Una complessa opera di pulitura e restauro delle volte affrescate da Camillo Procaccini.

Un restauro d'eccezione

Non sono molti probabilmente i cittadini milanesi a sapere che per trovare la parte più antica del Duomo occorre recarsi in Sacrestia. Proprio questo ambiente, infatti, è il primo a essere stato costruito e decorato e qui si trovava la prima cappella con l’altare dove celebrare la messa.

Dopo tre anni di lavori, nel dicembre scorso la Sacrestia Aquilonare è stata aperta al pubblico ed è stato presentato ufficialmente il restauro del portale cuspidato, delle volte affrescate e del pavimento in marmo.

Datato 1389, il portale gotico è stato realizzato da Giacomo da Campione ed è la più antica opera scultorea all’interno della cattedrale. Dalla struttura a cuspide, è arricchito da statue e nicchie. Rimossa dal marmo la patina di sporcizia, sono emersi i colori blu di lapislazzuli, terra verde, cinabro, biacca e foglia d'oro che ricoprivano personaggi e volti scolpiti.

Il restauro ha interessato anche il bellissimo pavimento a intarsi – in cui prevale il simbolo della stella di David a sei punte – caratterizzato dall’utilizzo del marmo bianco e rosato di Candoglia, da quello nero di Varenna e da quello rosso di Arzo.

Infine, i visitatori possono ammirare gli angeli che ornano gli spicchi delle volte a crociera della Sacrestia. Dipinti da Camillo Procaccini, furono realizzati su indicazione del cardinale Federico Borromeo dopo l’incendio della notte di Natale del 1610, nel corso dei conseguenti lavori di ricostruzione.

Mapei, dal 2018 tra i Grandi Donatori e nel Club delle Guglie del Duomo di Milano, ha messo a disposizione le sue soluzioni e la sua competenza tecnica per il restauro della Sacrestia Aquilonare, durata 3 anni.

Camillo Procaccini, Angeli con suppellettili per la Messa, vele della I campata ovest della Sacrestia Aquilonare - Restauro della Sacrestia del Duomo Milano
Gli affreschi delle vele della campata ovest dopo il restauro.

Dal restauro delle volte affrescate alle pareti in marmo e dipinte: il contributo di Mapei

Il degrado degli intonaci, delle finiture e dell’impianto decorativo della Sacrestia Aquilonare ha richiesto particolari attenzioni.  Mapei, entrata nel 2018 a far parte dei Grandi Donatori e del Club delle Guglie del Duomo di Milano (qui l'articolo pubblicato su Realtà Mapei n. 148), ha messo a disposizione le sue soluzioni e la sua competenza tecnica per i lavori di restauro. I prodotti e i sistemi Mapei sono stati utilizzati per il consolidamento delle fessure presenti sui supporti, il ristabilimento dell’adesione degli intonaci affrescati al supporto sottostante, la stuccatura dei giunti tra i conci e il rifacimento di alcune porzioni di intonaco degradate, nonché per il riposizionamento degli affreschi “strappati” in precedenza.

Una volta montato il ponteggio l’impresa incaricata di eseguire i lavori di restauro degli affreschi (Centro di Restauro di Paola Zanolini e Ida Ravenna) e il Direttore dei Lavori, Ing. Francesco Canali, hanno potuto notare che una delle due campate era stata in passato sottoposta a “strappo delle pitture” di Camillo Procaccini e gli affreschi riportati su tela erano stati successivamente incollati direttamente sull’intonaco in modo non adeguato. La situazione era grave perché gli elementi osservati versavano in uno stato di degrado avanzato, purtroppo non visibile dal pavimento sottostante, in quanto tutte le superfici si presentavano ricoperte da patine di sporco, da quanto prodotto dai fumi delle candele, nonché da un diffuso sbiancamento di alcune porzioni.

