Intervistato
Andrea Angheben
direttore di Italporphyry, Consorzio Italiano del Porfido del Trentino
Andrea Angheben, direttore di Italporphyry, Consorzio Italiano del Porfido del Trentino, racconta l'unicità di questa tipologia lapidea tanto apprezzata all’estero

Dottor Angheben, cosa distingue il porfido dalle altre tipologie di pietre naturali e dove trova la sua massima espressione?

Sicuramente il carattere distintivo del porfido lo si ritrova nel piano naturale di cava che deriva dalla conformazione stratificata/lastrificata della roccia: il porfido, una volta sfaldato si presenta con una superficie planare rugosa e con una intrinseca proprietà di anti-scivolosità che lo rende perfetto per la pavimentazione o il rivestimento senza dover ricorrere ad alcun trattamento superficiale. Le principali lavorazioni della materia prima si limitano solo alla tranciatura o alla segagione dei lati per ottenere formati squadrati nelle dimensioni e nelle tipologie desiderate. Da questo punto di vista possiamo tranquillamente sostenere che il porfido del Trentino è quindi una pietra ancor più eco-friendly rispetto a tanti altri litotipi che devono invece essere estratti dal blocco, segati, levigati, fiammati e dunque subire un complesso processo di trasformazione. Il porfido nella sua forma più semplice - la lastra irregolare - è già pronto all’uso appena estratto dalla cava. Ma in termini di ecosostenibilità mi piace sottolineare che l’intero processo di produzione, basato principalmente sui prodotti tranciati e a spacco di cava, necessita di un consumo di acqua molto limitato ed ha un atteggiamento significativamente conservativo anche per quanto riguarda le emissioni e il consumo di energia.
Il porfido è una pietra ancor più eco-friendly rispetto a tante altre che devono subire un complesso processo di trasformazione. Il porfido, invece, è pronto all’uso appena estratto dalla cava.

Qual è l’attività del Consorzio Italporphyry?

Il consorzio è una realtà aziendale che riunisce, da una decina d'anni, un gruppo di cave che si occupano dell’estrazione e della trasformazione del porfido del Trentino: una roccia vulcanica, tipica del territorio trentino e ormai conosciuta in tutto il mondo. Il consorzio si occupa della parte commerciale, del marketing, della promozione del prodotto e di una serie di altri servizi che possono agevolare gli associati.
Il Consorzio è quindi un tramite tra produttori e clienti, dispone di un ufficio commerciale e svolge attività come il contatto e le trattative con la clientela, la gestione delle commesse e la loro distribuzione tra i produttori a seconda della loro capacità produttiva e specificità (colore della pietra, spessori e tipologie dei prodotti, ecc.). Il consorzio coordina, quindi, le forniture delle cave e le loro attività logistiche.
Una mansione complementare all’attività commerciale attribuita al Consorzio è quella del controllo della qualità della produzione che si aggiunge al controllo individuale interno gestito da ciascuna azienda associata. Si tratta di specifici controlli che vengono espressamente richiesti dalla Committenza estera soprattutto nei confronti di prodotti con formato fuori standard.

Una delle attività più importanti del Consorzio è la formazione che comprende anche la pubblicazione di testi di approfondimento come il libro, presentato a Marmomac, “Porfido. Guida tecnica di una pietra nobile” nelle sue versioni in italiano e in inglese.

L'architetto di oggi ha fame di sapere, vuole conoscere come si può trattare la pietra, come la si posa, dove la si può utilizzare, quali sono i pacchetti stratigrafici possibili, ecc. Noi possiamo dare loro tutte le risposte. Il porfido del Trentino ha molto da dire e una lunga storia perché sin dal secolo scorso le pavimentazioni in pietra sono state un elemento chiave del paesaggio costruito e il porfido ne è stato ed è un protagonista indiscusso. Grazie al Consorzio, abbiamo pubblicato una guida che accompagna nella conoscenza di questa pietra nobile, del suo utilizzo in passato, degli studi fatti su questo materiale ma anche del suo presente, fornendo strumenti adatti a chi questa pietra la lavora, la inserisce nei suoi progetti e la posa nel rispetto delle normative e delle procedure. Oggi ci sono nuove esigenze, nuovi prodotti, nuovi materiali complementari che rendono performante e durevole la pavimentazione e, al tempo, stesso c’è un’ulteriore sfida: quella con l’ambiente. Anche in questo caso il porfido ha da dire la sua, perché, come ho già fatto notare, il porfido è decisamente una pietra ecosostenibile. 
Ed è con una certa soddisfazione che, da un primo immediato riscontro all’indomani della presentazione in Marmomac, sembra proprio che il volume “Porfido” possa andare incontro alle esigenze della progettazione contemporanea delle pavimentazioni in pietra naturale.
L’architetto ha fame di sapere, vuole conoscere come si può trattare la pietra e noi possiamo dargli proprio questo perché il porfido ha una lunga storia e molto da dire.
A Marmomac 2023 è stato presentato al pubblico il libro “Porfido. Guida tecnica di una pietra nobile” degli autori Andrea Angheben e Grazia Signori.

Avete potuto notare delle novità o tendenze interessanti a questa edizione di Marmomac?

