La rinascita del sanpietrino
Tra tradizione e contemporaneità, la posa di pavimentazioni in pietra naturale con il Sistema Mapestone offre un nuovo stile per concepire la pietra nell'ambito di Roma, città della pietra, nel pieno rispetto della pavimentazione esistente.
La riqualificazione di Via IV Novembre e Largo Magnanapoli a Roma e la fornitura Mapei di prodotti per la posa di pavimentazioni architettoniche in pietra naturale.
Tra tradizione e contemporaneità, posa di pavimentazioni in pietra naturale con il Sistema Mapestone.
LE ORIGINI DEI SANPIETRINI
A testa quadrangolare, con lati lavorati a spacco uno per uno di circa 10 cm, spessore variabile da 12 a 18 cm e sezione troncopiramidale: i “sanpietrini” sono la geometrica moltitudine ordinata, nera e lucente che riveste le strade di Roma. Piantati nell’allettamento come infinite file di denti, sono loro a dare l’aspetto inconfondibile delle tessiture stradali della città e a segnare l’identità dei luoghi. Detti anche “selci”, si estraevano dalle cave limitrofe alla città dai depositi di particolari lave che si trovano quasi solo nel Lazio, le leucititi.
Introdotti da Sisto V nel 1585 come soluzione innovativa per permettere un transito più agevole alle carrozze in piazza San Pietro, si sono poi diffusi in tutta la città, conservando nel loro nome la memoria del primo, geniale e fortunato esperimento di utilizzo. I vari Papi che si sono succeduti hanno via via codificato i materiali, le procedure, i sistemi, le stratigrafie e le maestranze di posa, perfezionandoli e vigilando accuratamente sulla qualità dei lavori.
LE STRADE IN SANPIETRINI OGGI
Dal 1585 a oggi molte cose sono cambiate. Tra i cambiamenti più impattanti, al primo posto ci sono i carichi in transito, completamente diversi per entità, frequenza e velocità: dai cavalli delle carrozze si è passati ai cavalli motorizzati degli innumerevoli autobus, di linea e turistici, che si aggiungono all’intenso traffico veicolare della Capitale. Anche le modalità di pulizia e manutenzione non sono più quelle di una volta e rendono meno puntuale e capillare il monitoraggio delle condizioni dei manti stradali in servizio.
Il risultato di tutto ciò sono la deformazione e il dissesto degli assi viari più sollecitati, che spesso si presentano avvallati o con i sampietrini completamente distaccati. Di conseguenza la sicurezza per mezzi e persone è a rischio, anche quando si interviene tempestivamente con manutenzioni e ripristini.
TRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE: LA SOLUZIONE NELL’OTTICA DELLA DURABILITÀ
Un semplice sguardo al tessuto viario della città potrebbe indurre a pensare che i sanpietrini non siano più compatibili con le normali esigenze di utilizzo attuali.
Questo significa dover rinunciare alle strade in sanpietrini, simbolo della città di Roma?
Assolutamente no, anzi.
Se da un lato le esigenze delle contemporaneità hanno reso necessaria una rivisitazione del sanpietrino, dall’altra la soluzione è che la tradizione di posa, preziosa cultura immateriale e secolare del territorio, va necessariamente conservata, demandando alla tecnologia dei prodotti per i sottofondi e le stuccature il compito di contrastare le sollecitazioni e contribuire significativamente alla durabilità.
L’INTERVENTO DI VIA IV NOVEMBRE E LARGO MAGNANAPOLI
Via IV Novembre e largo Magnanapoli sono un tratto di uno snodo nevralgico dei transiti veicolari verso il cuore della città. Anche se ricadono nella ZTL oraria, e quindi durante il giorno l’accesso ai mezzi privati è limitato, da qui passa però gran parte degli autobus turistici e di linea. Solo tra questi ultimi, sono in 1.626 a percorrere tutti i giorni il tratto.
Inoltre, il percorso viario ha un andamento che rende ancora più rilevanti le sollecitazioni: l’intero tratto è in forte pendenza e la presenza della rotatoria a largo Magnanapoli e della curva ad angolo retto verso via Cesare Battisti amplificano le sollecitazioni dei carichi in frenata, accelerazione, e manovra. Non sorprende che la pavimentazione in sanpietrini e cubetti di porfido del Trentino, risalente agli anni ‘50, versasse in condizioni gravissime e pericolosissime per veicoli e pedoni.
