Lorenzo Onofri
Presidente FEP (Federazione Europea dell'Industria del Parquet)
Intervista sulla situazione attuale e sugli scenari futuri dell'industria del parquet

Quali sono le sfide che caratterizzano a livello europeo il settore dei pavimenti in legno?

In questo periodo, una domanda del genere fa venire i brividi: le sfide per il nostro settore sono non soltanto difficili, oserei dire quasi epocali! Questa situazione critica ha messo in evidenza un sistema produttivo del parquet praticamente monopolizzato da una sola specie legnosa (il rovere) e pochissime alternative di struttura. Questa situazione permane normale fino a quando non si crea lo stato di necessità. E quest’ora è giunta. Dobbiamo ricercare nuove specie legnose, nuovi supporti, nuova comunicazione al consumatore e quindi nuovo marketing, nuovi colori e finiture. Insomma, bisogna ripensare al parquet come a un prodotto con più ampie soluzioni e diversificazioni rispetto a quelle oggi presenti. Credo che aumenteranno i prodotti a basso spessore di strato nobile, visto il costo e la disponibilità limitata di materia prima, così come aumenteranno le scelte di tipologie legnose con presenza di nodi e quindi con un effetto estetico più rustico. Ciò costringerà a uno sforzo di marketing e comunicazione per far accettare questi cambiamenti, attraverso un’informazione mirata, come FEP fa da tempo con il progetto Real Wood, evidenziando quanto sia importante e sostenibile promuovere il consumo del legno rispetto a tanti altri prodotti alternativi che hanno un impatto ambientale e un consumo energetico molto maggiori. Sicuramente sarà importante fare scelte di fondo il più possibile condivise fra tutti i produttori in modo da velocizzare e perfezionare l’intero processo di cambiamento. La cosa più difficile è cominciare a pensare differentemente. Se ci fosse la convinzione che le alternative sono possibili, si potrebbe accelerare questa conversione, almeno in maniera parziale. Invece mi sembra che tutti continuino a cercare di riportare le cose allo stato idilliaco di pochi mesi fa, senza rendersi conto che la realtà sta cambiando radicalmente.

 

Ci sono difficoltà nel reperimento delle materie prime in Europa relativamente ai pavimenti in legno?

La situazione di scarsa reperibilità delle materie prime e il conseguente incremento dei prezzi delle stesse sono cominciati a fine 2020. Poi, nel primo semestre del 2021, abbiamo assistito a un vero e proprio scollamento tra domanda e offerta di tutte le materie prime e del legname in particolare. Si è cominciato con l’incremento dei prezzi dell’abete e dei materiali “poveri” per imballaggio e costruzioni per passare, in seguito, a rovere e pannelli. Questa situazione è poi esplosa in quanto, dopo quasi due anni in cui l’economia globale è rimasta bloccata per la pandemia, la ripartenza è stata caratterizzata da una domanda molto forte in Nord America per il boom di nuove costruzioni residenziali (che notoriamente necessitano di grandi quantità di legno) e da una scarsità di materie prime disponibili (considerati i livelli minimi di stock nelle varie fasi della filiera). Questo ha innescato un meccanismo speculativo che ha poi colpito tutto il mercato globale. La guerra tra Russia e Ucraina ha definitivamente cambiato gli scenari geopolitici mondiali. Tornando alla situazione specifica del mercato del parquet in Europa, questa guerra ha provocato enormi disastri. Infatti, le produzioni europee di pavimenti a due strati che utilizzavano in gran parte multistrato di betulla come supporto, si sono ritrovate, a causa delle sanzioni alla Russia, senza materia prima. Non solo le produzioni russe di multistrato di betulla rifornivano quasi la metà del mercato europeo dei pannelli necessari per il supporto, ma praticamente quasi l’80% della betulla, intesa come materia prima, proviene, o meglio proveniva, dalla Russia. Inoltre, l’Ucraina è un grandissimo produttore europeo di rovere e di lamelle per pavimenti in particolare. Questa guerra, anche se non ha completamente compromesso la produzione, ne ha sicuramente rallentato e ridotto la capacità. Come conseguenza di tutto ciò, i prezzi del rovere sono ancora molto alti e adesso si cerca di sostituire gran parte delle forniture che provenivano dall’Ucraina con quelle di altri mercati quali Francia, Croazia, Ungheria e Romania, innescando ulteriori criticità relative alla disponibilità e ai prezzi che si innalzano ulteriormente. Ovviamente, questi incrementi non possono continuare all’infinito, visto che a un certo punto la domanda non seguirà più le evoluzioni dei prezzi.

 

Ci sono Paesi in cui l’industria del parquet è maggiormente in crescita ed altri in cui gioca un ruolo più marginale? Perché?

I Paesi che hanno per tradizione una elevata produzione di pavimenti in legno sono in primo luogo Polonia, Svezia e Austria, seguiti poi dagli altri grandi Paesi continentali quali Germania, Italia e Francia. Invece se guardiamo ai consumi la situazione è differente. I maggiori consumatori sono ovviamente i Paesi con popolazione più elevata (Germania, Francia, Italia, Svezia), ma la propensione all’utilizzo del parquet in percentuale per abitante è indubbiamente più alta nei Paesi del Nord Europa, dove ovviamente, sia per disponibilità di materia prima, sia per motivi climatici, il legno è stato sempre l’elemento principale usato nella costruzione delle abitazioni.

 

Secondo le vostre ricerche, quali sono le attrattive maggiori del parquet per il consumatore? Stanno cambiando negli ultimi tempi?

Il parquet ha un tasso di gradimento del consumatore pari forse a quello della pizza, cioè estremamente elevato! Lo dimostra il fatto che quasi tutti i materiali non naturali per pavimentazioni (ceramiche, laminati, LVT) cercano di imitare l’aspetto estetico del legno, proprio perché piace. Ovviamente il legno di per sé è inimitabile ed è per questo che il consumatore un po’ più attento ed esigente non scende a compromessi. Viene apprezzato per il suo calore e la sua naturalezza, oltre che per il piacere e il senso di benessere di viverci “sopra”. Questo sentimento non è cambiato nel tempo. Quello che sta cambiando è il gusto estetico e quindi la ricerca di finiture e colori che possono essere in qualche modo al passo con i tempi e i trend del momento. Quindi forse c’è meno attaccamento all’aspetto naturale della specie legnosa (che ormai è in prevalenza unica, il rovere) e maggiore richiesta di formati ricercati e colori variegati. Negli ultimissimi anni abbiamo anche assistito a un ritorno di spine in varie declinazioni di angolature e pavimenti a disegno che creano una bella combinazione tra formati che appartengono alle più antiche tradizioni di posa e finiture moderne. Insomma, il legno, pur nella sua classicità, rimane un materiale eccezionale, inimitabile, continuamente rinnovabile (l’unico!) e soprattutto sempre attuale.

 

Lorenzo Onofri
Presidente FEP (Federazione Europea dell'Industria del Parquet)
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