Dall’indagine preliminare all’assistenza in cantiere
Giulio Morandini presenta l’offerta Mapei per il settore dell’edilizia.
Giulio Morandini presenta l’offerta Mapei per il settore dell’edilizia.
Il recupero del calcestruzzo è una delle sfide più importanti poste dall’architettura contemporanea. Quali sono le proposte più all’avanguardia di Mapei?
Mapei da sempre pone grande attenzione alla valenza tecnologica dei suoi prodotti e ritiene inoltre molto importante che le tecnologie proposte siano durevoli nel tempo e quindi sostenibili e con un basso impatto ambientale. Per noi come Gruppo durabilità e sostenibilità sono un obiettivo. Le proposte per il recupero del cemento armato sono numerose e ognuna prende in considerazione una problematica precisa, per la quale abbiamo almeno una soluzione specifica. Il recupero del calcestruzzo dipende fortemente dall’ambiente in cui la struttura è inserita. È molto diverso recuperare il frontalino di un balcone di un edificio residenziale rispetto all’intervento di recupero di una struttura in cemento armato fronte mare e perciò esposta a un’aggressione decisamente più elevata. In sintesi, direi che molto dipende dall’età del manufatto, dall’esposizione agli agenti atmosferici, dalla profondità del degrado, da interventi effettuati negli anni, dall’utilizzo nel tempo. Per ogni problema abbiamo una soluzione. Per fare due esempi di prodotti Mapei “simbolo” vorrei citare, per quanto riguarda il recupero di edilizia civile, PLANITOP RASA & RIPARA, un prodotto che permette di ripristinare volumetricamente la sezione originaria e allo stesso tempo consente di ottenere una superficie pronta per la finitura. Con un prodotto solo si riesce così a riparare le sezioni degradate e a rasare le superfici oggetto di intervento. In questo modo si facilitano e rendono più rapide le operazioni in cantiere e al contempo si calmierano i costi.
Per quanto riguarda le infrastrutture, da qualche anno abbiamo sviluppato. MAPEGROUT EASY FLOW, una malta fibrorinforzata che può essere applicata con uno spessore variabile e che è molto apprezzata nella grande cantieristica perché è una malta polivalente. Può essere facilmente pompata e spruzzata per lunghe distanze e grandi altezze. È una soluzione utilizzata in molti dei viadotti autostradali su cui interveniamo.
Mapei da sempre pone grande attenzione alla valenza tecnologica dei suoi prodotti e ritiene inoltre molto importante che le tecnologie proposte siano durevoli nel tempo e quindi sostenibili e con un basso impatto ambientale.
Solitamente da quali analisi di strutture e materiali si parte prima di proporre un intervento con i sistemi Mapei?
Quando prendiamo in carico un cantiere per prima cosa partiamo da un’attenta analisi diagnostica per capire quali sono le cause che hanno scatenato il degrado della struttura. Solitamente si effettuano analisi chimiche per valutare la presenza e la profondità di eventuali sostanze aggressive, poi si vanno a valutare eventuali deficit dal punto di vista strutturale. Quindi, se necessario, suggeriamo delle prove di carico che consentono di capire qual è la resistenza residua della struttura e tante altre analisi specifiche a seconda della tipologia e del livello di degrado in cui si trova il manufatto in questione. Questa fase è di fondamentale importanza perché solo dopo aver avuto i dati della diagnostica si riesce a capire e a proporre il corretto ciclo di recupero. In Mapei il laboratorio R&S funge anche da laboratorio prove. Perciò, se il cliente vuole avvalersi della nostra consulenza, siamo in grado di supportarlo anche nella fase di diagnostica.
Solo dopo aver avuto i dati della diagnostica si riesce a capire e a proporre il corretto ciclo di recupero. Il laboratorio R&S di Mapei funge anche da laboratorio prove, perciò siamo in grado di supportare il cliente anche nella fase di diagnostica.
Quali sono i criteri da tenere presente per scegliere il prodotto più adatto per un intervento di ripristino?
Sicuramente il livello di aggressione dell’ambiente in cui la struttura è inserita, seguito dalla profondità e dal degrado in cui si trova e dallo spessore di ripristino che si deve fare, e poi la classe di uso della struttura. Questi sono i primi tre criteri che teniamo presenti quando andiamo a fare un primo sopralluogo. Perciò solo dopo aver fatto la diagnostica, dopo aver capito dove la struttura è inserita, dopo aver verificato lo spessore di ripristino e dopo la classe d’uso, siamo in grado di interfacciarci con il cliente per proporre il ciclo di prodotti che consideriamo più idoneo alla soluzione dei problemi posti dal cantiere.
Dopo aver fatto la diagnostica, dopo aver capito dove la struttura è inserita, dopo aver verificato lo spessore di ripristino e dopo la classe d’uso, possiamo proporre al cliente la soluzione ideale per i problemi posti dal cantiere.