Da questo stato di fatto prende avvio l'importante progetto di riqualificazione, redatto dai tecnici del Dipartimento Simu con l'obiettivo di raggiungere due traguardi apparentemente inconciliabili: adottare una soluzione tecnica ad alta durabilità e compatibile con le straordinarie sollecitazioni del tratto a grande carrabilità e contemporaneamente restituire alla città il valore della pietra nel pieno rispetto della tradizione e delle indicazioni del "Piano Sanpietrini" (asfaltatura di via IV Novembre, a eccezione delle cunette da mantenere in pietra, riutilizzando i preesistenti sanpietrini, così come largo Magnanapoli e via Cesare Battisti).
Attraverso dei campi prova eseguiti in situ è stata definita per step successivi la soluzione tecnica adatta a questa tipologia di strada: dapprima le cunette, realizzate quasi come un ricamo a bordo strada con cinque filari di cubetti paralleli al marciapiede utilizzando per la prima volta il sistema MAPESTONE.
I BENEFICI DEL SISTEMA MAPESTONE SYSTEM
Studiato per realizzare pavimentazioni urbane in pietra durevoli a costi ridotti, il sistema MAPESTONE infatti offre prodotti in classe di esposizione XF4 e risponde ai requisiti previsti dalle normative UNI 11714-1:2018 e UNI EN 206-1 per garantire la durabilità dell’opera.
Le pavimentazioni in pietra realizzate con questo sistema non richiedono manutenzione per diversi anni perché sono resistenti ai cicli di gelo-disgelo, ai sali disgelanti, alla pioggia, e la malta utilizzata non si disgrega ma rimane inalterata nel tempo. Inoltre, sono in grado di assorbire le sollecitazioni meccaniche causate dal passaggio di mezzi anche pesanti e non subiscono pericolosi affossamenti causati dal cedimento strutturale.
L'ALLETTAMENTO DEI CUBETTI DI PIETRA
Per l’allettamento dei cubetti di pietra per spessori medi di circa 5 cm è stata utilizzata la malta premiscelata MAPESTONE TFB 60, mentre per la realizzazione delle fughe (larghezza media di 5 mm) è stata applicata MAPESTONE PFS PCC2, malta premiscelata a basso modulo elastico per la stuccatura di pavimentazioni architettoniche in cubetti, lastre e ciottoli.
Le cunette sono state oggetto di particolari attenzioni: oltre a garantire la battuta sul ciglio del marciapiede, sono state realizzate in modo da garantire un adeguato e decoroso alloggiamento della caditoia per lo smaltimento delle acque meteoriche, poiché tecnicamente l’equilibrio idraulico e la sicurezza sono aspetti strategici del progetto. Verificate in situ le caratteristiche prestazionali dei prodotti, prelevando gli impasti direttamente in cantiere e sottoponendoli a prove di resistenza meccanica in conformità con le normative vigenti, la soluzione tecnica è stata estesa anche alle campiture più ampie e soggette a traffico più intenso di largo Magnanapoli e via Cesare Battisti.
L’utilizzo della malta d’allettamento MAPESTONE TFB 60, fornita sfusa in silos, è stato vantaggioso anche per la possibilità di formare un sottofondo a spessore variabile, indispensabile per raccordare eventuali difformità delle quote della soletta (vincolata alle preesistenze archeologiche) e degli elementi di pietra, senza interferire sulla continuità planimetrica della pavimentazione stradale.
Infine, la tipologia di stuccatura è stata scelta con l'obiettivo di mettere in risalto la pietra, dandole respiro e valorizzandola all'interno dell'ordito di posa e al tessuto urbano in pietra.
Verificata anch'essa attraverso vari campi prova per ottenere un effetto finale di una cromia armoniosa tra sanpietrino, porfido, stuccatura, è accolta in maniera benevola dalla Sovrintentenza, con cui la condivisione della progettazione e dell'esecuzione ha consentito di adottare scelte tecniche "migliorative", di volta in volta esplorate al fine di individuare la strada più promettente da percorrere alla ricerca di un nuovo stile per concepire la pietra nell'ambito di Roma, città della pietra.