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21/02/2025
Ponte Ciolo: completato il rinforzo e l'adeguamento sismico di un'icona del Salento
Conclusi i lavori di risanamento, rinforzo e adeguamento sismico del ponte Ciolo, un’infrastruttura simbolo del Salento con un progetto che ha creato un “ponte nuovo”
Dopo decenni di interventi non risolutivi, il nuovo progetto di retrofitting ha incluso il recupero del calcestruzzo ammalorato, la realizzazione di nuove sezioni in calcestruzzo, l’impermeabilizzazione dell’impalcato e la finitura delle superfici.
Un ponte che è molto di più di un ponte. Il Ponte Ciolo, che si estende per 60 m al di sopra di una baia nel comune di Gagliano del Capo, in provincia di Lecce, racchiude in sé tante realtà: è un’infrastruttura viaria, un elemento distintivo del paesaggio naturale salentino, una tappa turistica da non perdere, un trampolino di lancio per tuffi arditi, un set cinematografico, un’icona di bellezza in cui l’opera dell’uomo si fonde in maniera sublime con quella della natura. E non solo.
Prima di tutto è un pezzo di storia e una pietra miliarie dell’ingegneria delle costruzioni. È stato completato tra il 1962 e il 1967 per unire le due sponde della gola. Il progettista, Antonio La Tegola, ha utilizzato la tecnica dell’ingegnere svizzero Robert Maillart che prevedeva un arco sottile e un impalcato irrigidente in calcestruzzo armato e ospitava una carreggiata di 7 m. Per questo nelle tavole di progettazione originarie il ponte è indicato come “Maillart”. La presenza di un’unica campata (la luce dell’arco a tutto sesto è di 41,55 m) e gli spessori modesti degli elementi strutturali gli conferivano un aspetto leggero e gradevole, oltre a permettere di ridurre i costi di costruzione.
Ma è anche un pezzo di paesaggio: si erge a 36 m sul livello del mare e sopra il mare stesso, permettendo a chi lo attraversa di godere della vista mozzafiato dei colori delle acque e delle rocce, di intraprendere trekking panoramici come “Il sentiero delle cipolliane” e accedere, mediante una scalinata in pietra, a un “fiordo salentino” con una piccola spiaggia rocciosa. Anche il nome dell’opera sottolinea il valore che questo ponte ha per il paesaggio naturale in cui si inserisce: “ciolo” è infatti un termine del dialetto salentino che indica le gazze marine, una specie che nidifica lungo le scogliere su cui sorge la struttura.

Il Ponte Ciolo si erge a 36 m sul livello del mare e sopra il mare stesso, permettendo a chi lo attraversa di godere della vista mozzafiato dei colori delle acque e delle rocce.
Il degrado e gli interventi eseguiti in passato
Un’opera così importante sotto tanti punti di vista ha però il suo “tallone di Achille”: visto il contesto in cui è inserita, è costantemente sottoposta ad una forte azione aggressiva da parte delle onde e dell’aerosol marino. Questo ha reso necessari, nel corso degli anni, vari interventi, sia di consolidamento e rafforzamento statico che di risanamento strutturale.
Tra il 1992 e il 1994, ANAS ha eseguito un rinforzo strutturale che ha modificato l'aspetto del ponte, raddoppiando lo spessore dell'arco e consolidando le fondazioni. Nel 2002, sono stati ripristinate le sezioni in calcestruzzo ammalorate e, tra il 2012 e il 2013, la Provincia di Lecce ha consolidato le strutture fondali ed eseguito rinforzi con fibra di carbonio. Nel 2020, sono stati eseguiti interventi di manutenzione straordinaria, impermeabilizzando l’impalcato, ripristinando giunti e rinnovando la pavimentazione stradale.

Nel 2021 Il Ponte Ciolo versava in gravi condizioni nonostante i ripetuti interventi di manutenzione effettuati in passato.
