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Marco Albelice
Assistenza Tecnica, Mapei SpA

Marmo di Carrara, Marmo Rosso di Verona, Pietra di Luserna. Sono davvero tutti marmi? Posso utilizzare lo stesso metodo per incollarli? Il nostro esperto risponde ad alcune frequenti domande sulla posa di materiale lapideo.

Scegliamo tre (eccellenti) materiali a titolo esemplificativo: Marmo di Carrara, Marmo Rosso di Verona, Pietra di Luserna. Sono davvero tutti marmi? Posso utilizzare lo stesso metodo per incollarli? Come si comportano in presenza di umidità? Sono semplici domande, ma gli addetti ai lavori sanno che i materiali lapidei, al di là dei loro nomi commerciali, non sono affatto tutti uguali. Il loro comportamento, dal punto di vista della resistenza meccanica a compressione o della resistenza all’abrasione, dell’assorbimento di acqua o della lavorabilità, può differire di molto. Non a caso le norme di riferimento (UNI 12670) suddividono i materiali lapidei in grandi famiglie: Marmi, Graniti, Travertini, Pietre naturali (tutto ciò che non rientra nelle precedenti definizioni).

Isoliamo qui tre aspetti: assorbimento di acqua, stabilità dimensionale, scelta del sistema di posa.

 

I MATERIALI LAPIDEI USATI NELL'EDILIZIA RESIDENZIALE PER REALIZZARE PAVIMENTI E RIVESTIMENTI SONO SENSIBILI AL CONTATTO CON ACQUA?

Alcuni di loro, sì. La presenza di umidità al di sotto di un pavimento in marmo, ad esempio, può creare antiestetiche macchie e aloni di vario colore, giallastre o rossastre, sulla sua superficie (spesso irreversibili). In alcuni casi, l’assorbimento di acqua sul retro delle lastre è tale da causare la deformazione permanente dell’elemento lapideo. Da dove proviene l’acqua al disotto del rivestimento? Per esempio, da un sottofondo non correttamente asciutto o a causa dell’assenza di una adeguata barriera al vapore contro l’umidità di risalita. In alcuni casi particolari, i materiali lapidei possono anche assorbire l’acqua contenuta nell’adesivo stesso.

PROVA DI STABILITÀ DIMENSIONALE.

Lo scopo di questa prova è capire qual è il comportamento del materiale lapideo da posare a contatto con l’acqua contenuta dell’adesivo usato per la posa. Questo metodo di prova è inserito nell’annesso inerente la norma UNI 11714-1 inerente l’installazione di pavimenti e rivestimenti lapidei. Come si svolge? Semplificando, si posiziona una lastra del materiale scelto su un supporto collegato con sensori di alta precisione; sul rovescio (sul retro) della lastra viene simulato l’apporto di acqua del sistema di posa cementizio, e a intervalli regolari si registra il movimento del materiale oggetto della prova. Alcuni materiali non si deformano affatto, altri invece hanno deformazioni accentuate. Come comportarsi?

 

QUALE SISTEMA DI POSA SCEGLIERE?

Se il materiale lapideo è dimensionalmente stabile (deformazione inferiore a 0,3 mm), si potrà utilizzare un sistema di posa a presa normale. In questo caso la scelta dell'adesivo dipenderà da fattori quali le dimensioni della lastra, la destinazione d’uso o le esigenze del cantiere. Se il materiale è invece instabile al contatto con acqua (deformazione tra 0,3 e 0,6 mm), occorrerà optare per un sistema di posa rapido. In questo modo l’acqua contenuta nell’adesivo verrà rapidamente consumata dal legante cementizio e non potrà essere assorbita dalla pietra naturale. Gli adesivi rapidi sono classificati con F (fast) in accordo alla norma europea EN12004. A titolo esemplificativo, tra i sistemi Mapei troviamo ELASTORAPID (C2FET S2), GRANIRAPID (C2F S1). In alcuni casi molto particolari, cioè quando il materiale lapideo che vogliamo incollare ha mostrato movimenti di deformazione importanti (≥ 0,6 mm), si dovranno usare adesivi senza acqua. Ad esempio, Mapei produce e commercializza KERALASTIC, adesivo epossi-poliuretanico privo di acqua (R2).

Alla luce di quanto sopra, alcune semplici domande possono prevenire problemi in cantiere: il materiale che sto per incollare è sensibile all’umidità? Dovrei adottare un sistema di posa a presa rapida? Il sottofondo su cui eseguiremo la posa è adatto a ricevere la pietra che ho scelto?

 

 

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