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La città (Capitale Mondiale 2018 del Design) vive un momento di grande vivacità: Mapei impegnata nei progetti più significativi.

Il New York Times l’ha definita la capitale più “cool” del momento. Per i giovani è la “nuova Berlino”. Nel corso del 2018 Città del Messico ha mostrato al mondo il suo nuovo volto e si è imposta sulla scena della comunità internazionale di architetti e creativi come capitale mondiale del design. Un’investitura che, ogni due anni, viene attribuita a una città che ha fatto del design il motore dello sviluppo economico, sociale e culturale. Nel 2008 Torino era stata la prima “vetrina” scelta dalla World Design Organization che ha nominato la città francese di Lille, prossima capitale mondiale nel 2020.

Nonostante le grandi contraddizioni, Città del Messico oggi rappresenta una delle “piazze” più vivaci e innovative nel panorama internazionale dell’architettura. Un fascino rinnovato, quello della capitale messicana, capace di attirare design e creativi da tutto il mondo e diventare un incubatore di una progettualità da esportare. Una città che riesce a combinare le eredità del passato con le innovazioni del presente. Da più parti si è sottolineata la ricchezza dell’architettura contemporanea messicana e il suo intreccio di stili e tendenze. A maggior ragione oggi, in un momento di straordinaria vivacità, la commistione tra arte, moda e design si ritrova in molti angoli della città. Un esempio? Il quartiere Roma a Città del Messico, con il suo alternarsi di gallerie d’arte e case di moda. Un quartiere portato alla notorietà anche dal film “Roma” del registra messicano Alfonso Cuaron, che ha vinto il Leone d’oro all’ultima Mostra del cinema di Venezia. Girato in bianco e nero, il film è ispirato alla vita del regista cresciuto nel quartiere Roma negli anni ’70.

Non solo stile e disegn. Tutto il panorama architettonico messicano è in grande fermento. In particolare la sua capitale, questa gigantesca magalopoli passata dai 3 milioni di abitanti del 1950 agli attuali 24,5 milioni, un numero impressionante se si pensa che i messicani sono complessivamente 131,4 milioni. L’esplosione dell’area metropolitana è stata accompagnata da diversi processi di urbanizzazione. Un’esplosione spesso disordinata e caotica a cui oggi si cerca di dare una risposta anche con una maggiore attenzione alla sostenibilità.

Ma sono i “numeri” della città a imporre scelte strategiche da un punto di vista urbanistico. Grandi opere in via di realizzazione, come il rinnovamento e l’ampliamento dell’aeroporto internazionale e la realizzazione della linea interurbana México-Toluca, che collegherà la parte occidentale di Città del Messico alla valle di Toluca, rappresentando una grande soluzione per i milioni di persone che giornalmente si spostano dalla capitale, passando circa 4 ore sui mezzi di trasporto. Il treno interurbano trasporterà circa 300.000 passeggeri al giorno, su un percorso di 57 km - con due terminal e quattro stazioni intermedie - in un tempo di 39 minuti (si veda l'articolo dedicato). Grandi opere, boom edilizio, conservazione di edifici preesistenti attirano l’attenzione e gli investimenti esteri in Messico. Il Paese è in costante crescita. Dopo aver chiuso il 2017 con un incremento del 2,1% del Pil, si prevede un analogo trend per quest’anno e una crescita intorno al 2,5% nel 2019. Da più parti si sottolineano le potenzialità dell’economia messicana che, se riuscirà a risolvere i problemi legati alla sicurezza interna, ha tutte le carte per mettere a segno un incremento del Pil tra il 3 e il 4-5% sul medio e lungo periodo.

La capitale è il fulcro dell’espansione del Paese. Tutti ricordano il “Milagro Mexicano” (“miracolo messicano”) che, tra l’inizio degli anni ‘50 e la fine degli anni ’60, ha contribuito a una urbanizzazione senza precedenti. E ha lasciato alcuni simboli sul piano architettonico e delle grandi opere, come il campus e la biblioteca centrale dell’Università Nazionale autonoma messicana (Unam), con la spettacolare pittura murale di Juan O’Gorman, o lo stadio Atzeca progettato dall’architetto Pedro Ramírez Vásquez.

 

 

MAPEI IN MESSICO

Il Gruppo Mapei scommette sulle prospettive del Paese, proponendo soluzioni innovative e tecnologia italiana: si allarga il portfolio di prodotti offerti, aumentano gli investimenti e la capacità produttiva. L’obiettivo: diventare protagonisti “sul mercato locale e non solo”.

Il Gruppo Mapei è attualmente impegnato nei più significativi progetti a Città del Messico. A cominciare dall’ampliamento dell’aeroporto internazionale, dove il know how di Mapei spazia dalle soluzioni per la posa di piastrelle ai prodotti per l’installazione del marmo negli edifici, dalle pavimentazioni delle zone di servizio ai pavimenti decorativi in pasta cementizia. Per la realizzazione del treno Città del Messico-Toluca Mapei ha fornito additivi per il calcestruzzo e numerosi altri prodotti per le costruzioni in sotterraneo.

Nuove costruzioni, ma anche il restauro del patrimonio culturale della città. Come, per esempio, le opere di manutenzione dell’Universidad Nacional Autonoma de Mexico dove i prodotti Mapei contribuiranno a ridare splendore a questi edifici simbolo. Per non dimenticare la ristrutturazione del Sol Bípedo e della Torre de Los Vientos, monumenti simbolo della Ruta de la Amistad, per la quale Mapei ha fornito soluzioni e assistenza tecnica in cantiere o ancora lo specchio d'acqua UNAM e l'High School e Campus UNAM.

I dati del progetto

Cantiere
facciate
Località
Benito Juarez / Cancun, Messico
Sottocategoria
APPARTAMENTI
Costruito nel
2017
Inaugurato nel
2018
Intervento
fornitura di prodotti per la posa di marmo travertino in facciata
Inizio e fine dei lavori
2017/2018
Tipo di intervento
Posa di rivestimenti a parete
Impresa appaltatrice
Arch. Jorge Vallejo
Imprese esecutrici
COVINT
Progettisti
Arch. Rodrigo de la Pena
Distributore MAPEI
Haus, De piedra canteras, Maderas el Gallo.
Credits
Sergio Zárate
Direttore lavori
Desarolladora METRIC
Tag
#mercato
Foto e Video Gallery
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