Mapei sostiene la mostra 240 anni del teatro alla scala da piermarini a botta (2)
Il sostegno di Mapei alla mostra che testimonia le trasformazioni del teatro simbolo dell’eccellenza milanese ammirata nel mondo.

Nella ricorrenza dei 240 anni dalla fondazione del Teatro alla Scala, Mapei rinnova la partnership che la lega da anni al Teatro sostenendo la mostra “La Magnifica Fabbrica. 240 anni del Teatro alla Scala da Piermarini a Botta”.

La storia del Teatro alla Scala di Milano è ancora oggi vitale e significativa, oltre a essere specchio delle trasformazioni e dell’evoluzione della città e a intrecciarsi con quelle del Paese.

L’allestimento curato da Italo Lupi, Ico Migliore e Mara Servetto occupa le sale della Biblioteca Livia Simoni al piano superiore del Museo Teatrale, dedicate all’evoluzione storica della struttura del Teatro, mentre il Ridotto dei Palchi ospita la sezione dedicata agli interventi più recenti firmati dall’architetto Mario Botta e al completamento del suo progetto con la costruzione del nuovo edificio di via Verdi.

“Possiamo essere molto fieri di rappresentare la Scala dal ‘700 al futuro - ha commentato alla presentazione il sovrintendente Alexander Pereira -. Con Botta abbiamo un grande progetto in via Verdi e un altro progetto importante è il rinnovamento dei palchi per migliorarne l’acustica”. D’altronde, la Scala è un “camaleonte” e cambia per restare sé stessa, come l’ha definita Fulvio Irace che con Pierluigi Panza ha curato l’esposizione.

La mostra - inaugurata il 3 dicembre 2018 e che rimarrà allestita fino al 30 aprile 2019 - ricostruisce e documenta passo passo tutta l’evoluzione del teatro nei suoi 240 anni di vita.

 

Inaugurato il 3 agosto 1778, il teatro fu realizzato da Piermarini in stile neoclassico in meno di due anni e “tutto di mano sua”. Tra il 1821 e il 1830, per opera diretta e per ideazione di Alessandro Sanquirico, architetto e scenografo, la grande sala del Piermarini subì diversi rinnovamenti.

L’ultimo restauro è stato invece eseguito tra la fine del 2001 e il dicembre 2004 e ha visto un diretto coinvolgimento di Mapei.

Tra queste due date sono stati tanti gli interventi, tra cui la nuova illuminazione realizzata da Edison nel 1883 e la trasformazione ideata da Luigi Lorenzo Secchi, tra il 1932 e il 1935. Tra il 15 e il 16 agosto 1943 la Scala fu bombardata per rinascere l’11 maggio del 1946, dopo la ricostruzione sempre per opera di Secchi.

Gli ultimi interventi, realizzati da Mario Botta, saranno ultimati entro il 2022 e vedranno ancora impegnata Mapei con i suoi prodotti e i suoi tecnici specializzati.

Il prossimo anno, lungo via Verdi, dietro l’attuale torre scenica, spunterà una nuova torre, sempre firmata da Botta. Servirà per raggruppare gli uffici - parte dei quali sono attualmente ospitati all’esterno del Teatro alla Scala in spazi in locazione - e aumentare l’offerta di spazi per ballerini e musicisti con nuove sale di prova, oltre che ampliare ulteriormente il retropalco.

La nuova torre ricorda, per lo sbalzo, la Torre Velasca e richiama a una Milano medioevale. Il linguaggio è quello tipico dell’architetto ticinese: geometrie precise, alternanza di pieni e vuoti e cura nel rivestimento. Complessivamente sono sei piani sotterranei e undici fuori terra. I piani sotterranei saranno in gran parte occupati da un unico spazio, la sala prove per l’orchestra, con una superficie di circa 310 metri quadri e alta 14 metri. Le dimensioni e l’altezza di questa sala consentiranno di avere il miglior risultato musicale per le prove.

La coraggiosa ristrutturazione è una nuova testimonianza della capacità del Teatro e di Milano di ripensarsi in funzione delle nuove esigenze funzionali, artistiche, ma anche urbanistiche, mantenendo un giusto equilibrio tra rinnovamento costante e conservazione di un patrimonio storico-architettonico che è ormai patrimonio di tutta l’umanità.

 

Il visitatore è accolto all’ingresso del Museo da una parete con la presentazione della mostra e un video introduttivo di circa 5 minuti; l’esposizione prosegue al piano superiore, negli spazi della Biblioteca Livia Simoni, con il passaggio dalla sala video in cui è visibile il filmato principale di 17 minuti che, grazie alla collaborazione di Rai Teche e Istituto Luce, presenta rari documenti filmati sulla storia scaligera dalla ricostruzione. A partire dalla stanza attigua inizia il percorso vero e proprio, che procede in ordine cronologico dal 1776, anno dell’incendio del Regio Ducal Teatro, fino al Dopoguerra: concetto ispiratore dell’allestimento è un libro, le cui pagine fuori scala sono graficamente esplose sulle pareti in un paesaggio di grafica ambientale. Il tema del libro torna nella sala centrale in cui prende vita la metafora di un’orchestra: su 30 leggii sono riportate altrettante immagini storiche e attuali della Scala, che si animano a canone, con un focus di volta in volta differente.

Infine, nel Ridotto dei Palchi Arturo Toscanini, è proposto l’ultimo capitolo della storia, il progetto dell’architetto Mario Botta. Al centro del Ridotto la splendida maquette in legno pregiato, realizzata da Ivan Kunz, riproduce con straordinaria minuzia costruttiva una sezione dell’edificio in scala 1:75, offrendo la possibilità di entrare all’interno della struttura e di esplorarne da diversi punti di vista le trasformazioni architettoniche e funzionali. È qui che s’innesta l’intervento di Italo Lupi, Ico Migliore e Mara Servetto che incrocia l’elemento fisico della maquette e quello digitale della realtà aumentata per offrire un momento di approfondimento interattivo al visitatore. Curiosità e dati storici supportano, dunque, il racconto in un chiaro esempio di utilizzo mirato, quasi “umanistico”, della tecnologia concepita non come fine o effetto scenico, ma sapientemente calibrata al servizio del progetto.

 

I dati del progetto

Cantiere
Restauro teatro
Località
Milano, Italia
Sottocategoria
TEATRO
Costruito nel
1776
Inaugurato nel
1778
Intervento
Restauro completo e nuova costruzione
Inizio e fine dei lavori
2001/2004
Tipo di intervento
Recupero calcestruzzi
Progettisti
Arch. Mario Botta (edilizia nuova); Arch. Elisabetta Fabbri (Restauro)
Credits
Gianni Dal Magro; Massimiliano Nicastro
Direttore lavori
ing. Antonio Acerbo
Tag
#cultura
Foto e Video Gallery
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