GeMM - Museo Geo-Mineralogico del Politecnico di Torino e
Mapei, leader nel campo dei prodotti chimici per l’edilizia, annunciano con orgoglio una
nuova partnership. Grazie alla collaborazione tra le due realtà, il Museo apre le sue porte e organizza mensilmente delle
visite guidate gratuite aperte al pubblico alla scoperta di preziose collezioni scientifiche e tecnologiche.
Il GeMM, allestito presso la sede centrale del Politecnico di Torino in Corso Duca degli Abruzzi, all’interno degli spazi del Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture-DIATI, è stato inaugurato nel mese di giugno dello scorso anno ed è il primo esempio di attività espositiva permanente all’interno dell’Ateneo, oltre a essere una delle grandi collezioni storiche universitarie visitabili a Torino.
GeMM e Mapei condividono una
chiara visione d’intenti:
promuovere l’importanza della ricerca come strumento di conoscenza per affrontare le sfide del presente. Rendere accessibile al pubblico il patrimonio documentaristico, storico e scientifico del Museo è una testimonianza storica viva del valore della scoperta come motore della società. Un impegno che
Mapei porta avanti con coerenza,
sostenendo numerose realtà culturali e promuovendo attivamente la ricerca attraverso collaborazioni con la comunità scientifica e il mondo accademico. Per Mapei partecipare allo studio, alla conoscenza e alla ricerca in ambito mineralogico è fondamentale: l’azienda, oltre a utilizzare m
aterie prime di origine minerale nelle proprie formulazioni,
contribuisce alla realizzazione di infrastrutture sotterranee (tunnelling&mining) con la business unit dedicata
Mapei UTT.
Il primo appuntamento del calendario delle visite organizzate nell’ambito delle Settimane della Scienza di Torino e della Giornata Nazionale delle Miniere ha già registrato il tutto esaurito. Il pubblico, guidato dal professor Adriano Fiorucci, ha avuto l’opportunità di ammirare più di 600 tra campioni di minerali, rocce e meteoriti e oltre una ventina di modelli e macchine, tra le quali spiccano l’elettrocernitrice magnetica per la separazione della magnetite dai minerali di rame, progettata da Quintino Sella nel 1854, che fu subito brevettata e impiegata nella miniera di Traversella (TO) e la macchina perforatrice Sommeiller primo modello (1861), utilizzata nello scavo della galleria ferroviaria del Frejus a partire dal 1861.
Si tratta solo di una parte delle collezioni conservate al Politecnico, che ripercorrono oltre 170 anni di storia della scienza e della tecnica a partire dal 1859, anno di fondazione della Scuola d’applicazione per gli ingegneri, da cui poi nacque l’Ateneo.
Oltre alla possibilità di avvicinarsi con interesse e curiosità alle inestimabili collezioni, la visita al museo offre anche la possibilità di conoscere alcune delle sfide contemporanee della ricerca scientifica e tecnologica nell’ambito dell’estrazione e del recupero delle materie prime, incluse le materie prime critiche indispensabili per la transizione energetica ed ecologica.
Dopo il tutto esaurito del primo appuntamento, sono già in programma le prossime due date prima della chiusura estiva: sabato 28 giugno e sabato 26 luglio. Le visite riprenderanno poi a settembre.