Il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, Ferrara
Rilanciato grazie ad un concorso internazionale indetto nel 2011, e restaurato secondo il sistema di certificazione GBC Historic Building, l’ex carcere di Ferrara è stato ripristinato e trasformato in struttura museale.
Mapei è intervenuta fornendo diverse tipologie di sistemi per pavimenti in base alle esigenze progettuali, alle resistenze ed agli effetti estetici richiesti.
Nei corridoi si è optato per una pavimentazione con effetto “Terrazzo alla Veneziana” ottenuta grazie a MAPEFLOOR SYSTEM 35 F, mentre per gli uffici e gli spazi espositivi la scelta è ricaduta sull’uso degli spatolati cementizi del sistema ULTRATOP LOFT. In tutti i piani, è stato impiegato il sigillante MAPEFLEX PU 45 FT in abbinamento a MAPEFOAM.
Dal recupero dell’ex carcere realizzato un nuovo complesso architettonico con profondi riferimenti storici e simbolici.
Con la mostra “Ebrei, una storia italiana: i primi mille anni”, alla fine del 2017 è stato inaugurato a Ferrara il primo nucleo del Meis-Museo nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, in attesa dell’apertura del moderno complesso del Grande Meis.
Il museo è gestito da una Fondazione composta da Mibac-Ministero per i Beni e le attività Culturali e del Turismo, Comune di Ferrara, Cdec (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea) e Ucei (Unione delle Comunità Ebraiche Italiane).
Il concorso internazionale, bandito nel 2011, aveva richiesto ai progettisti di adeguare l’ex carcere a struttura museale, proponendo un nuovo complesso architettonico che mantenesse il carattere originario di chiusura verso l’esterno dell’edificio preesistente unendolo alla sua nuova vita di edificio aperto verso la collettività.
Nel bando il complesso carcerario era stato suddiviso in tre diversi blocchi: la palazzina d’ingresso, il corpo celle, un edificio per i servizi. I primi due erano vincolati con decreto del Soprintendente Regionale del 16/9/2003 come testimonianza della tipologia carceraria moderna ed esternamente non si potevano alterare. Riguardo all’edificio per i servizi, i partecipanti erano liberi di scegliere se mantenerlo oppure sostituirlo: la proposta dello studio Arco, vincitore del concorso, era di realizzare al suo posto un volume composto da cinque parallelepipedi - così da ricordare nel numero il Pentateuco - disegnando così il nuovo fronte del museo, rivolto verso la darsena. Prevista per il 2020, la costruzione dei cinque nuovi edifici (per una superficie complessiva di circa 2.700 m2) offrirà spazi espositivi, ristorante, auditorium, bookshop, laboratori didattici, biblioteca e archivio.
IL PRIMO NUCLEO DEL MUSEO
Il Meis è uno dei più grandi cantieri in ambito museale attivi oggi in Italia. In questa prima fase è stato completato il restauro dei due edifici preesistenti.
L’ex carcere giudiziario di Ferrara si sviluppa su tre piani per un totale di 1.269 m2 ed è suddiviso in spazi espositivi, biblioteca e centro di documentazione. La palazzina è stata recuperata da un gruppo di lavoro voluto dalla Direzione generale dell’Emilia Romagna, la Soprintendenza per i Beni architettonici e per il paesaggio e il Comune di Ferrara.
Il carcere fu costruito nel 1912 e dismesso nel 1992. Durante l’epoca fascista qui vennero incarcerati, uccisi o deportati nei lager nazisti antifascisti ed ebrei. Tra di essi anche lo scrittore Giorgio Bassani, che vi fu rinchiuso nell’estate del 1943.
La palazzina e il corpo celle in via Piangipane 81 sono stati restaurati secondo il sistema di certificazione GBC Historic Building, che si applica a recuperi di edifici storici rispettosi del bene ma improntati alla cultura della sostenibilità. Per ospitare lo spazio di accoglienza visitatori, i servizi e una scala di accesso ai piani del corpo celle, è stato realizzato un padiglione temporaneo nell’area verde posizionata a metà tra i due edifici preesistenti, dove saranno poi costruiti i prossimi volumi centrali del nuovo museo.
L’esposizione permanente raccoglie più di 200 oggetti provenienti da musei archeologici e collezioni storiche di tutto il mondo e ha anche il compito di valutare l’impatto cognitivo del pubblico che la visiterà, traendone indicazioni per l’allestimento del futuro museo.
L’INTERVENTO DI MAPEI
I prodotti Mapei sono stati utilizzati per realizzare una pavimentazione tipo “Terrazzo alla veneziana” e una in microcemento con posa su un sistema radiante con pannelli metallici.
Corridoi. Per i pavimenti dei corridoi al piano terra (200 m2 circa) è stato scelto il sistema epossidico per la realizzazione di pavimentazioni tipo “Terrazzo alla veneziana” MAPEFLOOR SYSTEM 35 F. Dopo la preparazione meccanica del sottofondo mediante macchina levigatrice con dischi diamantati e l’aspirazione della polvere, sulle superfici metalliche dei pannelli radianti, è stato steso a rullo il primer epossidico bicomponente per superfici metalliche PRIMER EP RUSTOP per poi applicare, a supporto asciutto, il primer epossidico PRIMER SN caricato con QUARZO 0,5 e poi spolverato a rifiuto con QUARZO 0,9 mediante la tecnica del fresco su fresco.
A questo punto è stata realizzata la pavimentazione “a terrazzo” applicando MAPEFLOOR I 350 SL, formulato epossidico bicomponente con ottime resistenze chimiche, meccaniche e all’abrasione, pigmentato di bianco con MAPECOLOR PASTE con l’aggiunta della miscela di aggregati DYNASTONE TZ (spessore 8 mm). L’intervento è terminato con una mano di MAPELUX LUCIDA, cera metallizzata a doppia reticolazione e alta resistenza al traffico molto intenso, con effetto lucido.
Pianoterra, primo e secondo piano. Per gli uffici al pianoterra (200 m2 di superficie), e gli spazi espositivi al primo e secondo piano (superficie 300 e 500 m2), è stato proposto il sistema ULTRATOP LOFT. Dopo la preparazione meccanica del supporto mediante la levigatura, sulle superfici è stato applicato PRIMER SN caricato con QUARZO 0,5. L’intervento è stato seguito da uno spolvero di QUARZO 0,5 a rifiuto sul primer fresco. Sui supporti piastrellati inoltre, all’interno del primer, è stata interposta la rete in fibra di vetro alcali resistente MAPENET 150.
La fase successiva ha visto l’applicazione della pasta cementizia spatolabile ULTRATOP LOFT F (a grana grossa), pigmentata di bianco con ULTRATOP COLOR PASTE. Dopo 6 ore, sul supporto carteggiato, è stata applicata la pasta cementizia ULTRATOP LOFT W (a grana fine). Il supporto asciutto è stato carteggiato e trattato prima con una mano di finitura acrilica bicomponente MAPEFLOOR FINISH 630 diluita nel rapporto di 1: 1 in peso con acqua e dopo alcune ore è stata protetta con due mani di finitura poliuretanica bicomponente trasparente MAPEFLOOR FINISH 58 W con elevate caratteristiche di resistenza all’abrasione e con effetto estetico opaco.
I giunti di dilatazione di tutti i piani sono stati sigillati con MAPEFLEX PU 45 FT previo inserimento nel giunto di cordoncino MAPEFOAM.