
Museo degli Innocenti a Firenze
L'Istituto Degl'Innocenti, prima struttura laica d'Italia a operare per la tutela dei minori, ha trasformato alcuni spazi in museo.
Nel 1419 un lascito testamentario del mercante fiorentino Francesco Datini diede l’avvio alla realizzazione nella città di Firenze di un grande istituto per i bambini abbandonati. La nuova struttura, prima al mondo nel suo genere, fu intitolata a Santa Maria degli Innocenti ed ebbe dal Comune tutti i privilegi goduti dagli altri enti ospedalieri cittadini.
LA STORIA DELL’ISTITUTO
Nel 1419 un lascito testamentario del mercante fiorentino Francesco Datini diede l’avvio alla realizzazione nella città di Firenze di un grande istituto per i bambini abbandonati. La nuova struttura, prima al mondo nel suo genere, fu intitolata a Santa Maria degli Innocenti ed ebbe dal Comune tutti i privilegi goduti dagli altri enti ospedalieri cittadini. L’Arte della Seta - una delle sette corporazioni di arti e mestieri di Firenze - ebbe l’incarico dei lavori di costruzione e scelse come luogo su cui sarebbe sorto il nuovo Spedale un terreno nella ora centralissima piazza dell’Annunziata, lontano dal cuore civico-politico della città ma al centro della futura citta medicea, vicino al convento di San Marco, alla Basilica dell’Annunziata e a Palazzo Medici. L’Arte della Seta diede l’incarico del progetto a Filippo Brunelleschi e i lavori di fabbrica continuarono per buona parte del secolo XVI, ma i primi trovatelli furono accolti già nel 1445. Considerato ben presto un modello universale, lo Spedale, oggi Istituto degli Innocenti, ha portato avanti nei secoli il suo impegno, adeguandosi alle nuove normative sulla tutela dell'infanzia e della famiglia e contribuendo anche alla loro determinazione. Divenuto I.P.A.B. (Istituzione di Pubblica Assistenza e Beneficenza) dal 1890, l’Istituto è oggi una Azienda pubblica di Servizi alla Persona (ASP) e opera nell’assistenza all’infanzia con due asili nido, una scuola materna, tre case famiglia destinate all’accoglienza di bambini in affido e madri in difficoltà e alcuni uffici di ricerca dell’Unicef. Inoltre l’Istituto è divenuto Centro nazionale di documentazione e analisi sull’infanzia e l’adolescenza.
UN EDIFICIO PUBBLICO RINASCIMENTALE
Il progetto redatto da Brunelleschi fu eccezionale per le grandi dimensioni dell’edificio, che aveva come fulcro il Cortile degli Uomini, luogo di rappresentanza e di snodo di tutta la struttura. Brunelleschi, per rimarcare il legame con la città di Firenze, scelse di ingentilire la facciata che dava sulla piazza con un lungo portico. I committenti e i tanti benefattori dell’istituzione volevano che la nuova struttura fosse abbellita da opere d’arte: i responsabili dello Spedale si indirizzarono pertanto verso alcuni protagonisti di primo piano della scena artistica del Rinascimento fiorentino. Così, per decorare gli ambienti più significativi del complesso, furono scelti artisti come Domenico Ghirlandaio e Piero di Cosimo o Luca e Andrea della Robbia. Molte opere di questi artisti sono ancora conservate nelle sale del nuovo Museo degli Innocenti.
