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A 500 anni dalla sua scomparsa, Leonardo è conosciuto e lodato in tutto il mondo per i suoi studi e opere. Abbiamo creato un parallelismo tra i suoi studi e alcune opere Mapei.

Nato a Vinci, vicino a Firenze, il 15 aprile 1452 e morto in Francia, ad Amboise, nel 1519, Leonardo è conosciuto soprattutto come pittore, ma i suoi Codici - fogli che raccolgono appunti, disegni, progetti redatti nel tempo - si occupano di botanica, anatomia, geometria, strumenti musicali, feste con tanto di automi, problemi di idraulica, macchine da guerra, macchine volanti, fossili.

Dopo l’apprendistato nella bottega di Andrea Verrocchio, lavorò in numerose corti italiane, sino al suo arrivo a Milano dove realizzò gran parte dei suoi capolavori. Tra questi “L’ultima cena”, commissionata dal duca Lodovico il Moro per affrescare la sala del refettorio della chiesa di Santa Maria delle Grazie.

I suoi progetti spesso erano in anticipo sui tempi e irrealizzabili per l’epoca. Ne è esempio lo studio di una macchina volante. Oppure così grandi, ambiziosi e costosi che la loro realizzazione divenne impossibile, come il monumento equestre a Francesco Sforza, padre di Lodovico il Moro, dalle dimensioni colossali.

Morì nel castello di Amboise, in Francia, il 2 maggio 1519 ospite di Francesco I, che lo chiamò a corte come “primo pittore, architetto e ingegnere del re”.

Il legame tra Leonardo e i nostri tempi appare visibile non solo nei disegni che hanno precorso tempi e tecniche – gli studi sulle conche, sui flussi dell’acqua, sull’anatomia umana –, ma soprattutto nella ricerca continua su tutto quello che ci circonda senza mai arretrare, neanche davanti a sfide che per i tempi parevano improponibili e irrealizzabili. Abbiamo voluto creare un parallelismo tra gli studi effettuati da Leonardo e alcune opere che hanno visto anche l’intervento di Mapei proprio per sottolineare l’attualità dei suoi studi e l’amore per la ricerca, nota identificativa del Gruppo Mapei fin dalla sua nascita.

 

 

I Ponti a Campata Unica

Ponte Da Vinci In Norvegia

Leonardo progettò molti ponti, tra cui quello girevole ad arco, quello retrattile orizzontale per consentire il passaggio delle barche, quello salvatico, facile e veloce da costruire.

 

All’epoca di Leonardo i ponti erano fondamentali nella logistica degli eserciti per spostare truppe e rifornimenti e spesso risultavano determinanti per le sorti delle battaglie. Per questo nei Codici leonardeschi spesso essi sono presenti accanto ai disegni dedicati alle macchine da guerra. Solitamente progettati in legno, erano strutture “effimere” da utilizzare quando necessario. Nel 1502 Leonardò presentò - senza successo - al sultano turco Bajazet II il cosiddetto ponte di Galata, una struttura composta da una sola campata che doveva raggiungere una lunghezza di 350 m. Un progetto caratterizzato dal doppio sostegno delle teste del ponte che, a forma di coda di rondine, meglio sopportavano le spinte trasversali, da realizzarsi questa volta in pietra massiccia. Basato su disegni che gli specialisti dell'epoca reputavano impossibili da realizzare, il ponte doveva solcare il Corno d'Oro e unire Galata a Costantinopoli.

Il ponte è stato realizzato 500 anni dopo in Norvegia ad Aas, città a sud di Oslo. Nel 1994 l’architetto Vebjoern Sand, visitando una mostra, fu colpito dalla modernità della linea di un ponte disegnato da Leonardo e riuscì a convincere la società autostradale norvegese a realizzarlo. Alla fine del 2001 il ponte, prima opera di edilizia civile realizzata su un disegno di Leonardo, fu inaugurato. Pur essendo il più possibile aderente al progetto originale per struttura e linea, il ponte - destinato esclusivamente a pedoni e ciclisti -, si discosta nelle misure e nei materiali. Lunga 67 m, la struttura è stata realizzata in legno e non in pietra e poggia su tre piloni arcuati anch’essi in legno. Anche Mapei ha collaborato alla sua realizzazione fornendo gli additivi per il calcestruzzo.



