Intervista ai progettisti dell’intervento a Matera: gli architetti Sergio Lamacchia e Maria Teresa Fasano.

Matera è una città “fragile”, con una posizione geografica difficile e vie di comunicazione che la isolano. Nonostante questo è diventata Capitale Europea della Cultura 2019. Come avete affrontato il compito di rifare le pavimentazioni?  
Affrontare il rifacimento delle pavimentazioni di un centro storico è un problema carico di significati, poiché si interagisce con l’immaginario collettivo e si lascia un’impronta che durerà almeno cento anni su luoghi già carichi di storia; nello specifico, il tema “2019” è stato un ulteriore carico progettuale legato più che altro ai tempi di realizzazione, per cui l’esecuzione del progetto, la sua implementazione di dettagli e la risoluzione degli imprevisti sono stati affrontati con una particolare determinazione per evitare un inutile protrarsi dei tempi.

 

Rifacimento della pavimentazione, introduzione di un percorso per non vedenti, riqualificazione dei sottoservizi: sono alcuni degli interventi realizzati per il rifacimento dei tre assi viari nel centro storico della città. Come avete risolto i problemi di viabilità e sicurezza durante gli interventi?
L’intervento è stato realizzato in un’area che vede due assi principali paralleli divisi da interventi della prima metà del secolo scorso e quindi semplificati grazie a più intersezioni viarie. Tale condizione ci ha permesso di parzializzare il cantiere in step successivi. Per garantire gli accessi e il passaggio pedonale, ogni singolo tratto è stato dotato di passerelle sospese, realizzate artigianalmente con un tavolato capace di adattarsi all’andamento irregolare dei prospetti e dei percorsi. Spesso le lavorazioni sono state eseguite anche al di sotto di andatoie sospese, poiché era impossibile chiudere totalmente i percorsi pedonali; in altri casi, per opere più invasive come la realizzazione dei getti di calcestruzzo a supporto della pavimentazione o per le rimozioni, si è optato per le ore notturne.

 

La scelta di utilizzare nuovamente la pavimentazione a basole è stata unicamente dettata dal desiderio di dare una continuità alla tradizione oppure si è basata su una scelta tecnico-funzionale?
Alla base del riutilizzo delle basole antiche vi sono molteplici ragioni. In primis il mantenimento della storia dei luoghi, il desiderio di consentire a chiunque li attraversi di percepire il passato ma anche l’interazione con gli edifici latistanti che mostrano la loro storia. Vi sono poi ragioni di sostenibilità: il desiderio del recupero e del riutilizzo comporta minori estrazioni in cava di nuovo materiale da costruzione. Nella stessa ottica si è voluto optare per il recupero anche di quelli che sarebbero stati scarti di lavorazione delle basole più spesse per pavimentare gli ex marciapiedi; con una ulteriore lavorazione si è infatti proceduto al riutilizzo della parte sottostante e irregolare delle basole più scure presenti nel vecchio impiantito.

 

Con l’introduzione del sistema MAPESTONE, come è cambiata la vita in cantiere?
L’utilizzo di una malta specifica come MAPESTONE ha comportato una fase interlocutoria e sperimentale, soprattutto per la formazione delle maestranze; abbiamo quindi chiesto l’intervento del personale specializzato Mapei in modo da avere informazioni dirette sui premiscelati a disposizione. In questo modo le maestranze sono state istruite sulle qualità della malta e sull’importanza delle proporzioni di acqua per una corretta miscelazione. Poiché le condizioni di temperatura e umidità ambientale influiscono sui tempi di lavorabilità e di presa delle malte speciali, si è proceduto con esempi pratici perché l’addetto all’impastatrice potesse apprezzare il giusto grado di viscosità dell’impasto prima di proporlo ai posatori. La vita in cantiere ha quindi risentito dell’utilizzo di una malta specifica: l’attenzione richiesta nella lavorazione è assolutamente necessaria.

 

Intervenire sul rifacimento della pavimentazione in un contesto urbano non è semplice: quanto aiuta poter contare su prodotti all’avanguardia come quelli proposti da Mapei?
L’utilizzo di una malta premiscelata in cantiere aiuta moltissimo nella posa delle pavimentazioni e libera le maestranze dall’impegno di predisporre il massetto semi-umido tradizionale, rendendo più veloce l’operazione di posa. Il tutto consente di concentrarsi su altri aspetti, come la continuità degli assetti e il corretto andamento delle giaciture, delle pendenze e delle fughe. L’aspetto che più di ogni altro garantisce una malta speciale è la durevolezza della pavimentazione nel suo insieme, preservando il lastrato in basole dal classico effetto del cullamento e da rotture. Tali aspetti sono legati soprattutto alla resistenza della malta di allettamento, capace di garantire un appoggio continuo, indifferenziato e a resistenza caratteristica elevata. Alla buona riuscita delle operazioni di posa ha molto contribuito la presenza del personale specializzato Mapei sia nella fase iniziale che in sopralluoghi successivi. Gli incontri sono stati utili per confrontarsi sui differenti materiali utilizzati e su ulteriori possibilità, nell’ottica di una più completa informazione tecnica.

 

I dati del progetto

Cantiere
riqualificazione urbana
Località
Matera, Italia
Sottocategoria
PIAZZA
Intervento
Fornitura di prodotti per la posa e la sigillatura delle basole per il rifacimento delle superfici urbane
Inizio e fine dei lavori
2017/2019
Tipo di intervento
Posa di pavimenti
Committente
Comune di Matera
Impresa appaltatrice
Edil Co. Srl (Altamura, BA)
Imprese esecutrici
Edil Co. Srl (Altamura, BA)
Specialisti coinvolti nei lavori
arch. Sergio Lamacchia Acito, arch. Maria Teresa Fasano, Massimo Bocchi, geom. Nicola Fortunato
Direttore lavori
ing. Biagio Ferrara, assistente: geom. Lorusso Federico
Coordinatore MAPEI
Francesco Dragone, Carlo Viltulli, Mirko Malvasi, Giovanni Villani, Marcello Deganutti, Achille Carcagnì (Mapei SpA)
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Pavimentazioni architettoniche in pietra
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