Da una ricerca d’archivio è emerso che delle vicende legate agli affreschi della Sacrestia Aquilonare esiste solo la documentazione degli ultimi due interventi di restauro. Il primo, che risale alla seconda metà dell’Ottocento, eseguito dal pittore Giuseppe Knoller ha previsto la demolizione degli intonaci affrescati presenti sugli otto pennacchi delle vele, rifacendoli con malta bastarda e dipingendo ad affresco figure grossolane di angeli e putti. Il secondo restauro, risalente al 1964 ad opera del restauratore Tino Anselmi, era stato incaricato di “strappare” le quattro vele della prima campata della Sacrestia danneggiate sempre a causa di infiltrazioni d’acqua con fuoriuscita di sali e relativo “sfarinamento” del colore.

Dopo il ricollocamento degli affreschi strappati, l’Anselmi è intervenuto raccordando e ridipingendo molte parti della volta e dei pennacchi.


Interventi eseguiti sulla 1a campata

Gli affreschi, dopo lo strappo degli anni ‘60, sono stati incollati su una tela molto sottile con caseato (caseina e grassello di calce) che nel tempo ha perso il potere adesivo con gravi conseguenze per la stabilità del colore; le parti mancanti sono state “rattoppate” con pezzi di tela e coperte da tempera data direttamente sulla medesima tela senza alcuna stuccatura di base. Dopo lo strappo l’intonaco originale era stato demolito e ricostruito con intonaco a base cementizia.

Gli affreschi, ormai su tela, erano stati quindi ricollocati sul nuovo intonaco con adesivo a contatto in modo non planare tanto da creare grosse bolle e pieghe. Nel tempo l’adesivo ha perso la sua proprietà e le tele affrescate hanno cominciato a staccarsi dall’intonaco, con grande pericolo per la stabilità dell’intero impianto pittorico. Previa rimozione di tutto il materiale polverulento e successiva stesura di veline sugli affreschi con carta giapponese, l’impresa, Centro di Restauro di Paola Zanolini, ha effettuato il distacco delle tele affrescate e le ha liberate dall’adesivo.

Tutte le porzioni di affresco sono state quindi rifoderate con una nuova tela nella parte retrostante e sono state liberate dalla velinatura protettiva precedentemente applicata a protezione delle parti decorate. Mani sapienti ed esperte hanno poi effettuato il restauro di tutti gli affreschi. Gli affreschi così restaurati sono stati ricollocati a soffitto nella loro posizione originale con ULTRAMASTIC 5, particolare adesivo in pasta bianca pronto all'uso. La stuccatura delle lacune e delle linee di congiunzione tra le diverse porzioni è stata effettuata mediante malta a base di calce seguita da un attento intervento di reintegrazione pittorica.

Contestualmente al restauro degli affreschi l’impresa ha eseguito il restauro dei conci di marmo, in particolare dei costoloni delle due volte a crociera e delle due grandi chiavi di volta centrali. Tutti gli elementi in marmo si presentavano anneriti da un importante strato di polvere, fumo e depositi di particellato d’inquinamento, estremamente compatto e adeso. Le fughe tra i conci erano state chiuse negli anni ’70 con un conglomerato di sabbia, polvere di marmo e resina epossidica pigmentata scura per intonarla ai marmi anneriti, stesa in modo grossolano e in abbondanza da coprire anche ampie porzioni degli stessi conci in marmo.

L’intervento di pulitura è stato condotto dalle restauratrici con ripetuti impacchi di sepiolite e arbocel e carbonato d’ammonio lasciati in posizione per diversi giorni e successivamente rimossi con spazzole e acqua demineralizzata. Molto più complessa anche dal punto di vista delle tempistiche è stata la rimozione delle fughe, data la loro eccezionale tenacia. Sono state impiegate delle fonti di calore e degli attrezzi meccanici ed elettrici con ottimo risultato. Le fughe riempite con malte cementizie sono state ripulite e poi “riempite” con MAPE-ANTIQUE ALLETTAMENTO, malta da muratura a base calce idraulica naturale e completamente esente da cemento, applicata leggermente sottolivello. Sono state poi colorate di volta in volta per intonarle alle diverse sfumature dei marmi. La scelta della malta è stata effettuata in modo che risultasse compatibile dal punto di vista chimico-fisico ed elasto-meccanico con le proprietà delle malte impiegate originariamente. Inoltre, il prodotto è resistente ai sali solubili per cui non “aggredibile” dai sali solubili presenti nella struttura per precedenti interventi effettuati con malte cementizie.

