Il restauro del Ponte Madonna della Stella a Gravina in Puglia ha combinato innovazione e sostenibilità per preservare un simbolo storico. L’intervento ha incluso il consolidamento strutturale, il risanamento delle murature con materiali compatibili, la realizzazione di pavimentazioni in pietra e l’illuminazione scenica, valorizzando il ponte senza alterare l’habitat rupestre. Grazie a un lavoro di squadra e all’impiego di tecnologie avanzate, il viadotto è stato restituito alla comunità, mantenendo intatta la sua bellezza e funzionalità.
La città di Gravina in Puglia in provincia di Bari è famosa per il paesaggio naturale che si fonde con l’abitato e, in particolare, per la gravina che lo attraversa. Le gravine sono profondi canyon tipici del territorio pugliese, risultato di processi di erosione millenari dovuti all'azione dell'acqua sulle rocce calcaree. Nel caso di Gravina in Puglia, la grande gola vede scorrere ai suoi piedi il torrente omonimo. Ed è proprio per consentire il suo attraversamento che nel 1686 fu costruito il ponte Madonna della Stella: un’imponente struttura ad archi, alta 37 m e lunga 90 m che collega le due sponde permettendo ai pedoni di godere di una vista molto suggestiva sul paesaggio circostante e raggiungere la chiesa rupestre della Madonna della Stella.
Al termine dei lavori di restauro, il ponte di Gravina in Puglia è stato inaugurato il 27 ottobre 2024.
Poiché crollò durante il terremoto del 1722, a metà del XVIII secolo il ponte fu ricostruito per ordine della famiglia Orsini di Roma e trasformato in acquedotto, per portare oltre le mura della città le acque di due sorgenti. Da allora il ponte con i suoi 25 archi a doppio ordine caratterizza in maniera unica il paesaggio di Gravina. Nel 1855, a causa di una forte alluvione che causò danni agli archi, quest’ultimi furono sostituiti da una spalliera di conci in tufo e, ancora oggi, il ponte è interamente costituito da materiale tufaceo. Nel 1860 furono eseguiti i primi interventi di consolidamento e restauro.
Oltre a far parte del patrimonio storico e culturale del territorio che lo ospita, per il contesto urbano e naturale altamente suggestivo in cui è inserito, il ponte ha fatto da sfondo a scene di importanti produzioni cinematografiche come “Maria Maddalena” (2018), “Il Bene mio” (2018), “Pinocchio” (2019), “Il ladro di giorni” (2019), “Tolo Tolo” (2020) “L’ultimo Paradiso” (2021), e ultimo ma non meno importante, il film “No Time to Die” della serie 007 James Bond nell’anno 2021.
Il progetto di restauro
Tra il 2023 e il 2024 sono stati eseguiti degli interventi di consolidamento e restauro del ponte dell’acquedotto commissionati dal Comune di Gravina. Questi interventi, resi possibili da un contributo della Regione Puglia, hanno tenuto conto del valore storico, architettonico e culturale dell’opera. Un valore riconosciuto anche dal
FAI, il Fondo dell’Ambiente Italiano, che, attraverso il bando “I luoghi del cuore” ha affiancato al progetto di restauro un intervento di valorizzazione, che, grazie a un’adeguata illuminazione del percorso pedonale e degli archi, ha reso percorribile anche il secondo livello di arcate.
Tra gli obiettivi dell’intervento di restauro c’era anche quello di preservare i tratti più peculiari del monumento e valorizzare il viadotto nel suo aspetto originario, conservando il più possibile l’esistente. A questo scopo, sono stati condotti degli studi specifici, tra cui un’attenta lettura tipologica della struttura e delle sue problematiche, assicurandone la funzionalità.
I lavori di restauro, eseguiti senza alterare l’habitat rupestre in cui si trova l’opera, avevano l’obiettivo di risolvere i fenomeni fessurativi e di degrado. In particolare, infiltrazioni di acqua attraverso la pavimentazione di tutto il percorso del ponte hanno dato origine a processi erosivi con presenza di vegetazione infestante e di lesioni lungo il pilone centrale e agli intradossi delle arcate inferiori. Le indagini effettuate non hanno però riscontrato l’instabilità strutturale.
