L’industria del turismo in Italia ha un fatturato annuo di 335 miliardi di euro: non molti per un Paese che ha un enorme patrimonio culturale, storico e architettonico. Il posti di lavoro nel settore sono 9 milioni, mentre gli investimenti per la conservazione del patrimonio ammontano a 5 miliardi di euro. L’Adsi-Associazione Dimore Storiche Italiane è attiva nella valorizzazione del patrimonio storico-culturale del Paese. Fondata nel 1977 sull’esempio di altre associazioni simili - tra cui la più famosa è l’Historic Houses Association britannica - riunisce i proprietari di castelli e palazzi storici e promuove attività di sensibilizzazione per favorire la conservazione, la valorizzazione e la gestione delle dimore storiche private.

L’industria del turismo in Italia ha un fatturato annuo di 335 miliardi di euro: non molti per un Paese che ha un enorme patrimonio culturale, storico e architettonico. Il posti di lavoro nel settore sono 9 milioni, mentre gli investimenti per la conservazione del patrimonio ammontano a 5 miliardi di euro.

L’Adsi-Associazione Dimore Storiche Italiane è attiva nella valorizzazione del patrimonio storico-culturale del Paese. Fondata nel 1977 sull’esempio di altre associazioni simili - tra cui la più famosa è l’Historic Houses Association britannica - riunisce i proprietari di castelli e palazzi storici e promuove attività di sensibilizzazione per favorire la conservazione, la valorizzazione e la gestione delle dimore storiche private.

Per celebrare il 40° compleanno, Adsi ha organizzato il 6 maggio a Roma una tavola rotonda sul tema “Cultura e impresa: le eccellenze italiane guardano al futuro”. I temi trattati durante la giornata sono stati la responsabilità della tutela e la valorizzazione del nostro patrimonio culturale, storico e architettonico. Ne hanno discusso Dorina Bianchi, sottosegretario del Ministero dei Beni e delle attività culturali e del Turismo, Edith Gabrielli, direttore del Polo Museale del Lazio, Rodolphe de Looz-Corswarem, presidente della European Historic Houses Association, Giorgia Abeltino, direttore di Google Arts & Culture, Armando Branchini, vice presidente di Fondazione Altagamma, Pietro Salini, amministratore delegato di Salini Impregilo, e Diego Visconti, presidente di Fondazione Italiana Accenture.

Il convegno è stato introdotto da Gaddo della Gherardesca, presidente nazionale di Adsi, che ha affermato che “quarant’anni sono una tappa molto importante per un’associazione nata a tutela dei beni storico-architettonici di proprietà privata negli anni ‘70, in un contesto sociale e culturale molto complesso”.

Oggi i proprietari sono divenuti soggetti attivi nelle comunità e nei territori in cui le loro dimore storiche si collocano, promuovendo iniziative culturali, sociali ed economiche. Come ha spiegato Moroello Diaz della Vittoria Pallavicini, presidente emerito di Adsi, dagli anni Settanta l’associazione ha promosso le proprie esigenze presso la pubblica amministrazione, a cominciare dal tema fiscale, perché custodire e preservare una dimora storica richiede molta costanza e un impegno economico prolungato nel tempo.

Le dimore storiche vincolate sono circa 31.000 e sono in grado di sostenere il turismo in maniera importante, soprattutto se aiutate dallo Stato. Come ha affermato Dorina Bianchi “abbiamo accettato la sfida di creare ricchezza dalla cultura e Adsi fa parte di questo progetto. La politica deve aiutare i proprietari ed essere consapevoli della ricchezza che i privati possono dare al nostro Paese. È necessario dialogare con il Ministero delle Finanze per parlare di detassazione, per esempio l’Art Bonus, che è rivolto per ora solo ai beni pubblici, deve essere ampliato anche alle dimore storiche vincolate private”.

Armando Branchini, vice presidente della Fondazione Altagamma che dal 1992 riunisce le imprese che rappresentano l’alta industria culturale e creativa italiana, ha parlato del settore dei beni di lusso, passato dai 10 miliardi del 1985 agli 1,1 triliardi attuali, e con prospettive di aumento del 3-4% nei prossimi anni: “Adsi fa parte di Altagamma e insieme abbiamo l’obiettivo di lavorare insieme, per fare in modo che la cultura di impresa possa anche diventare un patrimonio dei proprietari delle dimore storiche. È necessario fare un salto, dalla gestione patrimoniale a quella imprenditoriale, mantenendo lo spirito del fondatore e considerando la propria impresa come una start-up permanente, a prescindere dal fatturato”.

Edith Gabrielli, direttore del Polo Museale del Lazio, con 43 musei alle sue dipendenze, ha ribadito la necessità di essere flessibili e l’importanza di fare rete con le realtà territoriali in cui ci si trova ad operare, mentre Rodolphe de Looz-Corswarem, presidente di European Historic Houses Association ha sottolineato come le dimore storiche delle quali l’Europa è ricca “danno molto lavoro e stanno facendo tanto per i giovani”. L’Italia attualmente è la seconda meta più desiderata d’Europa dopo la Francia, e deve tornare in testa alla classifica.

Una combinazione di cultura, tradizione e spirito imprenditoriale: ecco la miscela che sta alla base delle opere dell’ingegno italiano secondo Pietro Salini, amministratore delegato di Salini Impregilo, impresa che fattura 7 miliardi e impiega 36.000 persone in tutto il mondo, che ha sottolineato che “se l’Italia vuol fare passi avanti decisivi, deve investire sulle infrastrutture, deve decidere che tipo di Paese vuole essere, che turismo vuole avere, quali tasse vuole mettere su patrimoni e dimore storiche, e che tipo di industria vuole sostenere”.

Diego Visconti, presidente della Fondazione Italiana Accenture, che insieme con Adsi ha dato vita ad ARSLab, un programma di alternanza scuola-lavoro che offre formazione e stage agli studenti, ha parlato dell’obiettivo di creare progetti di rilancio delle dimore storiche e del loro territorio sottolineando che i fondi ci sono. Infatti gli ultimi piani europei assegnano all’Italia 40 milardi e nei bandi è sempre compreso un richiamo alla cultura e all’arte. È necessario però creare una piattaforma in grado di offrire e vendere le eccellenze dei diversi territori e promuovere gli itinerari turistici, partendo anche dalla comunicazione del prodotto.

Il direttore di Google Arts & Culture Giorgia Abeltino, esponendo i dati elaborati da Oxford Economic Report del 2013, ha sottolineato come i contenuti online sono la prima fonte di informazione per chi vuole fare un viaggio. Il turismo online ha prodotto il 3% di Pil e di occupazione. Digitalizzando il patrimonio culturale sarebbe possibile “conservare e fruire digitalmente anche in futuro, democratizzando l’accesso alla cultura e inserendo il digitale come motore di crescita per il settore culturale”. Per attirare turisti è oramai indispensabile fornire sul web informazioni precise e complete su tutto quello che potranno poi visitare di persona.

Durante il convegno Adsi è intervenuto anche Davide Bandera, Product Manager Mapei per la linea di Prodotti per il risanamento di edifici in muratura, che ha parlato dei prodotti Mapei dedicati alla riqualificazione degli edifici storici, in particolar modo della linea MAPE-ANTIQUE che possiede caratteristiche fisico-meccaniche simili a quelle delle malte da muratura e da intonaco impiegate in passato.

 

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