L’evento di formazione "Una minuscola goccia d’acqua" organizzato da Mapei il 29 novembre ha visto la partecipazione di oltre 80 professionisti tra architetti, ingegneri e periti. Il convegno ha affrontato tematiche cruciali riguardanti la progettazione, realizzazione e manutenzione delle pavimentazioni in pietra, con un focus su soluzioni sostenibili, rapidità e durabilità.
Strade in pietra e acqua. Un incontro inevitabile e un rapporto delicato, a tratti rischioso. Come fare perché le pavimentazioni delle nostre strade e piazze, nei centri storici come nei nostri cortili, rimangano solide, resistenti al traffico pedone e/o veicolare, ai cicli di gelo e disgelo, ai sali disgelanti, alle precipitazioni e agli altri fenomeni atmosferici? Come garantire interventi di manutenzione efficaci, veloci e duraturi? Come preservane il valore architettonico, storico e persino estetico?
A queste e altre domande ha cercato di dare risposta il convegno “Una minuscola goccia d’acqua” organizzato da Mapei a Trento il 29 novembre, a cui hanno partecipato oltre 80 professionisti per lo più architetti, ingegneri e periti iscritti agli albi di categoria, oltre a rappresentanti di uffici tecnici di vari comuni italiani.
Il convegno organizzato da Mapei a Trento il 29 novembre si è rivolto a architetti, periti e geometri interessati alle pavimentazioni architettoniche in pietra.
Ad aprire i lavori sono stati Marcello Deganutti, Product Manager della Linea pavimentazioni architettoniche in pietra di Mapei, e Alberto Castagnoli, Area Manager di Mapei per Trento. È stato poi Claudio Mazzotti, Professore ordinario di tecnica delle costruzioni presso il Dipartimento di ingegneria civile, chimica, ambientale e dei materiali (DICAM) dell’Università di Bologna, a illustrare il corretto approccio scientifico da tenere al momento della progettazione, realizzazione e manutenzione delle pavimentazioni in pietra. Mazzotti ha sottolineato come la durabilità debba essere il criterio che guida i professionisti in queste fasi, tenendo conto dei componenti principali del sistema pavimento (pietra e prodotti per la posa) e della necessità di garantire un adeguata gestione dell’acqua soprattutto negli ambienti urbani dove solo il 5% riesce a defluire verso i corsi principali. A questo scopo possono contribuire sia le pavimentazioni monolitiche, che permettono di far scivolare via l’acqua, sia quelle drenanti che la lasciano scorrere verso gli strati sottostanti. A seconda della tipologia scelta è necessario utilizzare materiali diversi per l’allettamento e per il riempimento delle fughe. Quest’ultime sono un componente fondamentale del sistema e possono contribuire a evitare la penetrazione dell’acqua o, al contrario, a farla drenare verso il basso.
In aiuto a progettisti alle prese con queste sfide viene Mapei che, oltre ad un consolidato sistema di malte cementizie per l’allettamento (gamma MAPESTONE TFB) e la stuccatura di superfici monolitiche in pietra (gamma MAPESTONE PFS), ha anche vasta offerta di stuccature a base di resine come MAPESTONE JOINT, legante poliuretanico monocomponente ideale per la sigillatura delle fughe in pavimentazioni drenanti. La novità, presentata al convegno di Trento, sono però due nuovi leganti monocomponenti (MAPESTONE JOINT GHOST e MAPESTONE JOINT GHOST PLUS) a base di polimeri a terminazione silanica che permettono di sigillare velocemente le fughe di cubetti, binderi e ciottoli in pavimentazioni drenanti, garantendo una rapida massa in esercizio. Si tratta di prodotti innovativi e di grande efficacia, che non necessitano di corsi di formazione, come è invece obbligatorio per i prodotti poliuretanici.
Federico Morchio, Specialista della linea pavimentazioni architettoniche in pietra di Mapei, ha illustrato la ricerca che ha portato allo sviluppo di MAPESTONE GR-7.
Le caratteristiche di questi prodotti sono state concretamente mostrate al pubblico del convegno da Elisa Basei, R&D Coordinator di Mapei, che ha utilizzato campioni a base di split frantumato di porfido messi a confronto con split di calcare. Simulando ciò che avviene in cantiere, i risultati dei test eseguiti in tempo reale hanno evidenziato come le resine alla base dei nuovi prodotti siano meno delicate di quelle poliuretaniche (anche in condizioni di umidità ambientale e dello split non danno origine a formazione di schiuma) e più sicure secondo i regolamenti europei relativi alla manipolazione di isocianati. Inoltre, possiedono buona resistenza a compressione e flessione e, non essendo sensibili all’irraggiamento UV, non provocano eventuali fenomeni di ingiallimento della superficie della pietra. Grazie a una maggiore rapidità di reticolazione permettono di eseguire lavori di ripristino in tempi più ristretti.
Un esempio concreto di come questi prodotti possano risolvere problemi legati a interventi di manutenzione in contesti urbani, compresi quelli di elevato pregio storico, è stato fornito da Stefania Nardocci del Dipartimento Infrastrutture e Lavori Pubblici di Roma Capitale. L’ingegner Nardocci ha illustrato le problematiche e le scelte legate alla manutenzione di un tratto di pavimentazione in sanpietrini della Via Appia a Roma. Le criticità erano per lo più dovute alla conformazione e importanza strategica del tratto stradale a livello viabilistico, alla presenza di ammaloramenti e avvallamenti, alla necessità di garantire carrabilità in tempi ristretti, alla disponibilità di risorse economiche limitate ed al vincolo monumentale diretto che interessa la zona. L’innovazione tecnologica è stata la chiave di volta: MAPESTONE JOINT GHOST ha permesso di ridurre i tempi dell’intervento, garantendo sicurezza per gli operatori e durabilità alle pavimentazioni.
