Così il Dottor Squinzi ha fatto grande la Mapei
Un chimico entusiasta, un uomo d’impresa lungimirante, un portavoce appassionato del proprio settore, un uomo genuino che ha trasformato un’azienda di 70 persone in una realtà internazionale solida e funzionante. Carlo Pecchi, Direttore Amministrativo e Finanziario del Gruppo Mapei, racconta la sua esperienza a fianco di Giorgio Squinzi, e ricorda gli oltre 40 anni di vita professionale trascorsi insieme, dal passaggio di consegna del padre Rodolfo, al consolidamento del Gruppo internazionale Mapei.
Carlo Pecchi, Direttore Amministrativo e Finanziario Gruppo Mapei, ricorda Giorgio Squinzi.
GLI ESORDI
Ho conosciuto il Dottore (come affettuosamente era chiamato in azienda) nel mese di maggio 1977, presentatomi dal mio predecessore, rag. Rocco Fortunato. Mi ha fatto subito un’ottima impressione. Allora in Mapei c’era ancora il padre signor Rodolfo come Amministratore Unico.
Dopo quell’unico colloquio sono stato assunto il 1° luglio 1977 e sono rimasto a stretto contatto con lui per circa 10 ore al giorno, per oltre 42 anni. Praticamente sono stato più con il Dottore che con mia moglie.
Quando sono arrivato Mapei era un’azienda familiare italiana con circa 70 persone tra impiegati e operai e con un fatturato di poco più di 6 miliardi di lire (3 milioni di euro). Sia gli uffici che lo stabilimento erano in via Cafiero 22 a Milano. Solamente l’anno successivo entrò in funzione il nuovo stabilimento di Robbiano di Mediglia.
Ricorderò alcuni episodi, anche personali, di questo splendido rapporto.
Qualche anno dopo il mio ingresso si è reso necessario procedere alla modifica della gestione amministrativa, commerciale e produttiva della società per dotarsi di più moderni strumenti. Grazie ad una decisione del Dott. Squinzi, del rag. Fortunato e mia siamo passati negli anni da un sistema contabile “Litton” (poco più di una macchina da scrivere) ai sistemi IBM più evoluti in quel momento (34, 36 ed AS400), che hanno rivoluzionato il nostro modo di lavorare.
Nel 1978 Mapei ha fatto il primo investimento all’estero fortemente voluto dal Dott. Squinzi. Ricordo le enormi difficoltà incontrate per poter trasferire in Canada l’importo del capitale sociale indispensabile per poter operare. All’epoca c’era una forte stretta creditizia e alcuni vincoli sui trasferimenti di capitali. Per ben 9 mesi abbiamo riempito moduli e scartoffie con le nostre due banche di riferimento senza cavare un ragno dal buco. Abbiamo poi potuto chiudere l’operazione solo dopo un incontro tra il Dott. Squinzi e i vertici dell’allora Banca Commerciale Italiana. Già a quei tempi il sistema creditizio credeva nella bontà degli investimenti della famiglia Squinzi.
In quegli anni il lavoro principale del Dott. Squinzi si svolgeva principalmente in laboratorio, dove portava avanti la ricerca con pochi collaboratori. Lo vedevo spesso mentre provava nuovi prodotti applicandoli personalmente oppure eseguiva le prove di strappo. Il laboratorio è sempre stato il luogo dove si trovava a suo agio. Negli anni successivi gli investimenti in ricerca, sia con l’assunzione di giovani laureati o diplomati, sia con l’acquisto delle attrezzature più all’avanguardia, sono stati alla base del successo Mapei.
Un’altra attività di grande importanza è stata l’internazionalizzazione. Dopo la costituzione della prima società in Canada, negli anni ’80 abbiamo fondato nuove società in tutti i continenti.
Merita una riflessione la costituzione di Mapei Arizona, poi confluita nella Mapei Corp. Di questa importante operazione ricordo i primi anni difficili. Nelle nostre discussioni io mettevo in evidenza le difficoltà e consigliavo un ripensamento su questo investimento. La risposta del Dott. Squinzi è stata categorica: “Pecchi, se non siamo capaci di prenderci il mercato americano è meglio che cambiamo lavoro”. Ancora una volta ha avuto ragione lui. Oggi in Nord America sviluppiamo un fatturato di circa 1 miliardo di euro con un’alta redditività.
Nel 1984 è morto improvvisamente il padre Rodolfo e tutta l’attività di un gruppo ormai internazionale è caduta sulle spalle del Dottore.
Nel 1987 abbiamo fatto un investimento a Latina con lo scopo di avvicinare la produzione a tutti i clienti del centro-sud, costituendo la Mapei Centro Sud. Non è stato il solito investimento per lucrare qualche contributo statale per poi chiudere e scappare magari all’estero. Ancora oggi infatti, a distanza di oltre 30 anni dall’inaugurazione, lo stabilimento di Latina è un fiore all’occhiello del nostro Gruppo con impianti sempre all’avanguardia e con il personale in continuo aumento. Anche in questo caso si vede la lungimiranza dell’Imprenditore.
