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Giuseppe Sala
Sindaco di Milano
Giuseppe Sala, Sindaco di Milano, ricorda Giorgio Squinzi.

La scomparsa di Giorgio Squinzi è una perdita grave per l’Italia e per Milano. La sua vita, la sua carriera, i suoi successi li conosciamo tutti e non ci sarebbe bisogno di sottolinearli ancora, se non fosse per il bisogno, oggi più forte che mai, di esempi positivi, di modelli virtuosi che ci ricordino chi siamo e cosa possiamo costruire se abbiamo fiducia in noi e nel nostro Paese.

Giorgio Squinzi è stato innanzitutto un grande lavoratore; un uomo capace di lavorare sul serio, creando ricchezza e occupazione come pochi altri negli ultimi decenni, unendo in modo esemplare vocazione imprenditoriale e propensione alla ricerca e all’innovazione. I prodotti della Mapei sono sempre all’avanguardia e sono utilizzati in tanti progetti ed edifici iconici in tutto il pianeta. La Mapei con migliaia di dipendenti e decine di stabilimenti in tutto il mondo è oggi la dimostrazione più evidente del valore del suo impegno e della sua visione imprenditoriale. Una visione resa ancora più solida dalla consapevolezza della responsabilità sociale che ricade sull’impresa e della necessità di un dialogo aperto, costruttivo e pragmatico con il mondo del lavoro; la correttezza dei rapporti che, come presidente di Confindustria o come amministratore della sua azienda, intrattenne con il sindacato è stata da questo punto di vista esemplare e costituisce un insegnamento di cui tutti oggi dovrebbero tenere conto.

Un aspetto che mi ha sempre profondamente colpito della personalità di Giorgio Squinzi è stato il saper coltivare le passioni personali con lo stesso entusiasmo che dedicava al lavoro. Tutti ricordiamo il suo amore per lo sport, dal ciclismo al calcio, ma voglio sottolineare anche la passione che aveva per la musica. Ho avuto modo frequentarlo anche negli ultimi tempi durante le sedute del consiglio di amministrazione della Scala: a quelle riunioni ha sempre portato un contributo importante, con un entusiasmo e una competenza straordinari che lo hanno animato fino alla fine.

Assistere all’affermazione di una nuova generazione di imprenditori pronti a mettere a frutto il suo esempio sarebbe il modo migliore per celebrare il suo lavoro e l’impegno di una vita.

Il Paese ha bisogno di donne e uomini con la voglia di fare impresa e di pensare sempre in grande; imprenditori capaci di guardare alla società in cui vivono e al mondo intero, che non si accontentano di piccoli successi, ma sono animati dalla volontà di crescere e migliorare sempre, aprendosi alla collaborazione con altre realtà imprenditoriali e con il mondo del lavoro e i suoi rappresentanti.

Milano ammira e apprezza chi riesce ad incarnare questi valori.

L’Ambrogino d’Oro che gli è stato conferito nel 1996 è stato sicuramente una dimostrazione della sintonia tra Giorgio Squinzi e il sentire più profondo di questa città; le parole di colleghi, di lavoratori, di semplici cittadini che hanno ricordato commossi la sua figura in piazza del Duomo, nel giorno del suo funerale, ci hanno confermano che Giorgio Squinzi era uno di noi, e come uno di noi vogliamo continuare a ricordarlo sempre.

 

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