 

Interventi eseguiti sulla 2a campata

Gli affreschi della seconda campata, anch’essi opera di Camillo Procaccini, hanno avuto miglior fortuna dal punto di vista conservativo rispetto a quelli della 1a campata, in quanto non intaccati da infiltrazioni d’acqua dalla soprastante copertura. Anche in queste vele però nell’800 sono stati rimossi gli intonaci dipinti dei pennacchi e per il loro rifacimento è stata impiegata una malta contenente cemento. I problemi conservativi di questa volta riguardavano la stabilità degli intonaci affrescati che, per quasi la metà dell’intera superficie, risultavano pericolosamente distaccati dalla struttura muraria sottostate. Le restauratrici hanno proceduto innanzitutto a un completo consolidamento degli intonaci affrescati mediante, dapprima, l’inserimento di perni in vetroresina per “legare” l’intonaco alla muratura e, successivamente, attraverso l’iniezione di MAPE-ANTIQUE F21, boiacca a base calce, esente da cemento e di qualsiasi tipo di polimero, nonché della possibilità di rilasciare sali solubili, per ristabilire l’adesione dell’intonaco affrescato al supporto. Alcune porzioni di intonaco presenti su alcuni pennacchi che non presentavano alcun tipo di decorazione sono state completamente demolite e successivamente ricostruite con malte della gamma MAPE-ANTIQUE, prodotti a base calce ed esenti da cemento, in grado di resistere chimicamente all’aggressione chimica prodotta dai sali presenti nel supporto sottostante, a causa delle malte cementizie usate precedentemente e delle infiltrazioni di acqua. Le maestranze specializzate della Veneranda Fabbrica del Duomo hanno dapprima applicando un rinzaffo preventivo in grado di uniformare gli assorbimenti del supporto (MAPE-ANTIQUE RINZAFFO) e successivamente hanno steso circa 2 cm di intonaco deumidificante macroporoso (MAPE-ANTIQUE MC). La scelta di impiegare tale intonaco nasce proprio dal fatto che nel supporto sottostante vi erano alti tenori di sali solubili e di modesta presenza di umidità. MAPE-ANTIQUE MC è in grado di favorire la fuoriuscita dell’eventuale presenza di umidità e, al contempo per i propri costituenti, di resistere chimicamente all’aggressione prodotta dagli stessi sali. Per raccordare le porzioni di intonaco nuove a quelle esistenti, le maestranze della Veneranda Fabbrica hanno applicato un rasante a tessitura civile (MAPE-ANTIQUE FC CIVILE) e successivamente applicata una finitura minerale.

Dai primi test di pulitura eseguiti dall’impresa di restauro per la rimozione dei sali, è risultato che i rifacimenti di intonaco a base cementizia non erano limitati solo ai pennacchi, ma interessavano anche vaste zone degli sfondi delle vele. Fortunatamente le quattro meravigliose figure degli angeli si erano salvate ed erano integre. Si poneva a questo punto una difficile scelta su come intervenire sui rifacimenti in forte contrasto sia dal punto di vista geometrico che cromatico con le stesure originali. Unitamente alla Direzione Lavori e alla dottoressa Laura Paola Gnaccolini, funzionario della Soprintendenza preposta alla tutela del bene, sono state valutate le diverse soluzioni di restauro storico-estetico. Le figure coinvolte hanno deciso quindi di conservare i rifacimenti posteriori adattandoli cromaticamente a quelli originali per restituire unità e leggibilità a tutto l’impianto decorativo affrescato e offrire la visione di un ambiente del Duomo così come doveva apparire in origine, ovvero un ambiente molto chiaro e luminoso, con volte interamente decorate a colori brillanti. La pulitura degli affreschi è stata eseguita in due tempi: prima l’asportazione dei sali che ha messo in luce le grandi ridipinture e poi l’asportazione dello sporco, dei fissativi e dei fumi eseguita ad impacco e, per le parti più tenaci, con l’ausilio di bisturi.



