Bugno: le parole di Giorgio Squinzi cariche di buon senso
Gianni Bugno, ex ciclista Team Mapei, ricorda Giorgio Squinzi.
Gianni Bugno, ex ciclista Team Mapei, ricorda Giorgio Squinzi.
Ehilà Gianni, come va?
Così mi accoglieva il dottore quando di tanto in tanto mi telefonava, e lo faceva con buona regolarità. In verità lo facevo anch’io, ma meno, perché chi mi conosce lo sa: sono da sempre timido, riservato, un po’ troppo chiuso in me stesso, ma d'altronde sono fatto così e il Dottore che conosceva molto bene gli uomini e di conseguenza il sottoscritto, sapendolo mi anticipava.
Ehilà Gianni, come va?
E io che solitamente ero un po’ restio a raccontarmi, con lui mi lasciavo andare perché il dottor Squinzi ha sempre avuto questo potere con me e non solo con me.
Mi sentivo a mio agio, soprattutto gratificato dalle attenzioni di un uomo che ho sempre ammirato e invidiato per la sua grandezza e la sua saggezza. Per la sua immensa umanità. Per quel suo modo di metterti sempre a tuo agio, senza mai farti pesare quello che il Dottore di fatto era e rappresentava.
Perché Squinzi è stato un gigante.
Un capitano d’industria che ha saputo costruire un colosso mondiale e ricopriva con assoluta leggerezza una infinità di incarichi. Insomma è sempre stato un fuoriclasse assoluto, ma si è sempre rapportato con il mondo con leggerezza assoluta e sobrietà, cose che solo i grandi sanno fare.
Ehilà Gianni, come va?
Andava bene, dottore.
È andata bene per tanti anni, ma ora come si fa? Come faccio a non sentire più la sua voce, le sue chiamate, le sue parole sempre cariche di saggezza e buon senso?
Mi mancherà, caro Dottore. Eh sì, mi mancherà.