autore_Iannacone_2019
Stefano Iannacone
Middle East & East Africa Director, Mapei Group
Mapei vuole essere protagonista dei progetti di crescita del continente legati soprattutto a trasporti, energia e settore immobiliare.

Un antico proverbio etiope dice: “L’elefante non zoppica quando cammina sulle spine”. Per chiunque abbia visitato l’Africa è facile immaginare un tramonto sulla savana e gli elefanti che camminano lentamente ma con decisione nella quiete della sera: un passo dopo l’altro, senza correre nè fermarsi. Il viaggio di Mapei in Africa è iniziato nel deserto di Dubai quasi dieci anni fa.

All’epoca l’economia locale subiva pesantemente gli effetti negativi della crisi economica originata negli Stati Uniti. In particolare, il settore immobiliare, fino a poco prima in fase espansiva, stava attraversando un periodo di grave crisi e i prezzi delle unità residenziali negli Emirati Arabi hanno subito un brusco calo di oltre il 50% per diversi mesi. Mapei stava allora avviando il suo nuovo stabilimento produttivo all’interno del Dubai Investment Park, il primo investimento del Gruppo in Medio Oriente. Nonostante la difficile situazione del mercato, Mapei ha continuato a investire in persone, infrastrutture e innovazione con l’intento di creare proprio qui la propria base per lo sviluppo nell’area circostante.

Oggi, dopo dieci anni di crescita continua, Mapei a Dubai dispone di un team motivato e determinato che le permette di proseguire il proprio percorso di penetrazione e crescita nell'area e in particolar modo nel continente africano. In realtà, l’Africa non è un territorio completamente nuovo per Mapei, perché il Gruppo è presente in Sud Africa dal 2009 con la consociata Mapei South Africa e in Egitto con una filiale del Gruppo Vinavil, che a Suez produce materie prime. Inoltre, Mapei ha partecipato, con i suoi prodotti e le sue tecnologie, a grandi progetti realizzati in Africa come la Grand Renaissance Dam in Etiopia. È tempo, adesso, di fare passi in avanti.

L’Africa rappresenta una grandissima opportunità per il Gruppo Mapei. La popolazione che vive nell’Africa subsahariana è ormai pari al doppio di quella che risiede in Europa (il contrario di quanto avveniva solo cinquanta anni fa) e gli esperti stimano che raggiungerà i due miliardi di persone tra 30 o 40 anni. Se si aggiungono i quasi 200 milioni di persone che vivono oggi in nord Africa, risulta evidente come il baricentro del mondo si stia spostando sempre più verso sud. L’economia globale dell’Africa continua a rafforzarsi e ha raggiunto una crescita del Pil che è stimata pari al 3,5% nel 2018. Entrando più nel dettaglio, ci si accorge che sono le economie dei paesi dell’Africa orientale a trainare questa crescita, arrivando anche a +5,7%. Seguono i Paesi del Nord Africa, con l’Egitto in testa (con un Pil in crescita di almeno il 5% nel 2018), e si stima che questi ultimi copriranno il 40% della crescita prevista per il 2019 per il continente africano. Il loro contributo alla crescita del Pil africano è più che triplicato negli ultimi 3 anni, raggiungendo quasi il 50% del totale. Volano di questa crescita è la strategia di integrazione tra le diverse nazioni africane voluta e promossa da vari leader politici locali: un’Africa senza frontiere, più competitiva sul mercato internazionale e dalla crescita ancor più accelerata. Integrazione significa ridurre le grandi differenze a livello infrastrutturale, investendo in strade, porti, ferrovie e condotti, e diminuire le barriere (fiscali e non) tra gli stati. Sono stati realizzati vari accordi commerciali tra Paesi africani e associazioni sovranazionali subsahariane, come il Common Market for Eastern and Southern Africa (Comesa) o la East African Community (Eac), allo scopo di ridurre o eliminare i dazi doganali tra gli stati membri. Ma la strada per un mercato veramente integrato è ancora lunga. Il gap infrastrutturale in Africa è ancora enorme. Consideriamo, per esempio, che la densità di strade lastricate in questo continente è pari a un quinto della media mondiale. Proprio per questo motivo, circa il 40% dei 500 progetti più importanti in Africa è legata al trasporto e richiede un investimento di circa 110 miliardi di dollari: una cifra pari a quella richiesta dai progetti del settore energetico insieme a quelli dell’ambito immobiliare. In totale, circa 330 miliardi di dollari saranno investiti in questi progetti, il 60% dei quali in Africa settentrionale e orientale. Con la fondazione delle nuove consociate in Egitto e in Kenya, Mapei mostra la sua determinazione a diventare protagonista di questo sviluppo, a supporto del quale intende portare la sua qualità, le sue tecnologie e la sua competenza tecnica mettendole a disposizione dell’industria africana delle costruzioni. La strada sarà piena di spine, ma i nostri passi saranno decisi e sicuri, come quelli dell’elefante etiope.

Alcuni numeri

+3,5%

crescita del Pil africano nel 2018.

+5,7%

crescita del Pil dei Paesi dell'Africa orientale.

110

miliardi di dollari: investimenti in trasporti.

330

miliardi di dollari: stima degli investimenti futuri in trasporti, energia ed edilizia.

 
 

 

 

 

 

 

   

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Stefano Iannacone
Middle East & East Africa Director, Mapei Group
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