Maggiori dettagli sulle caratteristiche dei due nuovi leganti e, più in generale, di tutte le soluzioni offerte da Mapei per la riqualificazione e i ripristini delle pavimentazioni in pietra, sono stati al centro della presentazione di Grazia Signori, Specialista della linea pavimentazioni architettoniche di Mapei. L’intervento ha messo in evidenza come le caratteristiche di rapidità, resistenza e capacità drenante di questi prodotti abbiano permesso di posare o riqualificare in sicurezza tratti di strade e piazze importanti come quelle del centro storico di Bolzano, di Bologna (dove le superfici in pietra si alternano alle rotaie dei tram), Nizza e Cairo Montenotte (SV).
Ma non solo le resine vengono in aiuto ai progettisti che si trovano davanti alla sfida di riqualificare pavimentazioni in pietra in contesti urbani. A volte l’aiuto può venire dalle fibre vegetali e da quelle di mela. Gli architetti Carlo Taglioretti e Federica Beia hanno raccontato come, per la riqualificazione di Piazza Mazzini e di Corso Bernacchi a Tradate, in Provincia di Varese, un importante contributo alla soluzione dei problemi legati al progetto sia venuto da MAPESTONE GR-7, malta premiscelata a base di fibre naturali di origine vegetale, aggregati minerali e materiali riciclati a reazione pozzolanica. Questo prodotto, sviluppato dai Laboratori R&D di Mapei, utilizzando l’amilopectina presente nei residui di mela, ha permesso di fugare gli elementi in granito garantendo superfici drenanti (e promuovere l’invarianza idraulica), resistenti ai cicli di gelo e disgelo e ai sali disgelanti, dal piacevole effetto estetico e sostenibili, permettendo così alla piazza e alle strade di riprendere vita e mantenere inalterato il loro valore storico. Federico Morchio, Specialista della linea pavimentazioni architettoniche di Mapei nonché “padre” di MAPESTONE GR7, ne ha spiegato la genesi e la formulazione, unica nel suo genere, di cui è si è occupato in prima persona.
Alle soluzioni per pavimentazioni in pietra, Mapei da tempo affianca quelle in calcestruzzo architettonico realizzate con il sistema MAPEI COLOR PAVING©. Si tratta di una tecnologia di pavimentazioni in calcestruzzo che, sfruttando le risorse locali, ha un effetto finale simile alla ghiaia sciolta, offrendo un gradevole impatto estetico, garantendo durabilità, elevate prestazioni meccaniche e facilità di pulizia. Giuseppe David, Specialista della linea pavimentazioni architettoniche, ha mostrato casi di successo di questo sistema, tra i quali si è distinto l’intervento di riqualificazione del Parco dell’ex ospedale psichiatrico di Santa Maria della Pietà a Roma. Qui sono stati realizzati oltre 10.000 m2 di percorsi, sia pedonali che carrabili, in calcestruzzo architettonico ghiaia a vista. Con lo stesso sistema Mapei Color Paving è stato possibile realizzare, in un unico passaggio, anche le canaline di scolo delle acque ottenendo così un allargamento della sede stradale ed un rilevante risparmio in termine di costi e di tempo.
L’intervento di Grazia Signori e Andrea Angheben, Direttore del Consorzio Italporphyry, ha evidenziato come le indicazioni delle norme UNI e dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) siano un elemento importante da considerare al momento della progettazione degli interventi di ripristino delle pavimentazioni ma anche come la pietra naturale sia da sempre legata in maniera virtuosa alla sostenibilità. L’analisi basata su LCA (Life Cycle Assessment) prevista dai CAM riconosce infatti che la pietra naturale, e il porfido in particolare, sono più sostenibili di molti altri tipi di rivestimenti se si tiene conto di estrazione, lavorazione e circolarità della produzione. Pietre come quelle usate per le pavimentazioni sono dunque in grado, se correttamente messe in esercizio, di garantire quei criteri di sicurezza per l’utilizzatore finale menzionati dalle norme, contribuendo a una corretta gestione delle acque meteoriche anche in un contesto, come quello attuale, di fenomeni atmosferici estremi.
Angheben e Signori hanno poi concluso i lavori con la presentazione del libro “Porfido. Guida tecnica di una pietra nobile” di cui sono autori: una storia affascinante della genesi e dell’utilizzo di questa tipologia di pietra, una miniera di nozioni e indicazioni sulla posa delle pavimentazioni, approfondimenti sulle normative, citazioni di progettisti del passato e cenni alle attività di comunicazione legate al porfido.
Le presentazioni sono state arricchite dalla creatività di Fabio Vettori, disegnatore famoso per le sue “formiche”, che ha ritratto in tempo reale e in maniera molto originale i contenuti degli interventi, popolando di formiche piazze e strade in pietra.
Si è chiusa così una giornata intensa, ricca di approfondimenti tecnici e racconti di esperienze, presentazioni e domande, che ha arricchito i partecipanti di conoscenze e passione, quella che accomuna tutti i professionisti delle pavimentazioni in pietra.