Un nuovo progetto per un “ponte nuovo”
Nonostante i numerosi intervenenti eseguiti con una cadenza all’incirca decennale nei precedenti trent’anni, il ponte versava nuovamente in condizioni di forte degrado quando, nel 2021, una perizia dell’ingegner Claudio Giancane della Società Seti Engineering s.r.l. ha messo in evidenza come le condizioni esistenti (ad esempio la totale mancanza di armature metalliche in alcune sezioni) non erano in grado di garantire la funzionalità e la sicurezza dell’opera nel rispetto delle normative vigenti. La perizia dimostrava infatti un reale rischio di crollo della struttura e, di conseguenza, ha portato nel 2022 la Provincia di Lecce ad affidare all’ingegner Giancane il progetto definitivo ed esecutivo di un nuovo intervento di risanamento e retrofitting strutturale e sismico sul ponte Ciolo e l’adeguamento dell’opera alle Norme Tecniche delle Costruzioni (NTC) 2018, al nuovo codice della strada e ai regolamenti sul superamento delle barriere architettoniche.
L’obiettivo principale del progetto di recupero del Ponte Ciolo era garantire alla struttura una vita utile di almeno 65 anni. Ma si è fatto di più. Gli studi eseguiti con diverse metodologie e algoritmi, prendendo in considerazione le tecniche, gli accorgimenti costruttivi, i materiali strutturali e di rivestimento impiegati, hanno permesso di dimostrare scientificamente che il ponte, così come è stato ricostruito, può contare su una vita utile di almeno 100 anni. Nelle parole dell’ingegner Giancane, “Alla base della progettazione dell’intervento di risanamento c’era la volontà di ottenere non un ponte “rivestito” ma un ponte nuovo”.
A questo risultato ha contribuito anche Mapei fornendo tecnologie e materiali innovativi in grado di soddisfare le stringenti prescrizioni progettuali e garantire la durabilità dell’intervento nel lungo periodo.
Oltre ad aver ricevuto assistenza tecnica direttamente in zona dall’ing. Giammario Dispoto (Grandi Progetti, Mapei SpA) comprensiva della fornitura delle voci di capitolato e delle relative analisi dei prezzi (N.P. – Nuovi Prezzi), l’ingegner Giancane si è avvalso a valle anche della piattaforma Mapei PRO, lanciata da Mapei per supportare i professionisti del settore della progettazione. Questa piattaforma offre una vasta gamma di strumenti utili per diverse aree di progettazione come strumenti per l'analisi dei prezzi (esportabili in vari formati), la stesura delle voci di capitolato, software di calcolo gratuiti, formazione specializzata e consulenza personalizzata. Mapei PRO ha quindi facilitato il lavoro del progettista, aiutandolo a formulare rapidamente l’elaborato “c.m.e. (computo metrico estimativo)” attraverso il software Primus (Acca software).
Infine, per mezzo di tecnici specialisti di linea di grande competenza ed esperienza, Mapei ha assicurato una costante assistenza in cantiere durante tutte le principali e più delicate fasi di ricostruzione del ponte, sino al collaudo nel quale è stata coinvolta dal progettista e direttore lavori e dal collaudatore stesso.
Un progetto. tanti interventi
Il progetto si è dimostrato particolarmente complesso sia per la necessità di affrontare e rimediare ad elevati livelli di degrado, sia perché i lavori hanno interessato molte sezioni dell’opera. Ha dunque previsto numerosi interventi come:
- la totale ricostruzione corticale dell'arco e dei montanti verticali costituiti da setti in calcestruzzo armato con finestrature di alleggerimento;
- la costruzione di una contro soletta all'intradosso del cassone dell'impalcato preesistente;
- la demolizione e ricostruzione della soletta superiore;
- la demolizione e ricostruzione delle due campate di estremità;
- l'ampliamento degli sbalzi su entrambi i lati della carreggiata, con conseguente allargamento e adeguamento dei marciapiedi alla normativa;
- la realizzazione di nuove barriere di protezione (guard-rail) adeguate alla normativa vigente;
- la realizzazione di schermature-parapetti sui bordi dell'impalcato, atte a impedire l'esecuzione di tuffi;
- la realizzazione di un efficiente sistema di smaltimento delle acque meteoriche;
- il rifacimento dei giunti stradali di tipo prefabbricato;
- la realizzazione di una nuova pavimentazione stradale;
- l'impermeabilizzazione dell’intero impalcato con poliurea;
- la sostituzione degli apparecchi di appoggio;
- la predisposizione di cavidotti e canalizzazioni per l'adeguamento degli impianti tecnologici;
- il rifacimento dell'impianto di illuminazione.