L’AVVENTURA COL CICLISMO
E ora parliamo dell’operazione ciclismo. Nel 1992 siamo entrati in questo mondo in quanto, oltre a essere lo sport che praticava da amatore, il Dott. Squinzi lo ha ritenuto un importante veicolo promozionale per i nostri prodotti. Questo investimento è durato una decina di anni. Qualche ricordo di questa avventura.
In occasione della prima partecipazione al Tour de France abbiamo invitato i principali clienti alla tappa finale a Parigi sugli Champs Elysées, con una cena alla Tour d’Argent e la presenza di tutta la squadra ciclistica. Serata indimenticabile con discorso finale del Dottore che ancora oggi i clienti intervenuti ricordano con piacere.
Qualche anno dopo ho accompagnato il Dott. Squinzi a Biarritz per l’arrivo di una tappa del Tour de France. Era un sabato e il Dottore ha voluto partire in aereo alla mattina presto perché aveva fissato alcuni appuntamenti con due importanti clienti prima di godersi l’arrivo della tappa. Sfruttava al meglio il tempo perché il business era sempre nei suoi pensieri.
L’uscita dal ciclismo è stata dolorosa per il Dottore. Dopo 10 anni passati al vertice del ciclismo con oltre 600 vittorie, lo sport che più ha amato l’aveva tradito. Non era riuscito a vincere il doping come avrebbe voluto perché tutto il vertice del ciclismo non l’ha seguito. Il Dottore aveva investito molto in questo mondo anche con la costituzione di una apposita società, Sport Service Mapei insieme al rimpianto prof. Sassi, per uno sport pulito. Questa società ancora oggi svolge la propria attività per il miglioramento dell’efficienza fisica nella pratica degli sport al servizio sia dei professionisti che dei dilettanti.
MAPEI E IL MONDO DEL CALCIO
Dopo il ciclismo è iniziato il periodo del calcio con l’investimento nel Sassuolo Calcio. Anche questo come veicolo promozionale soprattutto per il mercato italiano. Come per il ciclismo, così anche nel calcio fondamentale è stato il ruolo della Dottoressa Adriana Spazzoli nello sfruttare al massimo questa opportunità a livello promozionale e mediatico. Il Dottore non si è limitato all’investimento pubblicitario ma ha voluto creare qualcosa che rimanesse negli anni.
Come sempre il Dottore ha voluto fare le cose seriamente, con l’obiettivo di far crescere i giovani in una proiezione sul futuro.
Ha preso la squadra che era in promozione e anno dopo anno l’ha fatta crescere in serie C2, in C1, in B, in A e in Europa League. Con la speranza di arrivare prima o poi in Champions League. Una cavalcata entusiasmante.
Nel frattempo Mapei ha acquistato uno stadio a Reggio Emilia (in Italia sono solo 4 quelli di proprietà) che, con gli investimenti fatti successivamente, è diventato uno dei pochi stadi italiani approvati dall’Uefa.
Nel 2019 infine ha fatto costruire un centro sportivo, il Mapei Football Center a Sassuolo, un vero gioiello, dove si allenano tutte le squadre del Sassuolo Calcio sia la prima squadra che le giovanili e che è anche a disposizione della comunità del territorio.
LE ACQUISIZIONI PRINCIPALI ALL’INTERNO DEL GRUPPO MAPEI
Negli anni ’90, oltre alla costituzione di nuove società in tutto il mondo, la visione strategica del Dottore ha portato all’acquisizione di importanti società:
- Vinavil dal Gruppo Eni nel 1994. Anche questa una scommessa vinta. La società versava in uno stato quasi comatoso e negli anni è stata rivitalizzata. Rammento i mesi di lavoro prima dell’acquisizione, le trattative con Enichem Synthesis e il giorno del closing: al tavolo c’erano parecchi dirigenti di Enichem e i nostri. Parlando degli stabilimenti nessuno dei venditori conosceva bene l’ubicazione degli impianti mentre il Dott. Squinzi era l’unico che aveva ben presente cosa si stava trattando dopo una sola visita.
- Mapei Ag (ora Mapei Suisse), anch’essa nel 1994, una società con impianti per la fabbricazione del latte in polvere. Con una visione lungimirante il Dottore aveva visto subito la possibilità di convertire gli impianti per ottenere una importante materia prima in polvere per tutto il Gruppo Mapei.
- Gorka, nel 1999, acquistata dallo stato polacco. Era una società in pre-fallimento e con impianti obsoleti. I fornitori non si fidavano e per le forniture pretendevano il pagamento anticipato. L’intervento di Mapei ha ribaltato la situazione. Ora Gorka ha impianti molto efficienti per la produzione di un particolare cemento, sviluppa un importante volume d’affari con utili molto interessanti.
