L’ospedale Emergency a Entebbe compie un anno di attività

Il Gruppo Mapei ha contribuito al progetto, fornendo materiali e assistenza tecnica

26 maggio 2022

Esattamente un anno fa iniziava la missione dell’ospedale pediatrico Emergency a Entebbe, Uganda, che si propone di diminuire la mortalità infantile del Paese e assistere gratuitamente tutti i ragazzi di età inferiore ai 18 anni. Da quando ha avviato la sua attività, l’ospedale ha già accolto oltre mille bambini: circa settemila le visite effettuate e mille gli interventi chirurgici. Un progetto importante e necessario, in un Paese con un sistema sanitario che prevede meno di due medici e cinque posti letto ogni diecimila abitanti. Il Centro di Entebbe triplica la disponibilità di posti letto chirurgici per i bambini in Uganda, ma non solo: è diventato un punto di riferimento per tutto il continente africano. Fortemente voluto dal fondatore di Emergency Gino Strada, l’ospedale è stato sviluppato da Renzo Piano con lo Studio TAMassociati e la collaborazione di tante realtà imprenditoriali italiane, tra cui il Gruppo Mapei.

Tra gli obiettivi del Centro di Entebbe, c’è anche la formazione di medici e infermieri che possano contribuire a migliorare il livello della chirurgia pediatrica in Uganda. Lo staff è composto da 380 addetti, di cui 336 nazionali, e 44 internazionali. Medici, infermieri, sanitari e non, sono per il 90% ugandesi. Il personale sanitario è composto da 167 specialisti di cui 132 sono locali.

L'ospedale, costruito sulle rive del Lago Vittoria a 1.200 m di altitudine, è stato pensato per essere naturale e sostenibile, anche grazie al piano paesaggistico curato dallo Studio Franco e Simona Giorgetta. Grande rilevanza è stata data anche all’ideazione dei giardini, che costituiscono un sistema di mitigazione ambientale e naturale, oltre che contribuire alla cosiddetta healing architecture, ossia l’architettura terapeutica: un ambiente accogliente e curato, anche negli spazi esterni, incide infatti in modo positivo sul processo di guarigione dei pazienti.

Per limitare il più possibile l’impatto della struttura sull’ambiente circostante, l’architetto Piano ha scelto di costruire secondo le tradizioni locali, realizzando le murature in pisè, una tecnica di costruzione a base di terra cruda. Questa tecnica utilizza un composto di terra, sabbia, ghiaia e poca acqua, in modo da evitare fessurazioni in fase di essicazione. L’impasto ottenuto viene poi compresso in casseforme di legno.

La terra cruda garantisce una grande inerzia termica che mantiene costanti la temperatura e l’umidità dell’edificio, ma presenta una carenza strutturale alla resistenza meccanica ed è poco resistente alle piogge. Nella fase inziale dei lavori sono pertanto intervenuti i tecnici Mapei, che hanno consigliato le soluzioni più adeguate. Sono stati messi a punto speciali leganti di ultima generazione in grado di apportare maggiore versatilità e durabilità alla terra cruda.

Foto: ©Davide Preti 

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