I lavori, finanziati con un investimento di oltre 4 milioni di euro del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, sono stati presi in appalto dall’impresa Consolidamento Speciali s.r.l. di Acireale nel marzo 2023. Le imprese esecutrici (MGM s.r.l. e IDROGEO s.r.l.) hanno completato i lavori il 24 aprile 2024, dopo appena 13 mesi, nel totale rispetto del cronoprogramma dei lavori e del progetto esecutivo. Un tempo record, vista la complessità e la quantità degli interventi. Un risultato raggiunto grazie all’efficace sinergia tra enti pubblici, professionisti e imprese private ma anche all’utilizzo di materiali da costruzione all’avanguardia come quelli Mapei.
Ripristino del calcestruzzo e nuovi getti
Per le operazioni di ripristino del calcestruzzo e la realizzazione di nuovi getti per la ricostruzione di alcune sezioni della struttura era necessario un tipo di calcestruzzo in grado di resistere all’azione di degrado causata dall’aerosol marino e altri agenti atmosferici.
La soluzione è stata trovata in materiali Mapei come Mapegrout GF Betoncino B1, un betoncino colabile ad altissime prestazioni, fibrorinforzato, che, al momento della prequalifica dei materiali, ha raggiunto valori di resistenze alla compressione pari a 85 Mpa a 15 giorni. Questo betoncino, miscelato all’additivo stagionante Mapecure SRA, è stato utilizzato per garantire la ricostruzione dei volumi di calcestruzzo nelle sezioni ammalorate dopo aver eseguito l’idroscarifica di tutte le superfici e la protezione delle armature metalliche tramite passivazione con la malta anticorrosiva Mapefer 1K Zero*.
Per il confezionamento di un calcestruzzo compatto, altamente resistente, durevole e conforme alla norma EN 1504-6 con cui realizzare le nuove sezioni del ponte è stato impiegato, insieme ad aggregati provenienti da cave locali, il legante cementizio espansivo Stabilcem SCC, miscelato con Mapecure SRA per garantire un’adeguata riduzione del ritiro.
Impermeabilizzazione e protezione del calcestruzzo
Una volta ricostruite le sezioni in calcestruzzo ammalorate e completate quelle nuove, il prodotto giusto per l’impermeabilizzazione delle superfici è stato individuato in Mapelastic Guard Zero*, una malta cementizia bicomponente elastica particolarmente adatta all’utilizzo in grandi opere in calcestruzzo, soggette a elevate sollecitazioni.
Per la sua elevata capacità di crack-bridging, questo prodotto è in grado di proteggere le strutture in calcestruzzo, anche in climi particolarmente rigidi, dalle eventuali fessurazioni provocate da carichi dinamici, ritiro e variazioni termiche. Mapelastic Guard Zero* è infatti molto resistente alle aggressioni chimiche e protegge efficacemente il calcestruzzo sia dalla penetrazione della CO2 (carbonatazione) che dalla penetrazione dei cloruri, aggressioni che innescherebbero il processo di corrosione delle armature con la conseguente perdita dell’integrità strutturale. Applicando Mapelastic Guard Zero* sulla superficie di calcestruzzo, è invece possibile incrementare la durabilità della struttura, contrastando efficacemente la penetrazione della CO2 per un periodo molto lungo. L’applicazione di questo prodotto ha permesso di contribuire in maniera rilevante, fino ad oltre 50 anni, alla durabilità del ponte.
Come finitura colorata delle superfici in calcestruzzo è stata scelta la pittura elastomerica protettiva anti-fessurazione, Elastocolor Pittura Zero*. Si tratta di un prodotto, adatto a esterni ed interni, che garantisce elasticità permanente ed elevata resistenza chimica e, nel caso del ponte Ciolo, è stata applicata direttamente sulla superficie impermeabilizzata con Mapelastic Guard Zero*.

Con Mapelastic Guard Zero* sono state impermeabilizzate le superfici in calcestruzzo dopo i lavori di recupero. L'impermeabilizzazione dell'impalcato è stata invece effettuata con Purtop System Deck.
Impermeabilizzazione dell’impalcato
Per l’impermeabilizzazione delle superfici dell’impalcato è stata invece scelta una soluzione a base di poliurea. Per primo è stato impiegato Primer SN, un promotore di adesione bicomponente fillerizzato, a base di resine epossidiche ed esente da solventi. Applicato in una sola mano, ha permesso di ottenere la totale occlusione delle porosità superficiali del supporto. Sulle superfici così trattate è stato eseguito uno spolvero a rifiuto con la sabbia Quarzo 0,5 mm, prima di applicare, con pompa bi-mixer ad alta pressione, la membrana bicomponente a base di poliurea pura, priva di solventi, Purtop 1000 in uno spessore minimo di 2 mm. Questo prodotto è stato applicato con continuità su tutte le superfici orizzontali (come quelle della sede stradale e dei marciapiedi), oltre che all’interno dei bocchettoni di scarico.