Le Fortificazioni

Le Mura di Firenze

Nel Codice Atlantico si trova il “curriculum vitae” inviato da Leonardo a Ludovico il Moro dove si sottolineano le sue capacità, tra l’altro, di architetto e ingegnere militare.

Tra i tanti interessi di Leonardo non poteva mancare quello per le città e la loro difesa. Alcuni schizzi, eseguiti nel periodo in cui fu chiamato a Milano da Ludovico il Moro, documentano la sua ricerca di innovazioni nell’architettura civile e fortificata: in due disegni, ora conservati a Parigi, per il Castello Sforzesco aveva progettato due altissime torri di guardia.

Nel 1502 Leonardo venne assoldato da Cesare Borgia in veste di architetto e ingegnere militare e giunto a Cesena, tra le varie mansioni legate alle continue campagne militari, ebbe quella di rilevare e aggiornare le fortificazioni delle città della Romagna conquistate.

La storia di molte città italiane è legata ai sistemi di difesa e alle fortificazioni. Un esempio tra gli altri è Firenze.

Nel 2005 a Firenze è stato effettuato il restauro delle rimanenti mura cittadine costruite nel 1312 e nel 1325. L’intervento ha interessato il tratto di mura che va da Porta San Frediano al Torrino di Verzaia (75 m). Tutta la zona è vincolata dalla Soprintendenza ai Beni Culturali.

Il restauro non è stato semplice, visto lo stato di degrado in cui versava il manufatto, e ha comportato principalmente il consolidamento della struttura. Secondo il metodo utilizzato all’epoca, la tecnica di costruzione delle mura vedeva la combinazione di sassi, ghiaia e calcina di sabbia proveniente dai fiumi Arno e Mugnone, così da creare una specie di muratura a secco; il legante originario era costituito da una malta biancastra, molto fine e friabile. A una prima fase di pulizia e di preparazione dei supporti, è seguito il ripristino della stilatura tra il pietrame misto che compone la struttura muraria.

Mapei ha proposto con successo la Linea Mape-Antique, composta da malte e leganti da intonaco privi di cemento appositamente formulati per essere impiegati in interventi di deumidificazione da effettuarsi anche su murature di grande valore storico.

 

Le Chiuse

Il Canale di Panama

Nel Codice Atlantico viene descritto il sistema della porta della chiusa. Il sistema di apertura del portello e dei portoni, illustrato in dettaglio nei suoi disegni e note, avveniva da terra.

 

I numerosi disegni contenuti nei Codici testimoniano l’interesse di Leonardo per l’acqua e per le opere idrauliche. Importanti i suoi studi sulle conche già nei primi anni di permanenza a Milano, durante le visite a Pavia e al Naviglio di Bereguardo, derivato dal Naviglio Grande ad Abbiategrasso. Proprio osservando le conche in uso, progetta alcuni miglioramenti, come il disegno dei gradoni e l’inserimento di un portello inferiore incluso nelle porte ad angolo.

A distanza di secoli il sistema delle chiuse ha trovato realizzazioni significative come, per esempio, nella grande opera del canale di Panama. Basato su un sistema di chiuse il Canale di Panama (lunghezza 81,1 km), è stato realizzato (1907-1920) per favorire il passaggio delle navi dall'Oceano Pacifico all'Oceano Atlantico evitando la circumnavigazione dell'America Meridionale. Il funzionamento del canale si basa su sei chiuse dotate di 16 gigantesche paratoie in acciaio, che in pochi minuti aprono e chiudono le camere d'acqua, attraverso cui le navi riescono a superare un dislivello di circa 26 m di profondità. Nel 2009 è iniziata la realizzazione del nuovo canale per consentire il transito di navi di maggiori dimensioni. Consegnato nel 2016 il cantiere costituisce, per complessità e numeri, la maggior opera d'ingegneria realizzata negli ultimi decenni. Il progetto ha introdotto importanti innovazioni come la creazione di un sistema di grandi bacini comunicanti, con il risparmio del 60% d'acqua a ogni passaggio delle chiuse.

Mapei ha partecipato al cantiere con la fornitura di additivi per il calcestruzzo per la realizzazione delle chiuse del nuovo canale e la ristrutturazione di quelle esistenti, e ha inoltre fornito tramite la consociata Polyglass i manti sintetici per impermeabilizzare i bacini ausiliari (si vedano Realtà Mapei 110, Realtà Mapei 113, Realtà Mapei 116, Realtà Mapei 134 e Realtà Mapei 137).

