Un viaggio navigando sull' acqua da Locarno, passando per Milano e fino a Venezia. È quello che si potrà intraprendere tra qualche anno grazie al completamento dell’idrovia Locarno-Milano-Venezia. Dell’opera si è parlato nel corso del convegno sostenuto da Mapei e organizzato il 20 febbraio scorso presso la Sala Auditorium di Assimpredil Ance a Milano, dall’ associazione Amici dei Navigli,presieduta dall’ arch. Empio Malara. Il ripristino della navigazione dal lago Maggiore alla laguna di Venezia “offrirà al turismo internazionale l’accessibilità via acqua ai castelli viscontei e sforzeschi e alle corti del Rinascimento italiano - ha spiegato Empio Malara - e restituirà alla darsena di Milano, adeguatamente estesa,il suo ruolo storico di porto artificiale della Grande Milano”.

Un viaggio navigando sull' acqua da Locarno, passando per Milano e fino a Venezia. È quello che si potrà intraprendere tra qualche anno grazie al completamento dell’idrovia Locarno-Milano-Venezia. Dell’opera si è parlato nel corso del convegno sostenuto da Mapei e organizzato il 20 febbraio scorso presso la Sala Auditorium di Assimpredil Ance a Milano, dall’ associazione Amici dei Navigli,presieduta dall’ arch. Empio Malara. Il ripristino della navigazione dal lago Maggiore alla laguna di Venezia “offrirà al turismo internazionale l’accessibilità via acqua ai castelli viscontei e sforzeschi e alle corti del Rinascimento italiano - ha spiegato Empio Malara - e restituirà alla darsena di Milano, adeguatamente estesa,il suo ruolo storico di porto artificiale della Grande Milano”.

In questo momento, riportando quanto afferma sul Corriere della Sera del 19 febbraio scorso Alessandro Cannavò, “a crederci con passione sono innanzitutto gli svizzeri; nella bella stagione arrivano con i pullman da Locarno fino alla suggestiva Diga del Panperduto, classe 1884, dove il Canale industriale che poi diventa Naviglio Grande comincia a essere navigabile.


Lì trovano imbarcazioni per solcare le acque fino a Milano”. Ma fanno di più, ha dichiarato al convegno Alessandro Folli, presidente del Consorzio di Bonifico Est Ticino Villoresi: “una volta l’anno, quando compiono il tragitto Locarno-Venezia, giunti dalla Darsena di Milano affrontano il Naviglio Pavese, non navigabile, con dei gommoni.Per poi raggiungere il Ticino e infine immettersi nel Po”. Il sogno di poter viaggiare nelle vie d’acqua interne sta diventando realtà anche grazie agli Amici dei Navigli, che negli ultimi decenni hanno mantenuto vivo il dibattito sia per ragioni culturali e identitarie sia per dare slancio a uno sviluppo economico e turistico alternativo.



I LAVORI COMPIUTI E QUELLI ANCORA DA FARE 

Nel corso degli anni sono state realizzate alcune opere importanti, soprattutto dal Lago Maggiore alla Darsena di Milano e da Pavia a Cremona, per le quali sono stati spesi finora circa 200 milioni di euro.Siamo al 70% dell’impresa.


Secondo un dettagliato rapporto degli Amici dei Navigli,ne occorrerebbero poco più di 60 peril completamento dell’idrovia. Da Locarno a Milano, quasi tutte le conche di navigazione lungo il fiume Ticino sono state restaurate o ristrutturate. La continuità sul Canale Industriale è ancora da risolvere e in alternativa viene proposto il collegamento tra i canali Industriale e Villoresi; manca anche l’approdo a servizio dell’aeroporto della Malpensa. Estesi tratti delle sponde del Naviglio Grande sono stati consolidati e molti approdi tra Turbigo, Abbiategrasso e Milano sono stati recuperati o realizzati ex novo e già utilizzati per la navigazione turistica lungo il Naviglio Grande e tra il Naviglio e la Darsena di Milano, recentemente attivata.


Essenziale è ora finanziare l’estensione della Darsena fino al porticciolo di conca di Viarenna, come previsto nel programma triennale 2017-2019 del Comune di Milano. Le opere ancora da realizzare per giungere da Milano al mare riguardano il Naviglio di Pavia. Oltre alle prime due conche già restaurate,vanno considerate le sei conche necessarie per navigare fino alla Darsena di Pavia e quelle della scala d’acqua di Pavia per poter giungere al porto della confluenza tra il Naviglio e il fiume Ticino. Vi sono inoltre da sostituire e/o da completare alcuni ponti lungo in Naviglio di Pavia, in particolare nella città di Pavia.