IL NUOVO MUSEO DEGLI INNOCENTI
Aperto il 24 giugno 2016, il Museo degli Innocenti (MUDI) offre al pubblico spazi espositivi rinnovati e più ampi, completati da nuovi servizi e attività per i visitatori. Il percorso interno al museo si incentra sul tema dell’accoglienza e illustra ai visitatori i sei secoli di attività e storia dello Spedale unendo arte, architettura, storia dell’infanzia e tutela dei diritti dei minori. Il nuovo Museo si sviluppa su 1.456 m2 di percorso espositivo disposti su tre livelli e altri 1.655 m2 dedicati a eventi temporanei e attività educative, sempre legati al tema dell'infanzia e all'accoglienza. Oltre all’area espositiva, il MUDI offre anche laboratori artistici, mostre temporanee, un punto accoglienza per turisti, convegni, attività di formazione, un bookshop specializzato per bambini e ragazzi e una caffetteria nella loggia quattrocentesca. Nel seminterrato si ripercorre la storia e l'evoluzione dell'Istituto degli Innocenti, mentre al piano terra viene illustrato il percorso architettonico dell'antico Spedale e i successivi interventi di ristrutturazione, legati anche ai mutamenti delle esigenze dell’accoglienza. Al secondo piano, sopra il portico di facciata, c’è la Galleria che ospita il Coretto di preghiera delle balie e le opere d'arte più preziose, circa ottanta tra cui quelle di Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio, Bartolomeo di Giovanni, Piero di Cosimo, Luca e Andrea della Robbia. Di quest’ultimo anche il simbolo dell’edificio, i dieci preziosi Putti policromi: nel 2015 furono rimossi dalla facciata, restaurati, esposti 6 mesi all’interno del Museo e finalmente ricollocati al loro posto lo scorso dicembre.
UN INTERVENTO A REGOLA D’ARTE
Allo Spedale degli Innocenti i neonati venivano abbandonati sulla “ruota degli esposti”. Spesso i genitori, nella speranza di poterli riprendere quando la situazione familiare fossero migliorate, lasciavano addosso ai bambini un piccolo segno di riconoscimento: medagliette, nastri, coperte. Questi oggetti sono ora conservati all’interno di piccole teche con il nome del bambino a cui appartenevano e a loro è dedicata “la stanza della memoria”. L’intero spazio espositivo ha perciò una grande forza evocativa, accresciuta dalle volte di copertura e dall’impianto illuminotecnico. La riqualificazione di questi ambienti si è rivelata tecnicamente un cantiere complesso oltre che un intervento molto delicato, con tempistiche da rispettare anche in vista dell’inaugurazione. L’impresa incaricata degli interventi da effettuare sulle superfici del nuovo Museo è stata coadiuvata dall’Assistenza Tecnica Mapei. Per realizzare la pavimentazione in continuo (superficie totale di 1.700 m2) è stata utilizzata la malta autolivellante a indurimento ultrarapido ULTRATOP a effetto naturale, in grado di realizzare pavimenti molto resistenti all’abrasione e al passaggio pedonale. Inizialmente il supporto di posa è stato primerizzato con l’appretto PRIMER SN, bicomponente a base di resine epossidiche senza solvente. Immediatamente dopo l’applicazione del primer, la superficie è stata spolverata a rifiuto con QUARZO 1:2 per consentire una perfetta adesione di ULTRATOP. La fase successiva ha visto l’applicazione della malta ULTRATOP scelta nel colore antracite. ULTRATOP può essere utilizzato tale e quale o, come in questo caso, levigato lasciando al committente la scelta dell’effetto finale. Al termine dell’intervento, dopo avere levigato ULTRATOP con le apposite mole diamantate e sigillato i giunti di dilatazione precedentemente eseguiti con MAPESIL AC, sulla superficie è stato applicato MAPECRETE STAIN PROTECTION, trattamento oleo-idro repellente antimacchia per superfici in calcestruzzo, pietra naturale, materiali lapidei e cementizi a base di polimeri organici in soluzione acquosa. Lo stesso colore antracite è stato scelto dai progettisti per i pannelli in cartongesso delle gallerie del Museo (1.330 m2). In questo caso è stata effettuata una primerizzazione con il fondo pigmentato uniformante QUARZOLITE BASE COAT a base di resine acriliche in dispersione acquosa e con la finitura QUARZOLITE PITTURA. L’intervento è continuato con la stesura del rivestimento minerale in pasta ai silicati SILEXCOLOR MARMORINO. Il prodotto si utilizza quando è richiesta una finitura anticata tipica dei marmorini. SILEXCOLOR MARMORINO è stato campionato tono su tono da un rivenditore Colormap per ottenere lo stesso punto cromatico di ULTRATOP.