Antonella Mori
Responsabile del Programma America Latina di ISPI e docente di Macroeconomia e Scenari Economici dell’Università Bocconi
La Responsabile del Programma America Latina di ISPI analizza lo scenario economico e politico dell'Argentina
Il 2023 si prospetta come un anno difficile per l’Argentina tra crisi economica e incertezza politica, ma qualche segnale di ottimismo viene dal contesto geopolitico internazionale: i rapporti con il Brasile sono più forti, l’Accordo di Associazione tra Mercosur (mercato comune di Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay) e Unione Europea potrebbe essere firmato fra pochi mesi, l’accelerazione della transizione verde e digitale conferisce maggiore centralità all’Argentina, che potrebbe anche beneficiare di effetti indiretti favorevoli dalla competizione tra Stati Uniti e Cina. 
Le prospettive economiche dell’Argentina per il 2023 sono peggiorate. Il pessimismo per quanto riguarda le prospettive a breve termine deriva in gran parte dagli effetti della siccità, che dovrebbe portare la produzione agricola al livello più basso in un secolo, dall’inflazione annua arrivata vicino al 110% e dal rischio di una crisi valutaria, come emerge dal divario enorme - circa il 120% - tra il tasso di cambio ufficiale e quello parallelo. I precedenti fattori negativi, che si aggiungono al rallentamento della crescita globale, stanno facendo aumentare la povertà a livelli preoccupanti. 

Una fase politica complessa

Oltre alla crisi economica e sociale, anche la fase politica è molto complessa: a cinque mesi dalle elezioni presidenziali del 22 ottobre vi è forte incertezza su chi governerà il Paese per i prossimi quattro anni. La coalizione di sinistra attualmente al governo, Frente de Todos, è in testa a molti sondaggi, ma potrebbe perdere consenso a causa della situazione economica e sociale in peggioramento. L’opposizione di centro-destra, Juntos por el Cambio, al secondo posto nei sondaggi, potrebbe, però, perdere parte degli elettori a vantaggio di Javier Milei, il candidato di estrema destra, che si presenta con un programma ultra-liberista di tagli drastici alla presenza dello Stato. 
In questa difficile situazione economica, sociale e politica, il contesto geopolitico internazionale presenta elementi che possono essere favorevoli per il paese sudamericano. La relazione regionale più strategica dell’Argentina è con il suo principale partner commerciale, il Brasile. Il presidente Alberto Fernández, il cui mandato scade a dicembre, ha dato priorità a rafforzare i legami con il presidente brasiliano Luiz Inácio “Lula” da Silva, sia a livello bilaterale, che nell’ambito degli accordi regionali d’integrazione. L’Argentina e il Brasile cercheranno di mantenere l’integrità del Mercosur, per esempio non consentendo negoziati bilaterali per la liberalizzazione commerciale come vorrebbe fare l’Uruguay con la Cina.  Inoltre, il rinnovato impegno di Lula per la protezione dell’Amazzonia e dell’ambiente, in contrasto con l’ex-presidente brasiliano Bolsonaro, sta rimettendo sull’agenda dei Paesi europei la firma dell’Accordo di Associazione tra Mercosur e Unione europea, i cui negoziati si sono conclusi nel 2019 dopo più di vent’anni. Una volta firmato l’Accordo, inizierà un processo di progressiva liberalizzazione commerciale, che porterà benefici agli esportatori argentini.  
I legami più forti con il Brasile, l'accordo in dirittura d'arrivo tra Mercosur e UE e i buoni rapporti con USA e Cina possono essere elementi favorevoli per il Paese sudamericano
Buenos Aires, capitale dell'Argentina

I rapporti con gli USA e la Cina

Negli ultimi anni l’Argentina ha mantenuto un buon rapporto con gli Stati Uniti e allo stesso tempo ha rafforzato i legami con la Cina. Mantenere buoni rapporti con l’amministrazione americana è importante anche per l’influenza significativa che l’America esercita nelle istituzioni finanziarie multilaterali, che forniscono risorse all’Argentina. Il Fondo Monetario Internazionale (FMI), per esempio, che nel marzo 2022 ha concordato con l’amministrazione Fernández un programma di finanziamento di 30 mesi per un valore di 45 miliardi di dollari, ha dimostrato una grande flessibilità con il paese sudamericano. Prima di tutto, l’Argentina ha ricevuto il più grande prestito erogato dal FMI. In secondo luogo, il FMI ha approvato nuove tranche del prestito anche se il governo non è riuscito a rispettare tutti gli impegni previsti e ha introdotto una serie di controlli ai movimenti di capitali e multipli tassi di cambio - interventi in contrasto con l’approccio del FMI. È poco probabile che il FMI diventi più rigido prima delle elezioni, perché il paese sudamericano farebbe nuovamente default sul debito estero.

Negli ultimi anni vi sono stati importanti investimenti cinesi nei settori energetico, minerario, infrastrutturale e tecnologico. Nel febbraio 2022 l’Argentina ha aderito alla Belt and Road Initiative della Cina, che ha promesso impegni di investimento per quasi 24 miliardi di dollari. La decisione aprirà la strada a ulteriori investimenti cinesi, tuttavia molti dubitano che gli investimenti effettivi arriveranno all’importo annunciato. Recentemente i due paesi hanno deciso che l’Argentina potrà importare dalla Cina utilizzando la valuta cinese, lo yuan, e questa possibilità consentirà all’Argentina di conservare le scarse riserve di dollari americani.

Indipendentemente dal governo in carica, è molto probabile che l’Argentina cercherà di mantenere buone relazioni sia con gli Stati Uniti che con la Cina, nonostante l’intensificarsi della rivalità tra i due. Anzi proprio la competizione tra le due superpotenze può incentivare una loro maggiore generosità verso l’Argentina con il fine di ostacolare l’espansione del rivale.

I settori in crescita

Se la situazione economica nel breve periodo è difficile, nel medio periodo ci sono alcuni settori che rendono lo scenario più ottimista: oltre all’agribusiness, anche il settore minerario, in particolare litio e rame, e quello energetico. L’Argentina, per esempio, ha enormi riserve di gas e petrolio nel bacino di Vaca Muerta (provincia di Neuquén, nord della Patagonia). Vaca Muerta rappresenta il secondo deposito di shale gas al mondo e il quarto per shale oil. Grazie alla costruzione di un nuovo gasdotto, fra pochi mesi il gas arriverà nella provincia di Buenos Aires, riducendo le importazioni di energia del paese. In futuro, il nuovo gasdotto si collegherà al Gasdotto del Nord, che passa in Bolivia, e verrà invertito il flusso di gas: utilizzando i gasdotti esistenti, l’Argentina sarà in grado di fornire gas alla Bolivia e al Brasile. Nel medio termine, quindi, il Paese potrebbe tornare a essere un esportatore netto di energia.
Nonostante le difficoltà a breve, alcuni settori rendono lo scenario economico più positivo nel medio periodo

Antonella Mori

È responsabile del Programma America Latina di ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale). Insegna Macroeconomia e Scenari Economici all'Università Bocconi di Milano e Macroeconomia ed Economia politica al Master in Diplomacy dell'ISPI. Nel 2011 ha ricevuto un riconoscimento ufficiale dal Ministero degli Affari Esteri italiano per aver contribuito al rafforzamento delle relazioni italo-latinoamericane. L’economia dell'America Latina e le relazioni economiche tra l'Unione Europea e l'America Latina sono alcuni dei suoi principali ambiti di ricerca.

Antonella Mori
Responsabile del Programma America Latina di ISPI e docente di Macroeconomia e Scenari Economici dell’Università Bocconi
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