

Interviste
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22/08/2025
Dove la valorizzazione del paesaggio incontra l’innovazione tecnologica
Dialogo con l'ingegner Centofanti sulla riqualificazione del lungomare di San Salvo: un progetto pilota con nuove pavimentazioni architettoniche caratterizzate da durabilità e innovazione tecnologica in armonia con il contesto costiero.
Nel cuore della Costa dei Trabocchi, la riqualificazione del lungomare di San Salvo rappresenta un esempio virtuoso di progettazione integrata, dove paesaggio, tecnologia e durabilità si fondono in un intervento di alta qualità. In questa intervista, l’ingegner Nicola Centofanti racconta le scelte architettoniche e le sfide tecniche di un’opera “pilota” per l’intera costa adriatica. L’uso di pavimentazioni architettoniche in gres porcellanato e il supporto del sistema di posa Mapestone si sono rivelati strategici per garantire prestazioni elevate in un contesto marino. Il risultato è un lungomare moderno, accessibile e resistente.
Qual è stato l’elemento ispiratore del progetto?
Il punto di partenza è stato il muretto che separava il lungomare dalla spiaggia. Non volevamo che ci fosse una barriera visiva tra il lungomare ed il mare. L’idea era quella di creare un ambiente il più possibile naturale, restituendo continuità al paesaggio e migliorandone la fruibilità per tutti, comprese le persone con mobilità ridotta, che ora possono accedere a ogni parte del lungomare.
Abbiamo inoltre previsto il ripristino del profilo altimetrico naturale nei tratti di spiaggia libera, con la creazione di dune artificiali e un percorso sinuoso che ha una duplice funzione: ludica, perché offre spazi da vivere, e protettiva, perché contrasta l’erosione provocata da mareggiate e venti.

Le nuove pavimentazioni in gres porcellanato del lungo mare di San Salvo sono state posate col sistema Mapestone, in grado di garantire elevata resistenza allo spray marino.
Quali sono state le sfide principali nella realizzazione?
Il progetto è unico nel suo genere, per la complessità tecnica e per l’ambizione di coniugare natura, urbanistica e durabilità. Possiamo considerarlo un progetto pilota per la costa adriatica, grazie all’approccio integrato tra paesaggio, ecologia e ingegneria.
La sfida principale è stata trovare un equilibrio tra estetica e funzionalità, senza trascurare la resistenza nel tempo. Non era garantita la disponibilità di fondi per completare l’intero lungomare; quindi, era necessario un materiale di finitura che permettesse continuità visiva e tecnica anche in futuro. La pietra naturale non lo avrebbe consentito, perciò abbiamo scelto un gres porcellanato carrabile. La sua applicazione richiedeva una sperimentazione specifica, motivo per cui ci siamo affidati alla tecnologia Mapei, che ci ha garantito le prestazioni richieste con il sistema cementizio Mapestone.
Quanto ha inciso il supporto tecnico di Mapei nella fase progettuale e realizzativa?
È stato fondamentale, soprattutto nella sperimentazione dell’impiego del gres porcellanato in un contesto esposto come quello marino. Il supporto di Mapei ha riguardato tutte le fasi progettuali e cantieristiche: dal dimensionamento della soletta in calcestruzzo fibrorinforzato fino allo studio dei giunti, per realizzare una struttura monolitica, duratura e in grado di resistere ai cicli di gelo/disgelo, ai sali disgelanti e allo spray marino. Il sistema Mapestone, infatti, offre prodotti in classe di esposizione XF4 e risponde ai requisiti richiesti nella normativa UNI 11714-1:2018 e UNI EN 206-1 per garantire la durabilità dell’opera.
Inoltre, il personale Mapei ha fornito assistenza tecnica in cantiere, accompagnando le diverse maestranze che hanno operato nell’applicazione del sistema Mapestone e garantendo così una qualità costante durante l’intero processo.

Le lastre in gres porcellanato sono state posate con la malta Mapestone TFB Cube dopo aver applicato sul retro di ciascuna lastra una boiacca confezionata con Planicrete.
In che modo i fattori ambientali — come la vicinanza al mare e le tempistiche legate alla stagione turistica — hanno influenzato i lavori?
Sono stati elementi determinanti nella pianificazione. L’intervento doveva procedere senza ostacolare la stagione turistica. In questo senso, il sistema Mapestone si è dimostrato la soluzione ideale, perché ha consentito una posa modulare e tempi rapidi di calpestabilità.
È stato possibile sospendere e riprendere le lavorazioni senza compromettere quanto già eseguito, consentendo un cantiere flessibile e a basso impatto sul territorio, pur mantenendo elevate prestazioni tecniche.
La riqualificazione ha avuto un impatto anche sul turismo e sul valore immobiliare della zona?
L’effetto è stato immediato. Il nuovo lungomare ha reso l’area più moderna e accogliente, aumentando l’afflusso di visitatori, specialmente nei mesi estivi. Questo ha generato un beneficio indiretto anche sul mercato immobiliare, con un apprezzabile incremento del valore degli appartamenti lungo la zona interessata. È una trasformazione che ha portato ricadute positive su tutta l’economia locale.

Il sistema Mapestone ha soddisfatto le esigenze progettuali di questo intervento innovativo, garantendo durabilità, resistenza agli agenti aggressivi ed elevato impatto estetico.
Il tratto sud è in fase di ultimazione. Ci sono già prospettive per il lungomare nord?
Il nostro impegno attuale è completare il tratto sud entro i tempi previsti, ma l’amministrazione comunale ha già manifestato la volontà di proseguire l’opera nel tratto nord. Si tratta però di un tratto tecnicamente più complesso e il suo avvio dipenderà dalla disponibilità di nuovi fondi. L’obiettivo resta quello di completare l’intero fronte mare con lo stesso livello qualitativo, sia dal punto di vista tecnico che estetico.