Interventi eseguiti sulle pareti della Sacrestia

Le pareti della Sacrestia, che ospitano tre grandi finestroni, sono interamente costituite da blocchi di marmo sovrapposti, fatta eccezione per la parete sud della seconda campata e la parete ovest che sono risultate dipinte a finti conci di marmo. Tutte le superfici erano pesantemente annerite a causa dei fumi e dei depositi di particellato d’inquinamento e mostravano delle “colature” di minio di vernici grigie e di cemento provenienti da interventi sulle parti metalliche dei finestroni; inoltre, la parete nord presentava colature d’acqua e depositi di sali cristallizzati. Anche in questo caso i blocchi di marmo negli anni ’70 erano stati riempiti da un impasto di inerti e resine epossidiche. Nella parete sud, invece, le fughe erano state riempite con malte cementizie.

L’intervento di restauro effettuato dalle restauratrici sulle pareti è stato analogo a quello utilizzato per i costoloni della volta e ha previsto la rimozione dei giunti di malta epossidica e cementizia, la loro ricostruzione con MAPE-ANTIQUE ALLETTAMENTO opportunamente pigmentato. Inoltre, è stato effettuato un particolare trattamento consolidante sia dell’intonaco che del colore presente, mediante stesura di CONSOLIDANTE 8020, prodotto consolidante in solvente di tipo reversibile, per il restauro conservativo e il consolidamento di supporti lapidei porosi, intonaci di calce e strati pittorici. L’impresa ha proceduto con una nuova stesura pittorica, laddove vi erano solo intonaci, pur ricalcando l’intento del primo Novecento di eseguire una sorta di trompe l’oeil, e sono stati riprodotti i conci in marmo presenti invece sulle restanti pareti.

Le soluzioni Mapei sono state utilizzate per diversi interventi, tra cui quelli di consolidamento, stuccatura, rifacimento di alcune porzioni di intonaco degradate, nonché per il riposizionamento degli affreschi “strappati” in precedenza.

Restauro della Sacrestia Aquilonare del Duomo di Milano_Mapei nel progetto 2
Ristabilimento dell'adesione degli intonaci affrescati con MAPE-ANTIQUE F21.

I dati del progetto

Cantiere
Cattedrale dell'Arcidiocesi di Milano
Località
Milano, Italia
Sottocategoria
CHIESA
Costruito nel
1300
Intervento
fornitura di prodotti e sistemi per il risanamento conservativo e il restauro degli intonaci e affreschi
Inizio e fine dei lavori
2019/2020
Tipo di intervento
Posa di rivestimenti a parete, Finitura murature
Committente
Veneranda Fabbrica Del Duomo
Impresa appaltatrice
Veneranda Fabbrica del Duomo, Arte Rosa Restauro di Cinzia Parnigoni, Centro di Restauro di Paola Zanolini e Ida Ravenna (Alessandra Oliva, Silvia Clerici, Benedetta Bertacca, Milena Monti), Magistri Srl di Eros Zanotti
Imprese esecutrici
Veneranda Fabbrica Del Duomo e Centro di restauro Zanolini
Specialisti coinvolti nei lavori
dott.ssa Antonella Ranaldi (Soprintendente) e dott.ssa Laura Paola Gnaccolini (Funzionario)
Direttore lavori
Ing. Canali Francesco
Coordinatore MAPEI
Davide Bandera (Mapei SpA)
Tag
#restauro
Foto e Video Gallery
gallery
Linee di prodotto
Prodotti per il risanamento di edifici in muratura
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