I lavori di restauro, eseguiti tra il 2023 e il 2024, avevano l’obiettivo di risolvere i fenomeni fessurativi e di degrado del ponte.
I lavori di restauro hanno coinvolto numerosi attori: i progettisti, l’impresa esecutrice, la Soprintendenza ed il rivenditore autorizzato. Per soddisfare le richieste del committente, al momento della scelta dei materiali da utilizzare nelle diverse fasi, è stata coinvolta anche l’Assistenza Tecnica Mapei e gli specialisti della linea di prodotti per il risanamento e restauro.
La sinergia delle competenze di tutti questi professionisti ha permesso di risanare in maniera puntuale i problemi di degrado e strutturali dei piloni e delle arcate, modulando perfettamente gli innovativi sistemi Mapei impiegati.
In alcuni momenti anche la logistica di cantiere è risultata determinante: l’allestimento dei ponteggi, ad esempio, ha richiesto la suddivisione delle aree di cantiere in lotti per permettere di raggiungere facilmente ogni punto della struttura durante i lavori senza interferire con il passaggio pedonale sul percorso principale.
I prodotti giusti per restaurare la struttura
Sui muri di sostegno e sulle arcate “faccia vista” del viadotto l’intervento di ripristino è stato eseguito utilizzando la tecnica della “rincocciatura” e della “stilatura”: le fessure e i vuoti presenti negli elementi calcarenitici della muratura sono stati puliti, rimuovendo anche le parti degradate della malta esistente, prima di effettuare il riempimento con una nuova malta compatibile dal punto di vista chimico-fisico ed elasto-meccanico con i materiali originali. A questo scopo è stata scelta la malta colorata Mape-Antique Allettamento, resistente ai sali, a base di pura calce idraulica naturale e materiale riciclato, esente da cemento, a emissioni di CO2 interamente compensate*.
Sui muri di sostegno e sulle arcate “faccia vista” del viadotto è stato eseguita la tecnica della “rincocciatura” e della “stilatura” con la malta Mape-Antique Alettamento.
La malta Mape-Antique Allettamento è stata utilizzata su alcuni tratti dei parapetti in muratura, mentre altre sezioni del viadotto sono state volutamente escluse dalle operazioni di pulizia per conservare i segni del passaggio del tempo (patine biologiche, croste nere, ecc.).
Per garantire la corretta funzionalità della struttura del ponte migliorandone le prestazioni meccaniche è stato effettuato un intervento di consolidamento dei paramenti murari con iniezioni di boiacca fluida a base di Mape-Antique I-15.
Per garantire la corretta funzionalità della struttura del ponte migliorandone le prestazioni meccaniche è stato effettuato un intervento di consolidamento dei paramenti murari con iniezioni di boiacca. La boiacca con la quale sono state riempite le cavità interne dei piedritti in tufo è stata formulata con il legante idraulico Mape-Antique I-15, a base di calce e materiale riciclato, resistente ai sali, esente da cemento e a CO2 interamente compensate*. Il prodotto è stato scelto perché conferisce alle boiacche, una volta indurite, caratteristiche (resistenza meccanica, modulo elastico e porosità) molto simili a quelle delle malte a base di calce, calce-pozzolana o calce idraulica, che venivano tradizionalmente utilizzate nella costruzione degli edifici storici.
Su alcuni nuclei murari sono state effettuati degli interventi di consolidamento perforando la struttura per circa 2/3 dello spessore totale ed iniettando la boiacca fluida a base di Mape-Antique I-15 per permettere l’inserimento di barre in ferro zincate. Sulle superfici più ampie, invece, lo stesso prodotto è stato applicato all’interno dei supporti con pompe a bassa pressione.
Su alcuni nuclei murari sono state effettuati degli interventi di consolidamento perforando la struttura per circa 2/3 dello spessore totale ed iniettando la boiacca fluida a base di Mape-Antique I-15.
L’intervento di miglioramento statico
Oltre alle operazioni di consolidamento e restauro è stato eseguito un intervento di miglioramento statico per garantire maggiore stabilità alla struttura. L’intervento ha previsto cuciture a secco in prossimità di alcune lesioni con l’inserimento nei fori di alloggiamento di barre elicoidali ad altissima resistenza in acciaio inox AISI 316 Mapei Steel Dry, scelte in diametri da 10 e da 8 mm. Queste barre sono caratterizzate da un’elevata resistenza a trazione e sono in grado di ricreare la connessione dei paramenti murari.