Marmomac propone sempre delle novità che si possono cogliere o meno. È un meeting point ineguagliabile: porta gente e intermediari da tutto il mondo, quindi essere presenti a Marmomac significa essere presenti nel settore della pietra. Non esserci vuol dire essere completamente squalificati. Abbiamo saltato solo le edizioni “compresse” dall’epidemia di Covid-19 ma non ne mancheremo altre. La nostra attività si basa per oltre il 50% sull’export in oltre 45 paesi differenti. Dunque, la fiera è per noi fondamentale perché ci aiuta a dialogare con professionisti e intermediari del settore provenienti da tutto il mondo e ci consente di avere quindi l'opportunità di far conoscere il nostro prodotto, che oggi è sempre più apprezzato, e sempre più rappresentativo del Made in Italy e dello stile italiano. Qualche anno fa la globalizzazione ha introdotto nel mercato della pietra centinaia di materiali lapidei differenti, molti dei quali però ancora in cerca di una loro precisa identità. Il porfido del Trentino, invece, un’identità ce l’ha, eccome, così come una grande storia alle spalle fatta di studi, di competenze e di profonda conoscenza non solo della pietra, ma anche delle metodologie e delle procedure di posa in opera dei prodotti, come dimostrano le numerose pubblicazioni tecniche realizzate già a partire dagli anni ’30 del Novecento. 
Marmomac è un meeting point ineguagliabile: porta gente e intermediari da tutto il mondo: essere presenti a Marmomac significa essere presenti nel settore della pietra.
A Marmomac 2023 era presente anche Mapei con il suo stand studiato per presentare le ultime novità per la posa di materiali lapidei e pavimentazioni in pietra.

Quali sono i mercati più interessanti per voi?

Tra i mercati in cui il nostro prodotto è più apprezzato ci sono Germania, Francia, Regno Unito (che, in questo ambito, non sembra aver risentito dell’impatto della Brexit), Australia, Corea del Sud, Giappone e Medio Oriente. Più difficile è il rapporto con gli Stati Uniti perché il porfido “vive” della manualità dell'installatore e per i nostri posatori professionisti non è facile ottenere il permesso di lavoro anche solo limitatamente alla gestione di un cantiere singolo e circoscritto. Molto interessanti sono invece i paesi dell’est Europa che stanno vivendo una forte crescita nel settore delle costruzioni e delle pavimentazioni in pietra. 

Come è nata la partnership con Mapei?

È nata con lo sviluppo del MAPESTONE JOINT, quando siamo stati coinvolti per la nostra conoscenza dei prodotti già esistenti all’interno del portfolio Mapei. È stata un’esperienza di collaborazione ideale perché noi del Consorzio abbiamo messo in campo le nostre conoscenze teoriche e pratiche, mentre Mapei ci ha messo a disposizione un enorme know-how attraverso i suoi Laboratori di Ricerca & Sviluppo e i suoi tecnici. Tutto ciò ha permesso di sviluppare e produrre in tempi brevissimi il MAPESTONE JOINT, un nuovo prodotto con delle caratteristiche prestazionali perfettamente adeguate alle richieste dei progetti che seguivamo. Questa partnership è in costante evoluzione perché c’è un continuo dialogo con i Laboratori di Mapei, ogni volta che dai cantieri emergono nuove esigenze o casistiche. Quando ci viene chiesta una consulenza, non parliamo solo di porfido ma di sistemi completi di posa, che comprendono prodotti per la posa altamente performanti come MAPESTONE JOINT, MAPESTONE PFS2 e MAPESTONE TFB60. Grazie a questa collaborazione possiamo offrire un intero “pacchetto stratigrafico” con voci di capitolato complete per identificare la specifica tipologia di pavimentazione, sottolineando come il risultato durevole e altamente performante, dipenda espressamente dall’utilizzo di prodotti specifici. 
Grazie alla collaborazione con Mapei possiamo offrire un intero “pacchetto stratigrafico”: una voce di capitolato completa relativamente alla pavimentazione in porfido.

ANDREA ANGHEBEN

Direttore di Italporphyry, Consorzio Italiano del Porfido del Trentino, Andrea Angheben è probabilmente una figura unica nel panorama non solo del porfido, ma anche della pietra in genere. Cresciuto come si suol dire “a pane e porfido”, in una famiglia che ha lottato per valorizzare questo materiale fin dal 1922, alla formazione universitaria ha fin da subito affiancato l’esperienza lavorativa con la gestione di un’impresa artigianale dedicata alla messa in opera del porfido, alle pavimentazioni e ai rivestimenti verticali. Un connubio fatto di continuo studio e aggiornamento, da una parte, e grande esperienza pratica dall’altra, che ha permesso ad Angheben di affermarsi come una delle personalità più importanti del settore del porfido. Anche grazie all’inesauribile passione per la pietra e la profonda conoscenza di materiali e procedure, Angheben è stato in grado di trovare un punto di contatto tra il linguaggio di professionisti e tecnici di settore e quello tipico della vita di cantiere appartenente agli esecutori, agli artigiani e ai posatori. Si occupa anche di formazione, normativa e, oltre a “Porfido: Guida tecnica di una pietra nobile” è autore di “La posa in opera del Porfido – regole e consigli pratici” (1994) e “Schede Tecniche Porfido del Trentino” (2010), editi da E.S.PO.

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Pavimentazioni architettoniche in pietra
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