
In dialogo con Brunelleschi
Gli architetti di Ipostudio raccontano il progetto del museo degli Innocenti
Gli architetti di Ipostudio raccontano il progetto del museo degli Innocenti. Fondato nel 1984 a Firenze, Ipostudio opera nell’ambito della progettazione architettonica, sviluppando una serie di attività nei campi dell'architettura civile, socio-sanitario, scolastico, delle residenze speciali e della residenza sociale.
Il lavoro di ricerca che ha preceduto gli interventi di restauro effettuati su gran parte della struttura è stato lungo e impegnativo e vi ha coinvolto in prima persona. Come lo avete affrontato?
Il progetto del Nuovo Museo degli Innocenti ha richiesto uno studio approfondito per comprendere a fondo la vera essenza della struttura architettonica di Brunelleschi e agire in maniera appropriata sul manufatto storico. Le prime idee progettuali sono state verificate attraverso l'impiego di modelli tridimensionali, sia realizzati con materiali tradizionali che attraverso l'impiego di software informatici. Tali strumenti hanno permesso di valutare preventivamente i pro e i contro delle varie soluzioni individuate, consentendoci di scegliere sulla base di considerazioni reali sullo stato di fatto dei luoghi oggetto dell'intervento. Il progetto museologico e museografico si è posto l'obiettivo di accompagnare i visitatori attraverso un percorso che si origina dalla memoria dell'abbandono, richiamata dalla "nuova ruota degli esposti", in una progressiva immersione in quell'unicum inscindibile in cui si intrecciano la memoria storica, artistica, architettonica ed emozionale dell'istituto.
Vi siete dovuti confrontare con Filippo Brunelleschi, architetto per antonomasia del Rinascimento fiorentino, e con la sua concezione innovativa - per i tempi - di edificio pubblico. Un vostro parere è obbligatorio.
Il progetto del Museo degli Innocenti rappresenta la sintesi tra le istanze di uso contemporaneo degli spazi museali esistenti e la valorizzazione e rigenerazione di ambienti fino ad oggi non sfruttati a pieno. Il confronto progettuale con l'opera di Filippo Brunelleschi si è svolto escludendo posizioni ortodosse e fondamentaliste rivolte alla mera conservazione del bene, per adottare un approccio più riflessivo e interpretativo che vede nel bene monumentale una struttura della costante attività di progettazione e attuazione, che deve allo stesso tempo essere adeguata e salvaguardata. Il progetto ha implementato la struttura esistente dal punto di vista tecnologico, funzionale ed economico affinché la fabbrica e le sue attività sopravvivano nel tempo. La scelta di conferire all'intervento progettuale contemporaneo una forte identità, che però non compromettesse l'essenza della struttura architettonica preesistente, emerge in più punti del nuovo Museo degli Innocenti. Gli spazi che si trovano al di sotto della quota della piazza (impropriamente chiamati interrati), così come l'allestimento della Pinacoteca e la valorizzazione del Verone manifestano in maniera evidente tale volontà progettuale. In questi spazi l'intervento progettuale e l'opera architettonica di origine brunelleschiana sono perfettamente integrati ma allo stesso tempo riconoscibili e tra loro in armonia. Negli spazi dell'interrato la predisposizione di contro pareti di 1,90 m di altezza e la ridefinizione tecnologica delle superfici orizzontali assume il valore di "fodera" dello spazio architettonico, volta da un lato a risolvere i vincoli legati all'illuminazione, alla climatizzazione e alla sicurezza degli ambienti e delle opere, e dall'altro a non "intaccare" le strutture murarie esistenti. Lo stesso può dirsi della Pinacoteca. Tutto il complesso sistema di impianti necessario al funzionamento del museo contemporaneo si sottrae alla vista del visitatore nascondendosi dietro un traliccio strutturale in acciaio costituito da una complessa orditura metallica. Allo stesso modo, la loggia del Verone viene restituita alla cittadinanza attraverso la "giustapposizione" di un oggetto architettonico semanticamente indipendente dalla struttura spaziale esistente (solaio, capriate e pareti verticali) in grado però di valorizzarne le affascinanti proporzioni e le mirabili viste che da esso si possono godere. Un piano orizzontale in alluminio strutturale che funziona da copertura del caffè, un pavimento galleggiante in legno di Teak e una contro parete sempre in legno definiscono lo spazio del caffè del Verone. Tutto l'intervento si disarticola in precise tematiche architettoniche. Flessibilità, reversibilità e assetto variabile non rappresentano solo facili slogan, ma strumenti progettuali che risolvono il rapporto tra nuovo e vecchio, tra conservazione e uso, tra memoria e futuro.