Purtop 1000, grazie alle sue eccellenti proprietà di crack-bridging efficaci anche a basse temperature, alla sua capacità di allungamento e all’ottima resistenza alle sollecitazioni meccaniche, ha garantito uno strato impermeabilizzante elastico, resistente e continuo.
Sulla membrana impermeabile è stato applicato a rullo Purtop Primer Nero, un primer monocomponente a solvente specifico utilizzato per migliorare l’adesione di pavimentazioni in asfalto su superfici impermeabilizzate con prodotti della linea Purtop. Sul prodotto ancora fresco è eseguire uno spolvero a semina con Quarzo 1,2.
Successivamente si è proceduto alla stesura dello strato di asfalto. Prima della posa della pavimentazione stradale è stato necessario spruzzare una mano d’attacco a caldo, costituita da bitume modificato con gomma stirene-butadiene (SBR). Per garantire l’adesione direttamente sulla poliurea del rivestimento dei nuovi marciapiedi è stato impiegato l’adesivo reattivo bicomponente Ultrabond EP 2K.
Per la stuccatura delle fughe del rivestimento dei nuovi marciapiedi è stata impiegata Ultracolor Plus, malta cementizia ad alte prestazioni, a presa ed asciugamento rapido, ideale per fughe fino a 20 mm. Anche questo prodotto fa parte della linea Zero*.

Per la stuccatura delle fughe del rivestimento dei nuovi marciapiedi è stata impiegata Ultracolor Plus, malta cementizia a presa ed asciugamento rapido.
Una festa in tricolore
Lo scorso 24 aprile il ponte Ciolo è stato inaugurato alla presenza del presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva, il sindaco di Gagliano del Capo Gianfranco Melcarne, il dirigente del Servizio Viabilità dell’Ente Luigi Tundo, oltre al progettista ingegner Giancane e alla responsabile del progetto Anna Maria Riccio. Per l’occasione il ponte era illuminato con effetti speciali e “rivestito” col tricolore per la soddisfazione dei tanti cittadini presenti alla cerimonia. La degna conclusione di un progetto che ha coinvolto tanti professionisti che, lavorando in sinergia, hanno ottenuto un risultato destinato a durare a lungo: almeno un secolo.

Lo scorso 24 aprile 2024 il ponte Ciolo è stato inaugurato e, per l’occasione, illuminato e “rivestito” col tricolore.
I dati del progetto
Periodo di costruzione: 1962-1967
Progettista originario: Antonio La Tegola
Periodo dell’intervento di ristrutturazione: 2023-2024
Committente: Provincia di Lecce – Servizio viabilità
Progettista dei lavori di retrofitting: Claudio Giancane della Società Seti Engineering s.r.l.
Impresa appaltatrice: Consolidamenti speciali S.r.l. di Acireale (Ct)
Imprese esecutrici: MGM s.r.l. e Idrogeo s.r.l.
Responsabili del procedimento: Anna Maria Riccio
Direttore dei lavori e coordinatore della sicurezza: Claudio Giancane – SETI Engineering s.r.l.
Collaboratori al progetto: Silvia Giancane e Pierfrancesco Giancane - SETI Engineering s.r.l.
Collaudatore: Donato Farì
Coordinamento Mapei: Giammario Dispoto (Grandi Progetti), Gianni Capriglia, Luca Carcagnì, Rocco Romano, Paolo Banfo, Gabriele Zamperini, Antonio Scarpino, Massimiliano Antichi, Alessandro Coscia, Alberto Balsamo - Università Federico II Napoli (consulente Mapei).
Foto: Matteo Brandi
*Le emissioni di CO2 sono misurate lungo tutto il ciclo di vita per l’anno 2025 con la metodologia LCA (Life Cycle Assessment), verificate e certificate tramite EPD (Environmental Product Declaration) e compensate con l’acquisto di crediti di carbonio certificati per supportare progetti di protezione delle foreste.