alla mia ex università a Milano, dove ho partecipato a un progetto sociale. Ho progettato la grafica di un poster legato alla violenza sulle donne che poi ho dipinto su una serranda a Milano. Questo è stato il mio primo progetto che mi ha portato a entrare in contatto con l'associazione Slam Dunk, che mi ha chiesto di dipingere un campetto da basket. Da lì in poi, ho iniziato a dipingere murales, palloni, tele e altri campi da basket, trasformando una passione in parte del mio lavoro.
Nella realizzazione di un campo a cosa ti ispiri? Dove nasce l’idea?
Francesca Cassani: Quando progetto un campo da basket, tengo conto di diversi aspetti, in particolare dei riferimenti propri del campo. Cerco di sfruttare elementi come l'area del tiro libero e il centrocampo come parti integrative del disegno. Parto sempre dalla richiesta del cliente, considerando i colori e le forme richieste. Sviluppo poi una serie di proposte stilizzate e geometriche, spesso utilizzando forme triangolari o altre figure semplici ma d'impatto.
Come si passa da un progetto su un foglio di carta a un campo lungo quasi 30 metri?
Francesca Cassani: È fondamentale calcolare perfettamente le misure al computer per replicare fedelmente il disegno sul campo. Utilizzo software di grafica professionale e cerco di essere molto precisa nella realizzazione. In base al progetto, posso decidere se usare stencil o disegnare a mano. Ad esempio, per un campo a Legnano con un cuore sorretto da otto mani, ho stampato uno stencil di una mano che abbiamo replicato otto volte per creare il disegno centrale.
Fino a qualche anno fa i campetti da basket erano tutti uniformi. Negli ultimi tempi, grazie alla volontà delle istituzioni locali e alla creatività degli street artist, si sono trasformati in vere opere d'arte. Come mai questo cambiamento?
Francesca Cassani: Negli ultimi anni c'è stato un vero e proprio boom di progetti di street art legati ai campetti da basket. Ho addirittura fatto parte di una commissione di tesi universitarie su questo tema. Anche aziende e marchi importanti stanno investendo in questi progetti per dare visibilità al basket e all'arte. Questo boom è stato amplificato dalla morte di Kobe Bryant, che ha portato alla realizzazione di molti progetti artistici in suo onore.
Negli ultimi anni c'è stato un vero e proprio boom di progetti di street art legati ai campetti da basket. Questo boom è stato amplificato dalla morte di Kobe Bryant, che ha portato alla realizzazione di molti progetti artistici in suo onore.
C’è anche una componente tecnica in tutto questo? Per fare i tuoi lavori usi i prodotti Mapei. Come è la tua esperienza con le nostre tecnologie?
Francesca Cassani: Sì, c'è una componente tecnica importante, specialmente legata all'uso delle vernici. Da oltre tre anni dipingo campi da basket utilizzando i prodotti Mapei della gamma TNS. Questi prodotti ci hanno sempre soddisfatto, sia durante la pittura che nella fase post-pittura. I colori rimangono brillanti e il campo non diventa scivoloso, garantendo sicurezza per i giocatori.
Quale sarebbe il tuo campetto “da sogno”?
Francesca Cassani: Mi piacerebbe tantissimo dipingere un campo in America, magari in California. Vedo quei campetti bellissimi vicino alle spiagge, come quello di Venice Beach. Sarebbe un sogno dipingere un campetto del genere. Un'altra cosa che mi piacerebbe molto è dipingere il fondo di una piscina, perché l'effetto con l'acqua è fantastico. Spero che almeno uno di questi sogni si avveri.