Nel 2009 avete partecipato e vinto un concorso internazionale per il progetto del Museo degli Innocenti promosso dall'Istituto degli Innocenti. Come sono stati i rapporti con il committente pubblico?
I vari interventi sono stati sviluppati in maniera congiunta, attraverso un dialogo intenso e continuo con la committenza, che ha portato a un ottimo risultato che è stato raggiunto anche grazie alla presenza di una innovativa Unità di Progetto. Un gruppo multidisciplinare, composto da professionisti delle varie discipline, ha seguito, partecipato e validato le varie scelte progettuali e ha consentito di comprendere in anticipo le criticità e i punti di forza delle scelte museografiche valutando attentamente le scelte di riorganizzazione degli spazi e dei percorsi museali. Ciò ha permesso di ottimizzare i tempi e rendere più efficiente il lavoro. L'altra grande complessità affrontata nel progetto è stata l'esigenza di mantenere attive e funzionati molte delle attività che si svolgono quotidianamente all'interno dell'Istituto. Anche per questo motivo, il rapporto con la committenza è stato essenziale per comprendere come ridurre al massimo il "trauma" del cantiere sulla struttura architettonica e sui vari utenti dell'edificio. Gli addetti, le madri con i propri bambini e tutti gli altri utenti hanno potuto utilizzare gran parte degli spazi dell'Istituto grazie a un attento piano di accessibilità che è stato messo in essere durante la fase di cantiere.
Insieme all’Ufficio Tecnico del Museo degli Innocenti avete redatto i capitolati per questo cantiere. Portare un segno contemporaneo in strutture antiche non è facile: da quali premesse siete partiti per fare le vostre scelte?
L'idea iniziale che ha guidato la progettazione era la volontà di intervenire attraverso un progetto rispettoso e consapevole del valore della preesistenza, ma allo stesso tempo deciso a mostrare la sua identità e la sua forza rinnovatrice. Tale principio ha guidato tutte le scelte progettuali e tecnologiche, cercando di evitare scelte scontate o apparentemente tradizionali, in favore di soluzioni innovative e originali. L'impiego della resina autolivellante Ultratop di Mapei rappresenta una scelta innovativa in grado di rendere il progetto riconoscibile e allo stesso tempo originale e in armonia con l'esistente. Il ricorso al Marmorino, per rivestire le contro pareti della parte interrata, rappresenta una scelta innovativa che ha lo scopo di offrire una nuova immagine architettonica del museo e contemporaneamente stabilire un dialogo e un contrasto con i pavimenti in resina Ultratop e con le antiche volte a crociera della fabbrica brunelleschiana.
Con la scelta e l’introduzione di nuovi materiali come è cambiata la vita in cantiere?
I nuovi materiali utilizzati hanno apportato specifici vantaggi accorciando i tempi di esecuzione e migliorando il risultato finale. Durante le lavorazioni sono stati utilizzati materiali innovativi che hanno migliorato l'efficienza delle lavorazioni, ridotto i tempi di esecuzione e garantito livelli di sicurezza adeguati. Il ricorso a tecniche e materiali innovativi può costituire comunque un'arma a doppio taglio. Da un lato, infatti, si può beneficiare
Il cantiere partito nel 2012 e arrivato a destinazione alla metà dello scorso anno, ha registrato alcuni ritardi e problemi. Quanto aiuta poter contare su prodotti all’avanguardia come quelli proposti da Mapei? Siete soddisfatti dell’Assistenza Tecnica Mapei?
Il ricorso a prodotti Mapei ha avuto sicuramente un ruolo positivo rispetto al buon esito del cantiere e al contenimento dei tempi di esecuzione. La loro affidabilità ha evitato sorprese o inconvenienti durante la posa in opera. L'Assistenza Tecnica è sempre stata presente durante le fasi nelle quali era previsto l'impiego di prodotti Mapei e ha risposto in maniera rapida ed efficace a tutti i quesiti che si sono presentati durante le varie lavorazioni. La presenza e il tempismo degli addetti Mapei ha fatto sì che i problemi e i ritardi che ogni lavoro complesso porta con sé fossero risolti velocemente e nel miglior modo possibile. Complessivamente il ricorso ai prodotti Mapei è risultato una scelta vincente sia rispetto alle questioni di carattere esecutivo che rispetto al risultato finale che oggi tutti possono osservare nel Nuovo Museo degli Innocenti.