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Continua la collaborazione di Mapei con la collezione Peggy Guggenheim, a sostegno dello sviluppo tecnologico in ambito conservativo.

Mapei incontra la Collezione Peggy Guggenheim nel 2009 quando, spinta dalla ferma convinzione che “il lavoro non può essere slegato dall’arte”, sceglie di aderire a Guggenheim Intrapresæ, il progetto di Corporate Membership del museo. Con la stessa efficacia, flessibilità e resistenza dei materiali che produce in tutto il mondo, Mapei è attiva nella vita della Collezione ogni anno, sostenendola nelle sue fasi di cambiamento ed evoluzione. È ciò che è accaduto con il restauro di Palazzo Venier dei Leoni nel 2009 e con la partecipazione alla Campagna Capitale di acquisizione e conversione degli spazi che oggi accolgono le mostre temporanee, la prima aula didattica del museo veneziano dedicata alle attività gratuite per bambini e famiglie e la nuova caffetteria (2014-2016).

Nel 2019 Mapei partecipa all’acquisto di un microscopio ottico di nuova generazione per il restauro delle opere d’arte per il laboratorio di conservazione dell’istituzione, sostenendo così il percorso di sviluppo tecnologico in ambito conservativo iniziato dalla Collezione Peggy Guggenheim qualche anno fa. Questo strumento garantirà la possibilità di intervenire direttamente nel laboratorio del museo senza esternalizzare alcuni interventi e contribuirà a fare in modo che il museo possa continuare a confrontarsi con importanti realtà internazionali nell’ambito della conservazione di opere di arte moderna e contemporanea, come la Tate a Londra e l’Opificio delle Pietre Dure a Firenze.

Il microscopio ottico è uno strumento diagnostico non invasivo ad alta precisione che permette di indagare la superficie del dipinto per leggerne la costruzione, le stratificazioni aggiunte successivamente nonché lo stato di conservazione. Grazie all’elevata capacità di ingrandimento, questo strumento offre un supporto eccezionale per lo studio delle tecniche pittoriche e della componente materica e risulta particolarmente indispensabile per l’esame analitico delle opere del XX secolo, caratterizzate da materiali differenti apposti su tela con tecniche pittoriche innovative. 

La prima applicazione del microscopio binoculare verrà effettuata su un nucleo di quattro opere di Edmondo Bacci, artista veneziano che utilizzava la fisicità dell’Action Painting e mescolava il colore con la sabbia formando delle increspature. Tale tecnica è particolarmente evidente in Avvenimento #247, prima delle sue tele che verrà restaurata grazie al nuovo microscopio. Avvenimento #247 sarà esposta in occasione della mostra “Peggy Guggenheim. L’ultima Dogaressa”, in apertura il 21 settembre 2019, accanto ai lavori di altri artisti italiani attivi dalla fine degli anni quaranta, come Tancredi Parmeggiani ed Emilio Vedova. L’esposizione sarà un omaggio al collezionismo di Peggy Guggenheim post 1948, anno in cui la “dogaressa” si trasferisce a Venezia: dipinti, sculture e opere su carta acquisite tra la fine degli anni quaranta e il 1979. Sarà questo il momento clou di un intero anno volto a ricordare due date cruciali che hanno segnato non solo la storia della Collezione, ma anche la storia dell’arte del XX secolo: il 1949, anno in cui Peggy acquista Palazzo Venier dei Leoni e qui organizza la prima mostra di scultura contemporanea, aprendo le porte al pubblico, e il 1979, anno della sua scomparsa.

 

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