Da Milano al mare l’opera più costosa lungo il Po, in corrispondenza dell’isola Serafini, è la conca di navigazione di 5°classe, in corso di ultimazione: essa permetterà la continua navigazione da Pavia a Venezia. “È arrivato il momento in cui le istituzioni prendano una decisione comune sulle vie d’acqua - ha dichiarato Empio Malara- A Milano l’estensione della Darsena fino al porticciolo di Viarenna, in via Conca del Naviglio, è già compresa nel programma di opere pubbliche 2017-2019. Se si riuscisse a realizzare, si recupererebbe un ramo di navigazione di grande valore civile, risalente al 1558 e strettamente collegato alla costruzione del Duomo”.


“Occorre innanzitutto intervenire su sette ponti a raso e rifarli a schiena di mulo - ha spiegato Folli - e sistemare alcune conche. Oltre naturalmente al consolidamento delle sponde, alla sistemazione delle alzaie, alla creazione di segnaletica. Opere che si possono completare in due anni e mezzo. Sarebbe deleterio non cogliere questa occasione per unire il bacino turistico del Lago Maggiore (si collegherebbe per via d’acqua anche l’aeroporto di Malpensa) con quella della Laguna di Venezia, passando per Milano. Se 50 anni fa l’acqua dei Navigli serviva quasi esclusivamente all’ agricoltura,oggi dobbiamo capire il valore della sua multifunzionalità, dalle centrali energetiche al turismo, al ripristino dell’eco-sistema. Non dimentichiamo che nell’ area Expo, qualunque sia il suo destino futuro,l’acqua è presente in modo definitivo e si è creata una fauna di pesci e aironi laddove c’erano i veleni delle raffinerie”.


Elio Borgonovi, docente della Bocconi,non ha dubbi sugli effetti benefici per l’economia lungo il Naviglio Pavese. “Dal punto di vista turistico si potrebbe stimare - ha dichiarato - un indotto del 10% all’anno della cifra da spendere peri lavori. Ma non sottovaluterei gli effetti su una fascia di trasporto commerciale che non richiede necessariamente la velocità”.



RIAPRIRE I NAVIGLI DI MILANO PER UN NUOVO MODELLO DI TURISMO 


Dal completamento dell’opera può nascere:“un nuovo modello di turismo - ha spiegato il sindaco di Milano Giuseppe Sala - anche perché il mondo guarda a Milano come un territorio che respirala storia ma anche la contemporaneità”. Per il sindaco, si tratta di un “grande progetto per cui ci attiveremo anche perché ormai si tratta di un sogno a portata di realtà. Se l’idrovia Locarno-Milano-Venezia sarà completata, rappresenterà un unicum in Europa di cui potremmo essere tutti fieri”.

Il sindaco non ha mai fatto mistero del fatto che uno dei suoi “sogni” fosse quello di riaprire i Navigli in città: “sui Navigli il Comune di Milano ha istituito un Comitato per verificare la fattibilità del progetto di riapertura di una parte- ha ricordato - E questo lavoro dovrà portare al referendum”. Attenzione: “Io non voglio fare un referendum retorico,cioè chiedere ai milanesi solo se sono a favore o contrari. Ma andare oltre”.E cioè, spiega Sala, “bisogna valutare tecnicamente il progetto finale, valutare l’impatto sulla città, in quanto non si tratta solo della riapertura di un corso d’acqua ma di cambiare la mobilità urbana.

E vedere come la cosa è finanziabile. Quando questi tre elementi ci saranno chiederemo con serietà ai cittadini se sono d’accordo o contrari”.“Il vero motivo per cui i Navigli vennero coperti - ricorda Sala - era il traffico, la possibilità di muoversi velocemente. Bene, ora, in un’epoca in cui si rallenta,diciamo godiamoci la città, guardiamoci intorno senza nasconderci che l’economia è fatta di spostamenti di persone,ma ormai ci si sposta in un altro modo”.

Da ricordare anche la straordinaria attrattività turistica che esercitano i corsi d’acqua per le città e per il territorio circostante. Le ville lombarde, il sistema delle acque inventato da Leonardo,di cui nel 2019 ricorrono i cinquecento anni, le vacanze con le house-boat sono solo alcuni degli spunti.

Si ringrazia l’architetto Empio Malara, presidente dell’Associazione Amici dei Navigli, per la collaborazione alla stesura di questo articolo.

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