Quelle idee su Milano che le brillavano negli occhi
Ho conosciuto Adriana Spazzoli parlando con lei della bellezza di Milano: delle architetture, dei luoghi d’arte e della storia della città. Era entusiasta di tali argomenti, e non solo perché in molti di questi luoghi vi era la presenza di un generoso contributo di Mapei. Ne era entusiasta per la sua grande sensibilità, perché amava Milano. E per la sua città aveva idee che le brillavano negli occhi con una indimenticabile gioiosa intensità.
I nostri incontri erano sempre amichevoli momenti di riflessione su Milano. Parlavamo del Duomo e della Scala, di cortili e di palazzi, di ville lombarde e dei Navigli. Erano anche i temi dei volumi che curavo ogni anno, libri di immagini con contributi di autorevoli studiosi, dedicati al patrimonio monumentale e artistico milanese e lombardo. Ogni argomento sulla bellezza delle architetture antiche e nuove della città accendeva in lei un’attenzione, una intelligente e generosa disponibilità, e gli occhi le si illuminavano mentre mi illustrava le sue idee e i suoi impegni per la cultura, la musica, l’arte.
Sono orgogliosa che i libri da me curati spesso siano stati scelti per essere tra i regali natalizi dell’azienda. Erano un po’ i “nostri” libroni, come un giorno li hanno definiti i coniugi Squinzi, incitandomi però a farli diventare un po’ meno voluminosi. Così è nato, quasi da una loro idea, il primo “Passeggiate Milanesi”, più agile.
L’ultima volta che l’ho incontrata, la signora Spazzoli era impegnata in una riunione di redazione di Realtà Mapei. Mi ha fatto stare con loro per qualche minuto, e in quel breve tempo ho capito quanto amasse la rivista e chi era al lavoro con lei, e quanto da loro fosse ricambiata. In quell’occasione mi ha lanciato una nuova idea: le è brillata negli occhi improvvisamente, con la forza di sempre e con grande gioia creativa, anche se era già un momento difficile per la sua salute. Quella gioia mi è rimasta nel cuore come un insegnamento: non smettere di progettare il futuro con ottimismo, con un sorriso, inventare qualcosa che parli a tutti di bellezza, di arte del lavoro, di comunicazione.
L’energia coinvolgente e gioiosa di Adriana Spazzoli mi mancherà molto. Lei e il dottor Giorgio non lasciano un vuoto, ma una traccia, un segno indistruttibile: un grande esempio di vita. È l’importanza di un incontro che credo continui a “lavorare” nell’animo di chi li ha conosciuti.