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Palazzo Belmonte Riso è uno dei più importanti e monumentali edifici del centro storico di Palermo, prospiciente corso Vittorio Emanuele e piazza Bologni. Realizzato a fine Settecento dai Principi Ventimiglia di Belmonte, rappresenta un interessante esempio di residenza privata nobiliare che coniuga la magnificenza tardo barocca al rigore neoclassico

Palazzo Belmonte Riso è uno dei più importanti e monumentali edifici del centro storico di Palermo, prospiciente corso Vittorio Emanuele e piazza Bologni. Realizzato a fine Settecento dai Principi Ventimiglia di Belmonte, rappresenta un interessante esempio di residenza privata nobiliare che coniuga la magnificenza tardo barocca al rigore neoclassico.

Nel 1841 il palazzo fu venduto alla famiglia Riso, della quale il portale reca tuttora l’effigie nello stemma marmoreo del casato.

Nel 1943, durante la seconda guerra mondiale, fu quasi raso al suolo dai bombardamenti delle forze angloamericane.

Dopo anni di abbandono e degrado, nel 1986 il palazzo è stato acquistato dalla Regione Siciliana, che ha avviato i lavori di restauro negli anni Novanta, restituendo un monumento alla città.

Dal 2005 Palazzo Belmonte Riso è sede del Museo d’Arte Contemporanea della Sicilia, o RISO.

 

IL PROGETTO DI RESTAURO: LE SCELTE ARCHITETTONICHE

Il progetto di restauro del 2004, finanziato dall’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, intendeva riportare alla luce l’originario impianto planimetrico dell’edificio, rendendolo leggibile attraverso alcune annessioni che hanno ridefinito gli spazi delle due corti interne.

La riconfigurazione dell’ala est del Palazzo rappresenta l’intervento principale del progetto con la ricostruzione, sul piano terra che ospita i locali del museo, di due elevazioni nella parte della fabbrica prospiciente il primo cortile, che permettono di collegare, con una certa continuità architettonica, la nuova fabbrica con quella contigua esistente a tre elevazioni dell’ala sud del Palazzo. Stessa logica è stata adottata nelle parti della fabbrica prospicienti il secondo cortile, con la ricostruzione, in questo caso, di una sola elevazione.

Il progetto ha inoltre previsto l’adozione di metodologie costruttive e di presidi antisismici, per quel che concerne sia le strutture principali (murature, archi) che per quelle secondarie (orizzontamenti, piattabande), per aumentare il livello di sicurezza dell’edificio.

 

 

LA DEFINIZIONE DEI MATERIALI E IL SUPPORTO MAPEI

Per la ricostruzione delle nuove murature e la stilatura dei giunti di allettamento delle murature vi era l’esigenza di dover utilizzare una malta che possedesse tre indispensabili requisiti. Doveva essere una malta di classe M5 (compatibilità elasto-meccanica), essere a base calce ed esente da cemento (compatibilità chimico-fisica) e integrarsi perfettamente, sotto il profilo cromatico, con i nuovi conci di tufo. Inoltre si dovevano ottenere, con un unico prodotto, caratteristiche di certificazione e marcatura CE a garanzia del miglior risultato. La scelta della direzione lavori è ricaduta su MAPE-ANTIQUE ALLETTAMENTO nella colorazione tufo, una malta resistente ai sali a base di calce idraulica naturale ed eco-pozzolana progettata per realizzare allettamenti traspiranti di murature portanti e di tamponamento anche “faccia a vista”. Questa malta risponde ai requisiti minimi richiesti dalla EN 998-2 ed è classificata come G (Malta da muratura a prestazione garantita per scopi generali per l’utilizzo esterno in elementi soggetti a requisiti strutturali), di classe M5.

La malta è stata applicata a cazzuola, previa saturazione dei conci. Dopo aver steso il “letto di posa” è stato correttamente posizionato il blocco di tufo esercitando una leggera pressione. La malta in eccesso è poi stata asportata con la cazzuola e, infine, è stata eseguita la spugnatura dei giunti di malta per ottenere l’effetto “faccia a vista” desiderato.

La stessa logica operativa è stata seguita anche nella realizzazione delle piattabande.

 

PROGETTO DEI SINGOLI CONCI DELLE PIATTABANDE

Le connessioni tra setti murari e struttura portante e l’ammorsamento trasversale dei nuovi blocchi di tufo con quelli esistenti sono state realizzate con l’ancorante chimico bicomponente MAPEFIX VE SF. Il prodotto è una miscela di resine ibride vinilesteri senza stirene, confezionata in cartuccia unica in cui la perfetta amalgama dei due componenti avviene durante l’estrusione del prodotto grazie a un miscelatore statico avvitato sulla testa della cartuccia.

L’impiego di MAPEFIX VE SF è particolarmente indicato per assorbire carichi pesanti su materiali edili sia forati che pieni, da applicare su supporti sia asciutti sia umidi, in particolari condizioni ambientali quali la totale immersione oppure l’esposizione aggressiva ad aerosol marino o industriale.

Dopo aver eseguito le forature nel supporto esistente, è stata condotta un’accurata pulizia delle superfici mediante aria compressa e scovolino. Successivamente è stata iniettata la resina partendo dal fondo del foro e infine è stata inserita la barra metallica mediante un movimento leggermente rotatorio fino alla fuoriuscita della resina in eccesso, per evacuare eventuali bolle d’aria.

I dati del progetto

Cantiere
museo arte moderna e contemporanea
Località
Palermo, Italia
Sottocategoria
MUSEO
Costruito nel
1783
Inaugurato nel
1783
Intervento
fornitura prodotti per il restauro e il consolidamento delle murature
Inizio e fine dei lavori
1783/2014
Tipo di intervento
Recupero murature
Committente
Regione Siciliana, Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana
Impresa appaltatrice
Cantieri Edili srl (Favara, AG)
Imprese esecutrici
Cantieri Edili srl (Favara, AG)
Progettisti
ARCH. G. VANELLA - ARCH. V. GAGLIO - GEOM. C. CHIRCO
Specialisti coinvolti nei lavori
arch. Francesco Santalucia; arch. Lina Bellanca
Distributore MAPEI
Zucchero Giuseppe & C. s.n.c.
Credits
Filippo Crisanti
Direttore lavori
arch. Giuseppe Vanella, arch. Vincenzo Gaglio, geom. Cesare Chirco
Coordinatore MAPEI
Salvatore Costa, Agenzia Ric.Co. snc, Ezio Vallone, Rocco Briglia (Mapei SpA)
Tag
#restauro
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