- L’acquisizione del Gruppo Rescon in Norvegia nel 1999 è stata voluta per ampliare la gamma dei nostri prodotti in un settore in espansione, quello degli additivi acceleranti di presa, esenti da alcali, da utilizzare prevalentemente per le opere in sotterraneo (gallerie, tunnel). Con questa operazione siamo entrati prepotentemente in questa nicchia di mercato.
- L’acquisizione del gruppo Sopro, nel 2001, è stata fortemente voluta dal Dott. Squinzi. Sopro faceva parte del colosso tedesco del cemento Dyckerhoff che, per questioni interne, doveva cedere le attività non cementizie. Ci hanno proposto l’operazione nel mese di novembre 2001 con l’obbligo di chiudere l’operazione entro il 31 dicembre 2001. Di tempo ce n’era veramente poco per un’acquisizione di notevole impatto. Il Dottore ha subito organizzato l’operazione predisponendo al nostro interno la suddivisione del lavoro con alcuni team specializzati in impianti produttivi, commerciali, legali, amministrativi e finanziari. Io mi sono occupato di quest’ultimo campo e ricordo l’incontro definitivo presso la sede del Credito Italiano (ora Unicredit) in piazza Cordusio a Milano con il Dott. Squinzi, Alessandro Profumo e il sottoscritto che si concluse positivamente. Riuscimmo a trasferire l’ammontare dell’acquisizione entro il 30 dicembre 2001.
- Per finire con le acquisizioni principali, ricordo Polyglass nel 2008, importante società italiana presente nel mondo delle membrane bituminose e sintetiche.
GLI INCARICHI ISTITUZIONALI
Anche il mondo associativo è stato affrontato dal Dottore con tutta la serietà possibile. Nel 1997 è stato eletto Presidente di Federchimica con il 99% dei consensi. Ha svolto il mandato con grande successo ed è stato riconfermato per altri 4 anni. Dopo un intervallo di due anni, è stato rieletto con la solita maggioranza bulgara per un terzo quadriennio.
Quella di Federchimica è stata la presidenza che più ha amato. Squinzi aveva la chimica nel sangue e poter fare qualcosa per il suo mondo lo riempiva di orgoglio.
Ha sponsorizzato le iniziative di Federchimica per le manifestazioni “Fabbriche Aperte”, un’occasione per incontrare sia i dipendenti che la popolazione. L’impegno di tutti gli stabilimenti del Gruppo in queste circostanze era massimo proprio per volontà del Dottore. È stato poi eletto Presidente di Confindustria per il periodo tra il 2012 e il 2016. Non ha mai amato il mondo romano sia quello politico che quello confindustriale. Basti pensare che, nel giorno della riconferma dopo il primo biennio, ha voluto accanto a sé per una cena solo i famigliari e i dirigenti Mapei e non il gotha di Confindustria.
QUALITÀ, SERIETÀ E APPROCCIO POSITIVO
Un altro argomento molto importante era la volontà del Dottore di inculcare in tutti i dipendenti il concetto di “qualità”.
Mapei è stata la prima società italiana del nostro settore a ottenere la certificazione ISO 9001. E tutte le società del mondo Mapei, anche quelle remote, sono certificate o stanno ottenendo la certificazione.
Voglio ricordare che il Dottore nelle molteplici interviste ha sempre precisato che nelle società Mapei non ci sono mai stati licenziamenti collettivi né ricorso alla cassa integrazione. Vorrei aggiungere anche che le società italiane del Gruppo sono tutte residenti fiscalmente in Italia, cioè pagano le tasse in Italia, senza utilizzare trasferimenti di capitali in paradisi fiscali che molti altri imprenditori, anche di notissime società, hanno utilizzato negli ultimi anni. Questa è la serietà dell’Imprenditore con la “I” maiuscola.
La mia vita lavorativa vicino al Dottore è stata stimolante.
Ho potuto apprezzare la sua enorme capacità lavorativa, quel suo badare alle cose concrete senza fronzoli, come si dice era sempre sul pezzo.
Ha sempre trattato tutti i dipendenti, sia dirigenti che singoli operai allo stesso modo, con il sorriso sulle labbra e con una parola di incoraggiamento in tutti i casi necessari.
Era una persona ottimista, vedeva sempre il bicchiere mezzo pieno. Anche davanti alle avversità, e nella vita ce ne sono sempre, sapeva trovare la soluzione positiva. E tutti noi ne eravamo influenzati. E il motto che ci ricordava sempre “mai smettere di pedalare” esprimeva veramente il suo modo di vivere.
Per finire un ultimo ricordo personale: a metà settembre di quest’anno ho avuto una fastidiosa polmonite. Nelle condizioni in cui il Dottore si trovava, nel pieno della sua grave malattia, mi telefonava tutti i giorni per sapere della mia salute e per spronarmi a curarmi.
Questo era Squinzi.
Mi mancherà, ci mancherà, davvero moltissimo.