Adesso nella metro ci lavorano i miei cugini. Ma sono io che ho iniziato. Mi chiamavo ancora Plastigum 56. Poi ho cambiato nome in Planicrete. Portavo inciso sui sacchi l’anno della mia nascita e se avessi potuto ci avrei messo anche la targa, come quelle di una volta: MI come Milano.

Bella Milano in quegli anni, i primi anni ’60. La guerra era finita, da un po’ il boom economico rombava che era un piacere e le fabbriche pompavano dalla mattina alla sera. Ueh, non per niente siamo da sempre la locomotiva del Paese. Certo di nebbia ce n’era più di adesso e la città “l’era un po’ grigeta” come dicevamo sempre con i miei amici dello stabilimento. Quelli della Mapei in Cafiero. Per divertirci facevamo tardi la notte. Specialmente il sabato perché il giorno dopo non si lavorava. Ci piaceva ridere e quando si poteva si andava al Derby. Cosa avete capito, non alla partita, quella c’era due volte all’anno come adesso. Intendo il locale di Cabaret. Un luogo mitico, da lì sono nate generazioni di artisti. Quelli dei miei tempi erano Toffolo, Nanni Svampa, Jannacci, Gaber, Cochi e Renato, Lauzi, I Gufi e tanti altri. Che risate. Dopo lo spettacolo ritornando a casa, con gli amici si discuteva di tante cose. Anche della possibilità di girare per Milano sottoterra. Di metropolitana. E qui ero io che tenevo banco nelle discussioni. Perché di metropolitane sapevo tutto. Raccontavo che a Milano se ne parlava fin dai primi del ‘900 quando in città giravano solo le carrozze a cavallo. Poi spiegavo dei progetti degli anni ’20 ed ero informatissimo sul cantiere che avevano aperto finalmente nel 1957. L’inizio del lavoro della Linea Rossa.

Agli amici dicevo sempre: “adesso stanno ancora scavando, ora non servo, ma vedrete quando cominceranno ad avere bisogno dell’additivo per gli intonaci... quando sarà il momento di rivestire i soffitti e le pareti allora mi verranno a chiamare”. E così avvenne. Tra gli sguardi increduli dei colleghi, venne il mio turno. Salutai tutti con una frase memorabile: “oggi vado a casa in metro, non ho bisogno di un passaggio!”. Che lavoro là sotto. Che opera! E che divertimento! Conoscevo a memoria le scenette del Derby. Le raccontavo ogni giorno. Ridevano tutti. Il giorno dell’inaugurazione, il 1° novembre del 1964 una folla festante e curiosa accorse per fare il primo giro sui treni. Qualcuno ricorda ancora un capannello di persone che rideva a crepapelle con l’orecchio attaccato alla parete del sottopasso che porta a Cordusio. Era colpa mia.

Non avevo resistito. Stavo raccontando una barzelletta anche a loro.

* Dalla prima linea rossa degli anni ‘60, alla gialla degli anni ‘90, fino alla lilla dei nostri giorni, Mapei ha sempre accompagnato con i suoi prodotti le aziende che hanno costruito la metropolitana di Milano. E sulle metropolitane Mapei lavora da anni in tutto il mondo fornendo soluzioni specifiche e additivi studiati appositamente per il tunneling.

Rimani in contatto

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato sulle novità Mapei