Per garantire maggiore stabilità alla struttura sono state inserite le barre elicoidali ad altissima resistenza in acciaio inox AISI 316 Mapei Steel Dry.
Le pavimentazioni architettoniche in pietra
Sui camminamenti del secondo livello del primo ordine di arcate del viadotto e lungo tutto il percorso naturalistico di accesso all’opera sono state realizzate nuove pavimentazioni architettoniche che, per tipologia costruttiva ed effetto estetico finale, richiamano le tipiche pavimentazioni che caratterizzano il contesto locale.
Il sistema scelto ha previsto la creazione di un massetto di allettamento con Mapestone TFB Calcix, una malta premiscelata neutra, esente da cemento, a base di calce e con elevata percentuale di riciclato, ideale per realizzare pavimentazioni in pietra di marciapiedi, piazze, strade, anche di pregio storico, soggette a un traffico leggero. In questo caso la malta è stata miscelata con inerte locale e tufina (un materiale locale tradizionale derivante dalla frantumazione del tufo), prima di essere gettato in opera in uno spessore medio di circa 7 cm, consentendo così l’ottenimento di un piano da calpestio compatto, con buone resistenze meccaniche.
L’utilizzo di queste soluzioni Mapei ha permesso di eseguire le operazioni di restauro rispettando i vincoli della Sopraintendenza. Alla fine dell’intervento, lo scorso 27 ottobre 2024 il ponte acquedotto è stato “restituito” alla cittadinanza e ai turisti con la cerimonia ufficiale “Luci sul ponte”, ospitando monologhi teatrali, scene di rievocazione della vita popolare e uno spettacolo di luci e suoni per accompagnare l’accensione del nuovo impianto d’illuminazione scenica.
Il ponte, simbolo inconfondibile di Gravina, è tornato a splendere in tutta la sua rinnovata e antica bellezza. Prendendo ispirazione dalle parole del libro “Il ponte umano” in cui Enzo Siviero, ingegnere civile, architetto e docente di Tecnica delle costruzioni, dedica pensieri poetici ad altri ponti in altre parti del mondo, anche di quello di Gravina possiamo dire: “Il ponte non è più un oggetto staticamente immobile, ma un soggetto dinamicamente vibrante per le suggestioni che sarà capace di trasmettere a chi lo percorrerà per ammirare il panorama e il collegamento tra passato e presente. Vedere, fermarsi, guardare, osservare. Dal dettaglio all’insieme”.
Il ponte non è più un oggetto staticamente immobile, ma un soggetto dinamicamente vibrante per le suggestioni che sarà capace di trasmettere a chi lo percorrerà per ammirare il panorama e il collegamento tra passato e presente. Vedere, fermarsi, guardare, osservare. Dal dettaglio all’insieme.
Sui camminamenti del secondo livello del primo ordine di arcate del viadotto e lungo tutto il percorso sono state realizzate pavimentazioni architettoniche con Mapestone TFB Calcix, malta esente da cemento.
Committente: Comune di Gravina In Puglia
Direttore dei Lavori: Ing. Nicola Stefanelli
Responsabile Unico del Progetto: Ing. Onofrio Tragni (UTC)
Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bari: Arch. Mara Carcavallo
Progetto dell’intervento: Ing. Nicola Stefanelli (Esse Ingegneria Srl)
Impresa esecutrice: Land srl (Roma)
Responsabili di cantiere: Geom. Alvaro Caioli, Geom. Tommaso Bellantuono
Distributore Mapei: Tuttoperedilizia srl
Coordinamento Mapei: Arianna Colella, Giammario Dispoto, Gianni Villani, Mariella Ragone, Massimiliano Antichi, Achille Carcagnì, Mapei SpA
*Questi prodotti fanno parte della linea di prodotti CO2 Fully Offset in the Entire Life Cycle. Le emissioni di CO2 misurate lungo il ciclo di vita dei prodotti della linea Zero per l’anno 2025 tramite la metodologia LCA, verificate e certificate con le EPD, sono compensate con l’acquisto di crediti di carbonio certificati per supportare progetti di protezione delle foreste.