 

 

Le Bocche di Irrigazione

La Diga delle Tre Gole in Cina

Nel Codice Leicester grande importanza ha il tema dell’acqua, sviluppato in diversi campi: l’idraulica, la geologia, la fisica, la cosmologia.

 

Nel 1500 Leonardo lasciò Milano durante l’occupazione francese e, dopo un breve periodo a Mantova, si trasferì a Venezia dove fu incaricato di progettare delle strutture difensive contro la minaccia turca. Forte dei suoi studi sull’acqua, Leonardo ideò una diga mobile da installare sul punto di confluenza tra l’Isonzo e il Vipacco, in grado di provocare inondazioni sui presidi del nemico in terraferma.

Nel corso dei secoli le dighe hanno cambiato l'economia e i paesaggi di molti territori. L'ultimo esempio è la spettacolare diga delle Tre Gole in Cina.

Nel 2009 è stato completato lo sbarramento sullo Yangtze, il Fiume Azzurro, che ha originato un lago con una superficie di oltre 1.000 km2 e lungo più di 600 km e una capienza massima di 39 miliardi di m3. È la diga delle Tre Gole, che prende il nome dalle tre gole attraversate dal fiume: la Gola di Qutang, la Gola di Wuxia e la Gola di Xiling, ed è la centrale idroelettrica con la maggiore potenza installata del mondo, pari a 22.500 megawatt. Secondo il governo cinese, la sua realizzazione era necessaria per diminuire il rischio di inondazioni, per rendere navigabile l'alto corso dello Yangtze - che ora, grazie a una serie di chiuse, è navigabile per 2.000 km - e per produrre energia elettrica, indispensabile allo sviluppo dell’industria locale.

La diga vera e propria ha un'altezza di 185 m e una lunghezza complessiva di oltre 2.000 m.

Mapei ha partecipato alla realizzazione degli sfioratori della diga. L’impresa costruttrice aveva richiesto un calcestruzzo con un’elevata resistenza e senza fessurazioni. La soluzione è stata trovata con lo sviluppo e l'impiego del primo additivo superfluidificante nanostrutturale, capostipite dell'attuale linea Dynamon (si veda Realtà Mapei 77).

 

 

I Canali Navigabili

I Navigli di Milano

L’interesse di Leonardo per i Navigli, che li utilizzava spesso per i propri spostamenti, è testimoniato dai disegni e dagli studi raccolti nel codice atlantico, conservato a Milano nella Biblioteca Ambrosiana.

 

Iniziati nell’XII secolo, i Navigli erano stati pensati come un sistema di canali artificiali per la difesa, per fornire acqua e per il trasporto delle merci. Leonardo li sviluppò proponendo ampliamenti e invenzioni; in particolare, tra il 1506 e il 1513 si interessò alla conca del naviglio di S. Marco. L’obiettivo era collegare il Naviglio Martesana alla cerchia interna dei navigli attraverso due chiuse, a S. Marco e all'Incoronata. Sarebbe stato così possibile attraversare la città via acqua e, in prospettiva, collegare l'Adda al Ticino. Tra tutte le idee di Leonardo, vanno sottolineate soprattutto quelle collegate al sistema delle conche - tra cui il portello inferiore, manovrabile dall'alzaia - per diminuire o aumentare la portata dell'acqua. Dell'antico sistema dei navigli oggi restano visibili solo il Naviglio Martesana, il Naviglio Pavese e il Naviglio Grande.

Su quest’ultimo, in prossimità della Darsena, nel 2004 fu avviato un “cantiere pilota” per individuare le tecniche non distruttive più affidabili per intervenire con successo sulla funzionalità statica dei muri spondali. Sulla porzione di muratura interessata (un’area spondale in mattoni pieni sul Naviglio Grande nei pressi del ponte di via Valenza), Mapei ha testato il Sistema Mape-Antique, una gamma completa di prodotti esenti da cemento, per il risanamento delle murature umide o degradate. I risultati della campionatura hanno soddisfatto il committente e nel 2006 è partito il cantiere per il consolidamento statico e il restauro conservativo delle sponde del Naviglio Grande dalla Darsena a Ponte Valenza (si vedano Realtà Mapei 66 e Realtà Mapei 80).

 

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